Foto Qui Ischia
Foto Qui Ischia
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E’ bastata l’esposizione al caldo sole di questi ultimi giorni per asciugarla. E adesso, la non meglio identificata “roba” distribuita ai vari stabilimenti balneari per il “ripascimento” della Spiaggia dei Pescatori sembra ancora meno simile alla sabbia di quanto non fosse già apparso nell’immediatezza del suo trasferimento dal cantiere del parcheggio della Siena, da dove proviene. Così, il colore marroncino si è schiarito, fino a diventare beige e a farla apparire, sia alla vista che al tatto, un materiale più adatto ad un cantiere edile - appunto - che ad una spiaggia. Soprattutto, perchè nei cumuli ancora allineati lungo la stradina interna del lido della Mandra, si sta evidenziando una presenza massiccia di pietre, piccole ma dure e taglienti, che suscitano ancora più perplessità sull’operazione, ancorchè (anzi, a maggior ragione) in quanto appositamente autorizzata.
Depositata negli ultimi due giorni di marzo (pare che l’autorizzazione allo scarico in spiaggia scadesse a fine mese), la “roba” della Siena giace in parte ancora sul ciglio del vicolo lungomare o in corrispondenza degli ingressi degli stabilimenti che non hanno ancora avviato le attività di preparazione alla riapertura. Il tratto interessato va da via Pontano fin oltre la curva del ristorante “‘O sole mio”. Compresa la zona della condotta fognaria riportata alla luce dalla mareggiata di scirocco, che è stata ricoperta con il materiale della Siena e dovrebbe resistere almeno fino al prossimo autunno. E’ rimasta esclusa dal “ripascimento” la porzione dell’arenile della Mandra “sotto al carcere”, come viene solitamente definita. Là, per effetto delle scogliere, finisce accumulata la sabbia che il mare sottrae alla parte centrale del lido, per cui non vi era e non vi è bisogno di alcuna aggiunta “aliena”.
“Ma come mai quest’anno non sono venuti a prenderla qua, la sabbia da riportare nel resto della spiaggia?”, è la domanda di alcuni residenti, che spiegano come negli anni passati, di questi tempi, venissero effettuati i prelievi per andare a rinforzare i tratti che erano stati sguarniti dalle mareggiate invernali. Si trattava, insomma, di riequilibrare con l’ausilio di mezzi meccanici le conseguenze della furia del mare durante il periodo autunnale-invernale. Mare, peraltro, costretto a muoversi in un certo modo proprio dalle scogliere esistenti, che hanno creato le condizioni ideali per il depauperamento di buona parte della spiaggia a favore del suo tratto più estremo. Una stortura a cui in qualche modo si rimediava, di anno in anno, in modo naturale, utilizzando la stessa sabbia, con tutti i vantaggi conseguenti. Sia a terra che a mare.
Già, perché la storiella che la “roba” scaraventata sul litorale in questi giorni, se magari fosse stata portata prima, avrebbe potuto essere “lavata” dal mare e restituita come sabbia depurata di prima qualità, in tempo per la stagione balneare, è proprio una favola priva di ogni fondamento scientifico. Buona per farsi una risata là per là, ma senza indulgere troppo all’ironia, visto che si tratta di una questione davvero seria, che è auspicabile invece non finisca a mare. O meglio, che quel materiale non finisca al mare, perché allora altro che lavaggio rigenerante! Più che sabbia, avremmo a mare fanghiglia e “vreccelle”: non proprio una condizione ideale.
E pure a terra c’è da sperare che sia nei tratti in concessione che in quelli molto più ristretti liberi si abbia almeno la cura (come qualcuno degli operatori balneari sta già facendo) di utilizzare la “roba” della Siena come base per poi ricoprirla con la sabbia locale. Certo, un aggravio di lavoro per fare questa operazione di “rifinitura”, ma necessario per consentire l’attività balneare, che a diretto contatto con quella “cosa polverosa” non è proprio immaginabile. Tanto più con tutte quelle “vreccelle” sotto i piedi camminando fin sulla riva o addirittura sotto i teli, quando ci si sdraia al sole. E auguriamoci che lo strato di sabbia superficiale sia abbastanza spesso. E che la sistemazione sia fatta bene anche sulle spiagge libere. Altrimenti, converrà andare al mare con una corazza e/o con delle solide calzature ai piedi. I’ che regal ‘stu ripasciment!