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Sanità Via libera dell’Asl alla mobilità dei paramedici pendolari da Ischia e Procida alla terraferma
Via libera dell’Asl alla mobilità dei paramedici pendolari da Ischia e Procida alla terraferma
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9 anni ago |

Foto Qui Ischia
Si è discusso anche del riconoscimento delle isole come zone disagiate
Era una richiesta avanzata da mesi. Sollecitata di continuo dai lavoratori interessati ad avvicinarsi alla zone di residenza, dopo lunghi anni di viaggi per raggiungere Ischia dalla terraferma e viceversa, spesso da posti lontanissimi e con la difficoltà aggiuntiva del percorso via mare in orari del tutto scoordinati rispetto ai collegamenti terrestri. E stamattina i rappresentanti sindacali del personale infermieristico dell’Asl Na2 Nord hanno ottenuto l’atteso incontro con i vertici aziendali sul tema della mobilità dalle isole verso la terraferma. Mobilità che oggi è stata concordata formalmente, per cui, dopo averne definito congiuntamente i criteri, l’Asl procederà a redigere le graduatorie che daranno il via ai trasferimenti da Ischia e Procida. E, contemporaneamente, a quelli dei paramedici in entrata dalla mobilità extraregionale verso le Isole Flegree. E sarà un turn over ampio, seppure per forza di cosa graduale, visto che ad esserne interessati in uscita saranno oltre 40 infermieri. E altrettanti dovranno sostituirli.
Dunque, nei prossimi mesi, una parte significativa dei pendolari “storici” dei presidi di Ischia e Procida otterrà l’auspicato avvicinamento alle località di residenza. A sostituirli sulle isole saranno gli infermieri campani che attualmente lavorano in altre parti d’Italia e che sono già entrati nelle graduatorie per il ritorno nella regione d’origine. Anche stavolta lo scotto da pagare – perchè così lo considerano – saranno le sedi isolane, dove a termini di contratto (come si è sempre fatto e si spera sia anche stavolta) dovrebbero rimanere per almeno 5 anni, prima di poter immaginare di chiedere e di ottenere un trasferimento in terraferma. Dove, a parte gli isolani, tutti vogliono lavorare.
D’altra parte, se il lavoro sull’isola è un sacrificio di cui liberarsi appena possibile, è perché al disagio, anche economico, non corrisponde alcun beneficio. Ciò che non sarebbe se anche Ischia e Procida (pare che l’abbia chiesta o stia per farlo anche Capri) venissero riconosciute come SEDI DI LAVORO DISAGIATE. Che è quanto è stato espressamente chiesto con forza dai sindacati durante la riunione di questa mattina, con una formalizzazione della richiesta stessa nel verbale della seduta. E, da parte sua, il commissario D’Amore ha mostrato attenzione e disponibilità, assumendo l’impegno di farsi parte attiva presso la Regione per sostenere una risposta positiva ad una istanza assolutamente logica e fondata.
A supporto di questa richiesta, le organizzazioni sindacali hanno predisposto per iscritto un promemoria in cui sintetizzano tutti i disagi, le difficoltà e le peculiarità del lavoro sulle isole, sia da parte dei pendolari che si spostano anche da zone molto lontane sia da parte dei colleghi isolani, penalizzati dal dover supplire alle assenze e ai ritardi dei “forestieri” a causa delle condizioni meteo avverse o di problemi nei collegamenti marittimi e terrestri. Vedremo cosa decideranno a Santa Lucia.