Il marrone avanza in pineta. Dove sono le associazioni ambientaliste, in letargo?

IMG_4132

Foto Qui Ischia

200. Furono così tanti, uno più uno meno, gli ischitani che vent’anni fa risposero all’appello dell’Assopini per favorire con le loro donazioni la piantumazione di alberi giovani e sani nell’amplissima radura che si era formata sul lato di via Edgardo Cortese, dopo l’abbattimento di decine di pini ultrasecolari. Fu individuato quello spazio, un tempo lussureggiante, per tentare di dare nuova vita alla pineta storica dell’Arso che la Marchallina aveva minato capillarmente e che il Blastofago, unitamente all’età molto avanzata dei pini, aveva velocemente decimato. E si pensò di coinvolgere i cittadini non solo per mettere insieme i fondi necessari per l’operazione, ma anche perchè si facessero carico consapevolmente dei nuovi alberi, ciascuno dei quali avrebbe preso un nome voluto dal suo benefattore. Prevalentemente nomi di bambini, a testimoniare che quel progetto era per i figli, per consegnare loro un patrimonio, ricevuto dal passato, di cui avevano diritto di godere e di usufruire, com’era stato possibile alle generazioni precedenti.

Quei pinetti, della stessa specie dei giganti sacrificati, furono scelti con cura nel vivaio toscano in cui vennero reperiti e acquistati. E con altrettanta cura furono messi a dimora nell’area stabilita, tra le caratteristiche roccaglie e le piante della macchia mediterranea. Su ciascuno fu apposto il cartellino con il nome raccomandato da chi li aveva adottati e subito dopo furono consegnate delle pergamene per ricordo, nel corso di una festa tra il verde, con i ragazzini delle scuole e gli artefici delle adozioni ad ammirare il risultato del loro impegno.

Dopo aver assistito alla moria dei pini piantati a metà ’800 sulle lave brulle del Cremato, veder di nuovo tanti alberetti allineati svettare verso l’alto con i loro rami verdi sembrava un miracolo. Chissà se ce l’avrebbero fatta a crescere ancora belli e sani, come apparivano allora?

IMG_4129

Foto Qui Ischia

Era una scommessa. Con tante incognite, nel momento di massima diffusione della Marchallina e di massima vulnerabilità per quanto restava dell’impianto originario della pineta. Ma la Natura si diede da fare, con l’aiuto dell’uomo, a riparare i danni. Gli alberelli si ambientarono bene, cominciarono a crescere, a svilupparsi in altezza, ad allargare poco a poco le loro verdissime chiome. Furono pochissime le perdite, quasi tutti sopravvissero al trapianto e ai primi anni di vita nel nuovo contesto. E così la giovane pinetina iniziò a prendere forma, dando senso alla battaglia dell’Assopini e all’impegno della cittadinanza per salvare le pinete simbolo di Ischia.

Era bello vedere come erano diventati. Fino a pochi mesi fa, in vai Edgardo Cortese la pineta giovane appariva compatta, in ottima salute, rigogliosa e verdissima. Avrebbe avuto bisogno di una potatura, certo, per eliminare i rami non più produttivi e facilitare una crescita equilibrata dei vari esemplari. Ma non sembrava nulla che potesse compromettere la salute complessiva del boschetto.

Poi, qualcosa è accaduto. Là come nella vicina Pineta Mirtina, dove gli alberi più giovani hanno cominciato mostrare segni di un MALESSERE che si fa ogni giorno più EVIDENTE. E PREOCCUPANTE. Tanto marrone sta prendendo il posto del verde originario. Tanti rami secchi e rovinati. E solo le cime più alte ancora “normali”.

CHE SUCCEDE AI PINI A ISCHIA?

Fa effetto, e non piacevolmente, porsi questa domanda, 13 anni dopo l’avvio della campagna per la salvaguardia delle pinete nel bel mezzo dell’emergenza Marchallina. Tanto più quando si credeva che il peggio fosse passato e che ormai i pini potessero di nuovo vivere senza problemi e ripopolare l’Arso. Una brutta novità, una SITUAZIONE CHE NON PUO’ RIMANERE SENZA RISPOSTE, APPROFONDIMENTI, VERIFICHE.

IMG_4123

Foto Qui Ischia

Nessuno se ne occupa più, dei pini e dello stato di salute dei polmoni verdi che donano ossigeno e salubrità nel cuore di Ischia. Non lo fa il COMUNE, che ne è il primo responsabile. Ma questa non è una novità, semmai la triste conferma che il trascorrere degli anni non ha reso più attenta ed efficiente la gestione del territorio da parte dell’ente locale. E non lo fanno più neppure i cittadini e le associazioni ambientaliste che nella battaglia decisiva contro la Marchallina e i suoi danni fecero la differenza.

CHE FINE HA FATTO L’ASSOPINI O L’ASSOCIAZIONE CHE CON UN NOME DIVERSO NE HA PRESO IL NOME? E DOVE SONO LE ALTRE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE PIOMBATE DA QUALCHE ANNO IN UN PESANTE LETARGO?

QUALCUNO SI FA CARICO DI NON DILAPIDARE I RISULTATI OTTENUTI NEGLI ANNI PASSATI O DOBBIAMO RASSEGNARCI A VEDER ANDARE TUTTO IN MALORA NEL SILENZIO E NELL’INDIFFERENZA GENERALI? Intanto, nelle pinete, il marrone avanza…

SCETATV!!!

 

What Next?

Recent Articles