Una lunga striscia blu, che si snoda lungo tutta la battigia, lì dove l’onda oggi si allunga dolcemente sulla sabbia. Non l’aveva fatto con altrettanta delicatezza nei giorni scorsi, quando, ingrossata e sospinta dal vento, aveva colpito con furia la costa, lasciando a terra tutto ciò che aveva rastrellato lungo il suo percorso. Le foglie e i rizomi secchi della Posidonia, come sempre in grandi quantità in questa stagione, le solite canne sradicate dall’altra parte del golfo, qualche tronco e tanta plastica, delle più varie forme e colori, destinata a rimanere intatta e a conservare la sua capacità inquinante e distruttiva per centinaia di anni. E stavolta anche centinaia di migliaia di piccoli esseri azzurri. Sono loro, ormai privi di vita, come petali di fiori lucidi ammucchiati sulla sabbia, a colorare di blu la spiaggia della Mandra e nel tratto di Punta Molino. Un fenomeno naturale già segnalato in varie parti d’Italia negli ultimi anni, sebbene di solito non in questo periodo.
Si chiama “VELELLA VELELLA”, anche nota come “barchetta di San Pietro” per la forma che la caratterizza quando “naviga” in mare aperto. E l’intenso colore bluastro è l’altro elemento distintivo, che si nota soprattutto in occasione degli spiaggiamenti di massa segnalati in questi anni con sempre maggiore frequenza lungo le coste italiane, nel Mar Ligure e nel Tirreno. La Velella non è una medusa, come comunemente viene definita, ma piuttosto è una colonia galleggiante di polipi, di colore blu, che sono attaccati sotto una sorta di “zattera” chitinosa munita di una “vela” grazie alla quale la colonia si sposta portata dal vento. I polipi della Velella catturano il plancton, larve e uova di pesci in sospensione utilizzando anche una sostanza velenosa, che non è pericolosa per l’uomo. Ogni colonia vive solo qualche mese e poco prima di morire produce delle minuscole meduse, pressochè invisibili, ovvero gli adulti sessuati, destinati a garantire la riproduzione della specie. Che avviene nelle profondità marine fino alla formazione nel corso di anni di una nuova colonia, che poi risalirà in superficie per continuare il suo ciclo vitale insieme a migliaia di altri esemplari, perchè le Velelle si spostano, al largo, in gruppi numerosissimi. Una volta prodotte le meduse, i polipi blu con la loro zattera cessano di vivere e, se il vento spira verso terra, finiscono spiaggiati, segnando con il loro inconfondibile colore la costa anche per chilometri.
Negli anni passati si erano susseguite le notizie di spiaggiamenti di Velelle dalla Liguria alla Toscana, dalla Sardegna al Lazio, dalla Calabria alla Sicilia. E non erano mancati episodi neppure in Campania. Tutti in primavera, anche avanzata, tra aprile e maggio. Non ai primi di marzo, come si è verificato invece in questa occasione a Ischia. Forse anche questa una conseguenza dell’innalzamento delle temperature, anche a mare, che è stato indicato tra le cause dell’aumento di meduse rilevato nel Mediterraneo e negli oceani, insieme ad una significativa riduzione dei predatori naturali di questi animali gelatinosi, a cominciare dalle specie ittiche per proseguire con i cetacei.
Se siamo nettamente in anticipo rispetto agli spiaggiamenti di massa, siamo invece nel periodo in cui solitamente le Velelle cominciano a trovare in mare uno dei loro cibi preferiti, ovvero le uova di acciughe. E questo è un altro aspetto della proliferazione loro e delle varie specie di meduse vere e proprie: nutrendosi di uova di pesce, incidono sugli stock ittici, che sono già segnalati in regresso in tutti i mari del pianeta e, di conseguenza, riducono il numero dei loro predatori. E questo ciclo finisce per rivelarsi particolarmente favorevole per le meduse e le Velelle, che sono segnalate in crescita nel Mediterraneo e negli oceani. Come testimoniano i quantitativi enormi di animali spiaggiati in giro per il mondo e con sempre maggiore frequenza. Per cui è probabile che dovremo abituarci pure a Ischia a questi avvistamenti ricorrenti.