E’ una realtà in crescita negli ultimi anni ovunque e Ischia non fa eccezione. Ed è tra i segnali di novità più interessanti che si evidenziano sull’isola. Grazie all’iniziativa di tanti cittadini, di varie età e di differente formazione, che in modo spontaneo e individuale stanno determinando una piccola rivoluzione culturale, con implicazioni economiche significative, oltre che sul fronte di una gestione ecocompatibile del territorio. Perciò la diffusione degli orti familiari è stata uno temi presentati e approfonditi ieri, presso i Giardini Ravino, nel corso del convegno Mangiasano, promosso dall’Associazione Vas, dall’Associazione Il Germoglio e dall’Ips Telese. E al termine del confronto, per dare un seguito all’insegna della concretezza a quanto ne era emerso, i partecipanti sono stati i primi firmatari di una petizione popolare indirizzata ai sei Sindaci isolani per la CREAZIONE DI ORTI SOCIALI.
La petizione parte dalla presa d’atto che, appunto, si assiste anche a Ischia ad una diffusione degli orti finalizzata sia al consumo d prodotti genuini che ad una riscoperta del “bisogno di vivere secondo i ritmi della natura”; che sull’isola ci sono molti terreni coltivati e/o abbandonati, sia pubblici che privati; che in varie parti d’Italia, i Comuni “hanno recepito le richieste di molti cittadini di poter disporre gratuitamente di piccoli appezzamenti di terreno.
Dopo queste valutazioni, la petizione propone ai Sindaci di “emanare bandi pubblici per raccogliere anche sull’isola d’Ischia le richieste di singoli cittadini, interessati a coltivare gratuitamente appezzamenti di terreno, secondo le dimensioni che saranno definite dopo eventuale censimento delle aree comunali e nell’ambito di quella politica che si va notevolmente radicando ovunque, destinata a creare e a diffondere la cultura e la pratica dei cosiddetti “orti sociali” per il benessere di ogni singolo cittadino e per quello comune”. Nelle prossime settimane proseguirà la raccolta di firme in giro per l’isola, per arrivare quanto prima alla formalizzazione della richiesta presso tutti i Municipi.
Dal convegno, su proposta di Gianni Vuoso, e con il sostegno di tutti i partecipanti sono partite altre due proposte. La prima suggerisce a chi coltiva un orto anche domestico, oltre che alle aziende agricole, di “adottare” un bambino, per avvicinarlo alla conoscenza della natura, per fargli vivere direttamente il piacere e la gratificazione di lavorare la terra, di imparare a coltivarla e di raccoglierne i frutti. L’occasione per trasmettere ai più giovani un patrimonio di conoscenze e di cultura, insieme ad una vera sensibilità ambientale, che non può essere disgiunta dalla frequentazione e dall’amore per la terra.
La seconda proposta è di introdurrre un divieto di esposizione di prodotti ortofrutticoli all’interno dei negozi, per evitare che in tanti continuino a tenerli all’aperto, esposti ai fumi e agli scarichi dei veicoli in transito sulla strada.