Home
Mare Nell’Area Marina Protetta commissariata, la Capitaneria curerà la tutela dei cetacei (?)
Nell’Area Marina Protetta commissariata, la Capitaneria curerà la tutela dei cetacei (?)
Posted about
9 anni ago |

Foto Odo
L’Area marina Protetta delle Isole Flegree ha un debito enorme con il Delphinus delphis. Più che con gli altri cetacei che vivono al largo di Ischia, perchè è la specie più a rischio delle sette che frequentano abitualmente il nostro mare. E perché è stata proprio la sua presenza, così rara e preziosa in tutto il Mediterraneo, a dare un senso alla creazione del “Regno di Nettuno” oltre alla salvaguardia delle praterie di Posidonia. E sono stati gli studi di “Delphis” sui delfini comuni e gli altri cetacei a far conoscere la particolarità del canyon di Cuma e a giustificare, con le raccomandazioni del mondo scientifico a livello internazionale, l’aggiunta all’Area Marina di una ZONA D per la tutela dei cetacei che rappresenta un unicum nell’intero bacino mediterraneo. Eppure, da quando è nata, l’AMP ha fatto pochissimo per onorare la sua funzione e rispettare le sue finalità. In generale, ma soprattutto rispetto alla tutela dei mammiferi marini, in primis i delfini. Un mandato clamorosamente fallito. Finora. Perché oggi, grazie al WORKSHOP MONDIALE SUL DELFINO COMUNE in corso al Regina Isabella a Lacco Ameno si è aperto uno spiraglio, nella coltre che oscura il presente e il futuro prossimo del “Regno”. La partecipazione di qualificati rappresentanti della Capitaneria di Porto di Napoli, che da quasi un anno ha avuto affidata dal Ministero dell’Ambiente la gestione commissariale dell’AMP, si è concretizzata in un impegno pubblico a sostegno della salvaguardia dei delfini.
In questo primo e già prolungato periodo di commissariamento del “Regno di Nettuno”, l’attività di gestione si è obiettivamente limitata alle questioni amministrative e alle incombenze burocratiche, com’era peraltro prevedibile e scontato. D’altra parte, era questo il motivo per cui le sette amministrazioni comunali di Ischia e Procida avrebbero dovuto avere la capacità gestionale e l’intelligenza politica di far funzionare il Consorzio dii gestione dell’Area Marina, che tanto ci si era battuti – anche come comunità isolana – perchè fosse realizzato dagli enti locali, garantendo scelte e azioni adeguate alle esigenze del territorio a terra e a mare. Purtroppo, i Comuni sono andati nella direzione opposta e alla fine già loro avevano creato le condizioni per una paralisi di fatto dell’AMP. Condizione che poi consolidata nell’ultimo anno, con la gestione della Capitaneria di Porto. Che ha anche spostato tutto a Napoli, lasciando a Ischia solo le attività operative che attengono all’attività della Guardia costiera e delle autorità marittime.
La novità di oggi è la partecipazione di una rappresentanza ampia e qualificata della Capitaneria di Porto di Napoli al workshop di Lacco Ameno non solo per una formalità o per un atto di cortesia, come si verifica di solito in questo tipo di eventi. Nel portare il saluto istituzionale dell’organo che ha la gestione dell’AMP, il comandante Cacace, che svolge un importante ruolo operativo, ha assicurato l’interesse verso le attività di studio dei cetacei nel nostro mare e anche la volontà di supportare attivamente nei prossimi mesi la salvaguardia dei delfini e degli altri mammiferi marini del santuario del “Regno di Nettuno”. E alla conferenza stampa finale del workshop, fissata per venerdì prossimo a Napoli, presso la Stazione Zoologica “Anton Dohrn”, la presenza annunciata e finora confermata dell’ammiraglio Faraone in persona è un altro segnale importante di attenzione verso il “Regno” in piena crisi.
Certo, non ci si può aspettare che la Capitaneria opererà come se vi fosse una gestione ordinaria. Sarebbe pura utopia. Però, se già il commissario riuscisse a svolgere appieno la sua funzione di controllo in mare, nello specifico nella Zona D corrispondente alla testata del Canyon di Cuma, si tratterebbe già di un bel progresso nella tutela dei “nostri” cetacei, compresi gli esemplari di Delfino comune. E se poi vi fosse la possibilità di recuperare il progetto del monitoraggio invernale, a cura di Oceanomare Delphis Onlus, che era stato interrotto dopo la prima annualità dal Consorzio intercomunale, poco prima del commissariamento, sarebbe cosa buona e giusta. La brusca interruzione di una delle pochissime iniziative da Area marina Protetta, perdipiù adottata ben sette anni dopo l’istituzione, resta il suggello finale al fallimento della gestione ordinaria. E l’ultimo tradimento della buona causa della tutela dei cetacei nel “Regno di Nettuno”. Causa che speriamo sia presto riscoperta e perseguita con coerenza, impegno ed efficacia.