Ci ha messo poco il consigliere per la Sanità del governatore De Luca, Enrico Coscioni, a cambiare posizione sul destino dell’Utic dell’ospedale “Rizzoli”. Pochi minuti e pochi passi, quelli che hanno separato le sue dichiarazioni in piazza Antica Reggia alla sottoscritta, davanti al folto gruppo di manifestanti procidani che gli chiedevano conto del destino di Procida, e le dichiarazioni rese ad una testata locale al di là del cancello, nella quiete del Palazzo reale. Un vero cambiamento a 360 gradi, un’illuminazione sulla salita dell’antica residenza del protomedico Francesco Buonocore. Di cui non c’è che da prendere atto, per quello che potrà valere in concreto nei prossimi giorni, nelle prossime settimane. Alla pari delle tempestive rassicurazioni del presidente della Commissione Sanità Topo, che pure lui aveva gettato acqua sul fuoco delle preoccupazioni manifestate dagli ischitani sul futuro dell’Utic. D’altra parte, si è capito che la parola d’ordine dei politici regionali è di minimizzare la vicenda e spargere miele, per evitare che a Ischia – come già a Procida – si alzino i toni e si pretendano impegni precisi e fatti consequenziali, oltre le solite promesse che lasciano il tempo che trovano. Ma sono le esperienze pregresse (IL CASO SIR SOPRA TUTTI) che invitano gli ischitani a non abbassare la guardia, perchè le parole se le porta il vento. E la soppressione dell’Utic, invece, è già prevista nel Piano ospedaliero regionale.
Ma torniamo alle esternazioni del consigliere regionale, che è anche medico, per la precisione cardiochirurgo presso l’Ospedale di Salerno, oltre a vari incarichi universitari. Ad una precisa domanda sul destino dell’Utic di Ischia, la sua risposta è stata un’altra domanda: “Signora, lei lo sa cos’è un’Utic e a cosa serve?”. E un’altra ancora: “Quali patologie si curano in un’Utic?”. Forse l’abitudine a fare esami all’università ha condizionato l’inizio di uno scambio che il consigliere non ha gradito e non ne ha fatto mistero. Non sono laureata in Medicina, non ho i suoi titoli accademici, ho fatto altri studi. Ma cos’è un’Utic e quale sia la funzione di quella specifica del “Rizzoli” l’ho imparato, da profana della materia, quando le ho dovute frequentare perchè c’è stata ricoverata una persona a me molto cara. E so bene, perchè l’ho vissuto per anni sulla mia pelle, cosa voglia dire convivere con l’ansia di un persona di famiglia cardiopatica che può avere una crisi di notte, d’inverno, con il mare in burrasca e il vento forte che non fa partire l’idroambulanza nè alzare in volo l’elicottero. E come la presenza dell’Unità coronarica a Lacco Ameno sia già un primo, serio motivo di rassicurazione e di tranquillità che, in caso di bisogno, anche in condizioni meteo estreme, non tutto è perduto.
Perciò, sull’Utic in particolare e sull’ospedale in generale, i miei non possono e non potranno mai essere toni da conversazione salottiera, neppure con politici, più o meno titolati, come stamattina mi ha rimproverato di non avere il Sindaco di Forio, Del Deo, a cui dopo il breve deludente scambio con Coscioni, ho chiesto con educata forza di rappresentare nel convegno ovattato le esigenze degli ischitani sull’Utic e non solo, visto che i Sindaci sono (dovrebbero essere) i primi tutori della salute pubblica.
Allora, alla mia risposta non da manuale d’esame, che l’Utic serve a salvare vite umane e che tratta infarti e crisi ischemiche, il dottor Coscioni ha risposto che per avere un’assistenza adeguata bisogna fare riferimento a centri specializzati, per cui i pazienti vanno trasferiti. E quando ho eccepito sulla stabilizzazione, mi ha risposto: “Per quella basta un anestesista rianimatore, non c’è bisogno di Utic”. La situazione che c’era a Ischia prima dell’avvento dell’Utic, quindici anni fa. Ma allora, perchè fu creata l’Utic? Perchè serviva e migliorava il livello di assistenza garantito a fatica fino ad allora al “Rizzoli”. E stando ai dati di occupazione dei letti dell’Utic e di numero di casi e di patologie trattate, a occhio quei posti di Utic sono serviti e hanno ripagato ampiamente l’investimento di allora.
Ma come, stamattina non erano venuti a fare un convegno sull’”IMPLEMENTAZIONE DI MODELLI SANITARI” SULLE PICCOLE ISOLE?
E, invece, per il consigliere Coscioni Ischia potrebbe tornare a vent’anni fa. “Avete i posti di Cardiologia…non si accanisca sul numero di posti…”. Che è precisa precisa la “filosofia” del Piano ospedaliero regionale. Di cui il consigliere ha ribadito sostanzialmente le logiche e le scelte, anche sul destino dell’ospedale di Procida. Altro che “errore” già corretto, come si era affrettato ad assicurare il presidente Topo qualche giorno fa.
Dulcis in fundo, la ciliegina: “Ma poi, voi ischitani dove eravate quando non c’era personale in ospedale? Perchè non avete protestato nei cinque anni precedenti?”. La questione politica nel finale. Ma , certamente senza saperlo, ha proprio sbagliato persona. E anche sulle posizioni degli ischitani è informato male. Perchè le proteste sulla sanità, prima di De Luca, ci sono state eccome. Quelle sulla Salute Mentale distrutta all’epoca di Caldoro, cos’erano? Un anno fa, i presidi davanti al Calise, durante le visite dei candidati alla Regione, cos’erano? In quell’occasione, De Luca assunse degli impegni sulla Salute mentale che non hanno ancora trovato riscontro. Vogliamo (ri)parlare pure di questo?
Comunque, evidentemente, il consigliere ci ha ripensato sul ruolo dell’Utic ischitana, mentre saliva verso il Palazzo delle Reali Delizie. Lontano dal clamore e dai toni irritanti della folla. E così ha trovato poi il modo di dichiarare al una testata locale che l’Utic di Ischia serve e sarà mantenuta. Mi rallegro per la buona nuova. Hai visto, bastava trovare l’intervistatore giusto per ottenere questo riconoscimento con promessa collegata. Chapeau, per il felice esito della mattinata!
Pur tuttavia, visto e considerato che si può cambiare idea su certi argomenti così seri e importanti, anche per Coscini vale quello che vale per Topo, per De Luca, Caldoro e tutto l’arco costituzionale: SENZA ATTI CHIARI E INEQUIVOCABILI, GLI INVITI AL SILENZIO E ALL’ATTESA SPERANZOSA SONO IRRICEVIBILI. TRA NAPOLI E ROMA CORREGGANO L’”ERRORE” SULL’UTIC E A ISCHIA POTREMO ABBASSARE LA GUARDIA E I TONI. FARLO A SCATOLA CHIUSA, SULLE PROMESSE DI UN MATTINO, SAREBBE UN REGALO CHE FINORA LA POLITICA NON SI E’ GUADAGNATO.