Dopo la contestata circolare diffusa la scorsa settimana dal subcommissario sanitario dell’Asl Na2 Nord, Luigi De Paoli, che annullava la flessibilità dell’orario di entrata in servizio mattutino di cui da tre anni usufruivano i lavoratori pendolari dell’ospedale “Rizzoli”, si è svolta stamattina la riunione convocata a Monteruscello per discutere la delicata questione, così come avevano tempestivamente chiesto le organizzazioni sindacali. E si è trattato di un incontro chiarificatore molto produttivo, concluso con la revoca del provvedimento entrato in vigore da pochi giorni, ma soprattutto con l’impegno a rappresentare in Regione le condizioni difficili degli operatori sanitari non residenti sull’isola.
Il provvedimento firmato da De Paoli era stato subito contestato dai lavoratori e dai sindacati – Uil, Cgil, Fials e Fsi - per il suo scarso realismo, vista l’effettiva impossibilità dei pendolari di raggiungere l’ospedale entro l’orario normale d’inizio del turno del mattino, ovvero le ore 8.00. Una storia che va avanti da tre anni, dopo la modifica dell’orario di partenza da Pozzuoli del traghetto solitamente usato dai pendolari per arrivare in ospedale alle 8.00. E considerato che allora come oggi la stragrande maggioranza del personale del “Rizzoli” non è residente a Ischia, ma deve affrontare la traversata via mare e spesso anche spostamenti lunghissimi in terraferma, l’Asl fu costretta giocoforza a consentire un orario d’ingresso flessibile, molto spostato in avanti rispetto al consueto. Con conseguenze organizzative non di poco conto né di modesto impatto sul funzionamento dei reparti e sui turni di lavoro stessi, ma alternative non ce n’erano.
E non ce ne sono. Come ha dimostrato la sostanziale inapplicabilità del provvedimento del subcommissario. Che stamattina l’ha giustificato con una richiesta specifica della direzione sanitaria del “Rizzoli”, che “lamentava un orario di lavoro diverso da quello regolamentato dalla disposizione precedente (quella di tre anni fa, ndr)”. Negli ultimi giorni, tuttavia, a Monteruscello si sono resi conto che la questione non poteva essere affrontata con l’accetta come avevano fatto, semplicemente ripristinando l’orario normale pur non essendo venute meno le cause che ne avevano determinato la modifica. E il subcommissario ha riconosciuto “le enormi difficoltà scaturenti dagli orari dei traghetti”. Di qui la decisione di confermare la flessibilità in entrata fino alle ore 9.30.
Ma dalla dirigenza dell’Asl è arrivata anche la richiesta ai sindacati, bene accetta da questi ultimi, di valutare “tutte le criticità che affronta il lavoratore pendolare per giungere sul posto di lavoro”. Non un cahier des doléances fine a sé stessa, ma per presentarlo all’ente di Santa Lucia “per i provvedimenti di competenza e al fine di ottenere una risposta concreta da parte della Regione per risolvere le problematiche”. Dunque, stavolta a Napoli non potranno fare come se non fosse cosa loro, come in passato, e continuare a ignorare le esigenze primarie del territorio nella definizione degli orari dei collegamenti marittimi, sui quali la Regione dovrebbe intervenire con efficacia e tempestività.
Intanto, è convocato un nuovo incontro per domani mattina tra dirigenza Asl e sindacati per discutere di “MOBILITA’: I REQUISITI DI ISCHIA”. Anche su questo tema caldo della mobilità del personale pendolare che da più tempo lavora sull’isola per poter essere trasferito presso presidi della terraferma, bisognerà identificare le criticità da risolvere per chiedere un intervento ad hoc della Regione.