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Sanità C’ann pur trattat! Tra Piano sanitario e Atto aziendale quel “Rizzoli” che non esiste
C’ann pur trattat! Tra Piano sanitario e Atto aziendale quel “Rizzoli” che non esiste
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9 anni ago |

- Foto Qui Ischia
Il paradosso è grande come una casa. O meglio, come l’ala mancante dell’ospedale “Rizzoli”. E continua a ingigantirsi, man mano che si trasmette da una decisione all’altra, da un documento all’altro di quelli che sono stati partoriti ultimamente dalla Regione e dal commissario Polimeni. Per le prime e i per i secondi, infatti, Ischia ha ottenuto un potenziamento dei suoi servizi ospedalieri. E a dimostrarlo ci sarebbe l’incremento dei posti letto, che dopo essere stato stabilito nel nuovo, contestato Piano ospedaliero ancora al varo dei ministeri competenti, è stato anche recepito nel nuovo Atto aziendale, appena redatto a Monteruscello.
Completato nei giorni scorsi dall’attuale triade commissariale, l’Atto aziendale della Na2 Nord è stato trasmesso alla Regione per l’approvazione definitiva. Che si è saputo non arriverà prima del prossimo 28 luglio, ovvero alla vigilia di agosto, per cui per la sua concreta attuazione bisognerà aspettare settembre. Uno slittamento che in molti interpretano come il segnale dell’intenzione del governatore De Luca di procedere prima alla nomina del DIRETTORE GENERALE, chiudendo la fase di commissariamento che va avanti da circa un anno. Per le sue caratteristiche, del resto, l’Atto aziendale dovrà essere applicato da un dirigente con un incarico non provvisorio, come per definizione è quello di commissario.
Comunque, da quello che trapela, la bozza dell’Atto aziendale riconosce alla nostra isola condizioni che sono considerate particolarmente favorevoli per via dell’incremento di posti letto mutuato dal Piano ospedaliero. Entrambi i documenti che disegnano il futuro della sanità pubblica sul territorio indicano una CAPIENZA MAGGIORE rispetto alla situazione attuale. Una bella notizia. Che tale è, però, solo sulla carta.
Allo stato, non c’è alcuna possibilità che gli 88 posti letto assegnati al “Rizzoli” possano diventare realtà. Semplicemente, perchè non c’è lo spazio fisico per sistemarli. Nella sua dimensione attuale, l’ospedale isolano è al massimo della capienza possibile. Già da tempo, nelle stanze di degenza che all’inizio erano destinate ad ospitare 4 letti si è arrivati a 5 e le dimensioni dei locali non consentono ulteriori inserimenti. Tutti gli spazi disponibili sono occupati e utilizzati al massimo. Di libero ci sono solo i corridoi, dove vengono sistemate le barelle, usate come letti aggiuntivi nel caso, sempre più frequente, in cui vi sia piena occupazione dei posti “ufficiali”.
Dunque, nel migliore dei casi quella indicata dal Piano ospedaliero e avallata dall’Atto aziendale è una possibilità nel lungo periodo, un’idea tutta da realizzare, ripartendo da zero visto che il progetto di ampliamento originario venne affossato a Napoli e Roma tra il 2010 e il 2011. E che i 3 milioni di finanziamento già assegnati furono ingoiati da altri capitoli del bilancio statale. Per cui oggi bisognerebbe anche ripartire con la ricerca e l’attribuzione di nuovi fondi, secondo un iter lungo e complicato, come il recente passato ci ha purtroppo insegnato.
Ciò nonostante, i nuovi atti di indirizzo e di gestione dei servizi sono articolati come se quell’ala aggiuntiva del “Rizzoli” fosse stata costruita e fosse oggi praticabile e fruibile per consentire l’ampliamento che era stato già previsto e progettato nel 2001. Ampliamento che era stato deciso per recuperare i posti letto che la ristrutturazione d’inizio secolo aveva sacrificato. Allora si pensava temporaneamente, poi i fatti hanno dimostrato il contrario. Per cui, alla fine, gli 88 posti di cui adesso si ragiona non sono (sarebbero) altro che la restituzione, anche parziale, di una capienza che apparteneva al “Rizzoli” nella sua configurazione originaria. E che, venendo a mancare negli ultimi anni, ha reso il PRESIDIO lacchese assolutamente INSUFFICIENTE E INADEGUATO rispetto alle ESIGENZE MINIME dell’isola.
Pare però che a POLIMENI e a chi ha lavorato sui suoi atti anche a Monteruscello questa realtà del nostro ospedale sia completamente ignota. Ma quali dati e informazioni e forniti da chi hanno usato per definire misure e interventi privi dei presupposti essenziali? E che senso ha organizzare i servizi sulla base di ciò che non esiste e che potrà eventualmente esserlo solo tra chissà quanti anni?
Per adesso tra Piano ospedaliero e Atto aziendale si sta alimentando un paradosso inquietante. Tanto più che si vuole far passare il messaggio che Ischia è stata beneficiata e trattata da prima della classe, addirittura con un potenziamento! Peccato che si tratti di un GIOCO DI ILLUSIONISMO. E nulla più. E che la realtà quotidiana racconti tutta un’altra storia.
Ma qualcuno vuole sollevare il problema nelle sedi istituzionali e chiedere risposte chiare sulla dotazione reale di posti letto e di servizi al “Rizzoli”, mettendo fine a questa imbarazzante pantomima?