Dopo 4 anni di assenza e di “figurelle”, torna il Servizio interpreti al “Rizzoli”. Era ora!

rizFinalmente, il neomanager dell’Asl D’Amore ha sistemato un altro dei guai lasciati dal duo Ferraro-Iovino. Dopo ben quattro anni, sta per riprendere il Servizio interpreti al “Rizzoli”. Sarà già attivo dal 26 luglio, perchè la delibera pubblicata oggi all’Albo pretorio aziendale ne prevede l’applicazione immediata, data l’urgenza delle esigenze da soddisfare. Quelle dei numerosi turisti che, dovendo fare ricorso all’ospedale per motivi più o meno seri di salute, hanno bisogno di capire e dii farsi capire dal personale chiamato a prestare loro cure e assistenza. E l’assenza di mediazione linguistica negli ultimi anni è stata causa di notevoli disagi, di grossi problemi di comunicazione e, in generale, ha rappresentato una grave carenza del sistema di accoglienza dell’isola che vive di turismo.

“Servizio di accoglienza per turisti stranieri presso il presidio ospedaliero Anna Rizzoli — anno 2016″, questo il titolo e l’argomento della delibera 675, firmata dall’intera dirigenza aziendale (D’Amore firma ancora come commissario) pochi giorni fa e in vigore dalla giornata di oggi. Un provvedimento in cui si fa esplicito riferimento alla precedente delibera del 2012, l’ultima ad aver confermato il servizio, prima degli anni bui in cui i turisti stranieri malati sono stati abbandonati a loro stessi, per esclusiva responsabilità degli allora vertici di Monteruscello. In quel precedente atto, il servizio “di accoglienza, informazione ed interpretariato” era frutto di una collaborazione tra l’Asl e le tre associazioni di categoria degli albergatori, ovvero Assotermalisti, Industriali del Turismo e Federalberghi. Nella configurazione attuale è prevista ancora una COMPARTECIPAZIONE DEGLI OPERATORI TURISTICI ISOLANI.

Il progetto di riattivazione del servizio è stato redatto e presentato all’attenzione dell’Asl dalla Cooperativa Sociale Kairos, che lo aveva gestito dal 2006 al 2012. E la richiesta è stata sostenuta dalla direzione dell’ospedale isolano, ben consapevole delle difficoltà quotidiane incontrate dagli operatori nel rapportarsi ai pazienti stranieri e di questi ultimi nel vivere l’esperienza dell’accesso e in diversi casi anche della degenza presso il “Rizzoli”. Ci sono state TANTE SITUAZIONI CRITICHE in cui la diversità linguistica ha svolto un ruolo tutt’altro che secondario nell’accentuare il disagio dei malati e la distanza tra loro e il personale sanitario. Sia in Pronto soccorso che nei reparti, i malati stranieri si sono trovati nel momento per loro di maggiore difficoltà e debolezza in un Paese straniero e con l’ostacolo aggiuntivo di una lingua sconosciuta, che impediva loro di spiegare i loro disturbi, di rispondere alle domande dei sanitari e, al contempo, di capire le informazioni e le notizie che da quelli arrivavano.Per il numero assolutamente esiguo di operatori sanitari con una adeguata padronanza dell’inglese e del tedesco, l’accoglienza in ospedale degli stranieri è stata per quattro anni un’impresa, ardua in molti casi. Alla faccia della presentazione telefonica, rimasta bilingue, del “Krankenhaus Rizzoli”.

Secondo quanto previsto dalla delibera che riattiva e modula il servizio 2016, l’Asl non avrà alcuna responsabilità diretta nè alcun onere di assicurazione e di inquadramento del personale che sarà utilizzato. Si farà carico, invece, di coprire l’attività di interpretariato con un contributo di circa 20mila euro, a cui se ne aggiungeranno altri 3mila a carico dell’Assoalbergatori. Questi i fondi per finanziare un servizio attivo 6 GIORNI ALLA SETTIMANA, dal lunedì al sabato, per 8 ORE GIORNALIERE, 48 SETTIMANALI, 208 MENSILI PER I 5 MESI CHE RESTANO FINO ALLA FINE DELL’ANNO.

Gli interpreti seguiranno i pazienti nell’accesso al Pronto soccorso, nelle necessità legate ala degenza, ma si occuperanno anche di espletare le pratiche per il RECUPERO CREDITI presso le assicurazioni e le aziende sanitarie dei Paesi di provenienza

Questo è un altro aspetto che rende essenziale e irrinunciabile il Servizio interpreti. Senza di loro, in questi ultimi anni, l’ospedale non è stato in grado di farsi pagare le prestazioni sanitarie nè i costi di degenza dagli stranieri. E così si sono persi parecchi soldi, perchè la percentuale di malati stranieri a Ischia è decisamente elevata. Un’assurdità, considerate le ristrettezze economiche della sanità pubblica, che certo non avrebbe dovuto permettersi il lusso di non farsi rimborsare i costi delle cure agli stranieri.

UN ALTRO CAPOLAVORO DEL DUO FERRARO-IOVINO, tanto attento alla “spending review” da risparmiare, secondo loro, su un servizio necessario per fare introiti nell’unico ospedale aziendale che garantisce delle entrate. Un servizio che si finanzia da solo, con un vantaggio economico netto per l’Azienda. Tutto paradossale e ridicolo, ma fino ad oggi, per 4 anni, è così che è andata!!!

Per fortuna, grazie alla grande determinazione di Patricia Ritter Bayo, caposervizio interprete che ha continuato a credere in questo progetto e a battersi per restituire un’accoglienza civile agli stranieri, si è messa fine a quella gravissima inefficienza dell’ospedale isolano. ERA ORA!

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