A Monteruscello si sono svegliati, ma stavolta la buttata di confetti non basta

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Foto Qui Ischia

Sarà pure una semplice coincidenza. Ma certo la tempestività abbastanza inconsueta mostrata dall’Asl negli ultimi giorni, in concomitanza con le iniziative pubbliche a tutela del diritto alla salute degli isolani, per il quale si svolgerà la manifestazione del 28 luglio, fa pensare. Dunque, come sarà come non sarà, a Monteruscello sono riusciti a completare l’iter dell’avviso pubblico per reclutare nuovi ANESTESISTI. Ciò che consentirà di inviare a Ischia i rinforzi che dovrebbero garantire il funzionamento della Rianimazione e lo svolgimento di tutti gli altri compiti, a cominciare dall’attività in sala operatoria. Una buona notizia, che fino alla settimana scorsa sembrava lontana anni luce, nel bel mezzo di uno dei periodi più duri, se non il peggiore, per il reparto creato dal nulla da Paolo Cagliolo. Costretto dalla carenza di medici a liberare i letti e a bloccare nuovi ricoveri, dunque a chiudere.  Anche se da Monteruscello hanno continuato a negare l’evidenza. Salvo poi doverla confermare indirettamente con questa conclusione in tempi record di un avviso pubblico che andava avanti da un po’.

E sempre negli ultimi giorni sono usciti anche 5 INFERMIERI da destinare a Ischia, oltre quelli in arrivo nei prossimi mesi per sostituire i colleghi che, dopo tanti anni da pendolari per raggiungere l’isola, saranno esauditi nella loro richiesta di tornare a lavorare in terraferma, più vicino alle località di residenza.

Comunque, 5 infermieri sono un passo avanti e il loro invio deve essere giudicato positivamente. Detto questo, restano UNA GOCCIA NEL MARE di una carenza cronica che negli ultimi anni, con i blocchi di turn over e assunzioni, si è trasformata in una falla gigantesca. Siamo arrivati ad un numero di operatori in servizio, che non arriva a coprire neppure la dotazione minima oltre la quale diventano altissimi i rischi anche per l’utenza. DUE SOLI INFERMIERI PER TURNO (i turni vecchi, non certo quelli prescritti dalle norme europee entrate in vigore anche in Italia), sia in sala operatoria come in reparti sempre al massimo della capienza e oltre - vedi le barelle che incrementano i posti letto in Medicina -  sono al di sotto del limite tollerabile e si avvicinano alla condizione che mette in discussione la funzionalità stessa dei singoli reparti.

E come se non bastasse, da qualche settimana, a causa della drammatica penuria di operatori socio-sanitari, che sono stati concentrati nel Pronto Soccorso, gli infermieri in servizio si debbono sobbarcare anche le attività che dovrebbero essere svolte proprio dagli OSS.

In queste condizioni, 5 infermieri, divisi per i reparti e per i turni, sono appena un sorso d’acqua nel deserto. Serve anche quello, ma sposta di poco l’asticella. Si può plaudire alla dimostrazione di buona volontà di D’Amore, da pochi giorni nominato direttore generale. Ma non sono certo questi pannicelli caldi a risolvere in modo  appropriato le debolezze dell’unico ospedale isolano.

Se anche solo l’aver avviato la mobilitazione degli ischitani sul tema di primario interesse collettivo quale è la SALUTE ha mosso qualcosa nelle acque ferme (e stagnanti) da anni, è già un PRIMO RISULTATO. Né sufficiente, però, né risolutivo. Per cominciare a mettere a posto gli aspetti fondamentali ci vuol altro, ben altro. E non tutto dipende dai vertici aziendali, ma c’è bisogno della volontà e delle scelte conseguenti della Regione.

Perciò, per creare le premesse per il passaggio successivo, è fondamentale che la mobilitazione popolare appena avviata continui, si rafforzi e produca proposte per una utile interlocuzione con chi ha la responsabilità di assicurare anche agli ischitani un diritto alla salute come quello che l’articolo 32 delle Costituzione riconosce a tutti i cittadini della Repubblica.

Stavolta una buttata di confetti non basta. Giovedì 28 tutti in piazza per costruire qualcosa di serio e di duraturo!

 

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