Francesca Ceci
E’ un giorno d’estate, a Sant’Angelo. Passeggiando per il borgo, una turista nota nell’espositore dell’edicola un volumetto delle “Rime” di Vittoria Colonna. Strano incontro, del tutto inaspettato in quel contesto. Ma per lei, che non esita a comprare il libricino, ha un significato del tutto particolare. Con la grande poetessa rinascimentale ha un cognome in comune. E non per caso. La famiglia è la stessa, Vittoria è una sua antenata. La più illustre rappresentante femminile di un casato che conta, tra gli uomini, numerose personalità di rilievo nella storia d’Italia e non solo. Eppure, per Lucilla, quel volumetto è il primo contatto diretto con una delle maggiori poetesse italiane di ogni tempo. Comincia a leggerlo subito, lo porta con sé al ritorno a Roma e se lo tiene a lungo sul comodino, prendendo poco a poco confidenza con il linguaggio e la poetica di Vittoria. Che attraverso le “Rime” comincia a rivelarsi alla sua giovane discendente, coinvolgendola sempre più nel suo mondo e nella sua storia. E dieci anni dopo, quel percorso di conoscenza e confidenza iniziato in un giorno d’estate a Sant’Angelo, approda su un set cinematografico. Dove si gira un film dedicato a Vittoria Colonna e al suo tempo. A firmarlo, come sceneggiatrice e regista, è LUCILLA COLONNA, che ha scelto di raccontare la sua antenata per realizzare il suo primo lungometraggio, FESTINA LENTE (Affrettati lentamente), dopo aver ottenuto già diversi riconoscimenti come autrice di “corti” e del romanzo “Effetto morphing” nel 2005.
“Tutto è iniziato a Ischia e l’ho sempre dichiarato nelle interviste che ho rilasciato finora”, sottolinea Lucilla Colonna, soddisfatta per l’attenzione e il successo che il suo film ha già riscosso all’estero. E’ di pochi giorni l’ottimo risultato al WILD ROSE FILM FEST, punto di riferimento per tutti i cinefili degli Stati del Midwest degli USA, dove le 9 nomination iniziali si sono tradotte in due menzioni speciali per SCENEGGIATURA e la SCENOGRAFIA e nei Premi per il MIGLIOR FILM, MIGLIOR REGIA, MIGLIORE ATTRICE E MIGLIORI COSTUMI. Questi ultimi già premiati all’INTERNATIONAL INDEPENDENT FILM AWARD californiano. Mentre la protagonista Francesca Ceci aveva già conquistato un altro premio al BARCELONA PLANET FILM FESTIVAL.
NEGLI USA E’ CONSIDERATO UN CAPOLAVORO
Francesca Ceci e Filippo Gili
E’ piaciuto molto al pubblico e alla critica statunitense, FESTINA LENTE, tanto da arrivare a definirlo “masterpiece” (capolavoro) sui social collegati al Festival. Ed è certamente significativo che nel 2016 abbia trionfato una storia del Rinascimento italiano, incentrata sulla figura di una donna che sei secoli fa riuscì, grazie alle sue capacità umane e intellettuali, a ritagliarsi un ruolo di primo piano non solo in campo culturale, ma anche politico e finanche etico-religioso. Una donna di grande spessore, che seppe guadagnarsi stima e amicizia dai grandi dei suo tempo, e che si conquistò un’autonomia di giudizio e di scelta abbastanza inconsueta anche in un periodo storico “in cui le donne poterono usufruire di una libertà di esprimersi che poi non avrebbero più avuto fino ai nostri giorni”, spiega Lucilla Colonna. “Basti pensare che Vittoria, dopo essere rimasta vedova da giovane, non volle più risposarsi, nonostante le fortissime pressioni della famiglia e i numerosi pretendenti, e riuscì a mantenere ferma la sua decisione”.
E’ per questa sua spiccata personalità e per la sua opera che a Vittoria sono stati dedicati tanti studi, saggi, scritti, convegni e relativi atti. Un mare magnum in cui Lucilla si è mossa con crescente disinvoltura negli ultimi dieci anni, durante i quali ha cercato di sapere e di documentarsi quanto più possibile sull’illustre ava: “Ho scoperto che Vittoria è molto conosciuta e studiata all’estero, forse più che in Italia. Ho trovato cose su di lei ovunque. Molto anche in Spagna. D’altra parte, è a lei che scriveva l’imperatore Carlo V, che quando venne in Italia, volle andare a trovarla”.
MAI PRIMA UN OMAGGIO CINEMATOGRAFICO
L’unico omaggio che nessuno aveva pensato di rivolgere alla marchesa di Pescara era quello cinematografico. “Una volta Maria Grazia Cucinotta dichiarò che avrebbe voluto interpretare Vittoria – commenta Lucilla – ma poi non si è realizzato. Così, ad un certo punto di questo lungo percorso di studio, ho pensato di scriverlo e di farlo io, per non perdere le nostre radici e conservare un pezzetto di memoria del nostro passato e della nostra cultura”. E’ nato così il progetto di un grande affresco storico in cui s’inquadra la storia della poetessa romana. Lo spunto lo ha offerto il famoso ritratto di SEBASTIANO DEL PIOMBO, in cui Vittoria è raffigurata con un libro nella mano sinistra e la destra sul cuore: “Ho scelto come filo conduttore del film il RAPPORTO CON LA CARTA. All’epoca di Vittoria si trattò di un passaggio tecnologico non meno rivoluzionario di quelli che caratterizzano questo nostro tempo. I primi libri stampati rappresentarono un modo nuovo per far circolare idee e cultura”. E quei libri uscivano dalla bottega di ALDO MANUZIO a Venezia. “Festina lente”, il nome di quelle edizioni, contrassegnate dal marchio dell’ancora e del delfino, “che è anche il logo del film”, sottolinea Lucilla. E con quei libri, presenti anche nella sua biblioteca, Vittoria aveva confidenza. E dopo la sua morte divennero un libro anche le sue “Rime”, pubblicate da “Festina lente” dal figlio di Aldo Manuzio.
Lucilla Colonna
Produzione indipendente, il film della Colonna ha avuto il patrocinio del Comune di Fabriano, la città della carta, dove il 20 giugno è fissata anche la prima nazionale di “Festina lente”. “Non abbiamo avuto nè abbiamo mai chiesto finanziamenti – dice Lucilla – Il progetto è piaciuto e ha coinvolto diverse persone e vari sponsor tecnici. Una parte degli abiti, che sono un aspetto importante del film, ci sono stati messi a disposizione dal Palio di Fabriano. Mentre gli altri sono stati disegnati su documenti d’epoca e realizzati dall’Istituto Professionale “Colonna-Gatti”. Nettuno, poi, è stato uno dei luoghi in cui abbiamo girato, nel Castello di Torre Astura e nel Forte Sangallo, che appartenevano ai Colonna”. Altro set è stato il castello di Palombara Sabina, “che abbiamo scelto perché chiuso al pubblico, come molti altri luoghi nascosti in cui abbiamo girato. Posti bellissimi, rimasti inalterati e incontaminati che ci piace far conoscere attraverso il film”.
QUEI GIORNI E QUELLE NOTTI SUL CASTELLO D’ISCHIA
Non c’è stata Ischia fra i set. Ma la nostra isola, tanto legata alla vita e all’opera di Vittoria Colonna è comunque entrata nel progetto del film. “Ci stavo lavorando già qualche anno fa -racconta la regista – quando a fine agosto sono venuta a Ischia e ho deciso di alloggiare presso l’albergo “Il Monastero” sul Castello. Volevo ritrovare i luoghi dove Vittoria aveva vissuto e aveva animato il cenacolo letterario e artistico. Ho ricevuto un’accoglienza straordinaria, in un ambiente indimenticabile. Erano serate di luna rossa, ricordo, e tutto era molto evocativo, a cominciare dalla cattedrale. Volevo scoprire cosa avesse sentito, visto, percepito Vittoria e la notte, quando non c’erano turisti in giro, andavo a scoprire il Castello. Davvero nel silenzio della notte si sente anche un sassolino che precipita nel mare. E poi una sera, mi capitò di ascoltare all’improvviso sonorità rinascimentali: sull’isola c’era un concerto di Angelo Branduardi. Un’emozione bellissima. Di quella notte ricordo anche uno spettacolo di fuochi artificiali, il più bello della mia vita”.
Dopo la Spagna e gli Usa, adesso è il momento di presentare “Festina lente” anche in Italia. Finora è stato proposto il backstage a Marino e a Bergamo. E’ previsto un appuntamento a Nettuno e poi il film andrà in giro per l’Italia. “Ma ci tengo ovviamente a presentarlo a Ischia, ho chiesto all’ISCHIA FILM FESTIVAL”. E la risposta è stata positiva. Così, dovremmo vedere presto “Festina lente”, che inizia proprio con una scena legata alla presenza della poetessa sull’Insula Minor. Dieci anni dopo l’incontro con le “Rime” a Sant’Angelo, è giusto che il percorso si completi tra le mura familiari a Vittoria fin dalla più tenera età.