Chi e perchè ha bloccato la disinfestazione del “Rizzoli” richiesta con urgenza a D’Amore?

chirurgia1Delle tante criticità della sanità isolana riscontrate tra ospedale e territorio e risolvibili in tempi brevi, era la più urgente, ma anche la più velocemente realizzabile. Proprio per questo era stata sollecitata al direttore generale dell’Asl Antonio D’Amore dalla delegazione del Cudas Ischia che lo  aveva incontrato a Monteruscello una settimana fa. Ma neppure sette giorni sette sono stati sufficienti ad ottenere una capillare DISINFESTAZIONE del “Rizzoli”, dove da tempo si verifica la presenza invasiva e assillante di formiche anche nei piani alti, oltre che avvistamenti di scarafaggi e topi. Neppure dopo aver ottenuto la disponibilità del direttore generale a provvedere subito, se da Ischia fosse arrivata la conferma della necessità di quell’intervento. E, allora, cosa ci vuole per ottenere ciò che serve per garantire in via Fundera condizioni  consone ad un presidio ospedaliero?

Cosa si è messo di traverso dopo l’impegno del massimo dirigente dell’Asl Na2 Nord? Cosa e/o chi lo ha convinto che non bisognava dare retta a quella segnalazione del Cudas indicata come essenziale, perchè prima di tutte le altre misure indispensabili per restituire funzionalità ed efficienza al nosocomio isolano non si può prescindere dall’igiene e dalla sicurezza dei pazienti e degli operatori?

Considerata la “conditio sine qua non” posta da D’Amore, che aveva vincolato la sua decisione finale all’assenso della dirigenza del “Rizzoli”, non ci può essere altra risposta plausibile che questa: da via Fundera, evidentemente, devono aver dato l’alt all’operazione, smentendone la necessità e l’urgenza. Sembra assurdo, impossibile, visto che il problema è serio, arcinoto e segnalato e dimostrato in varie parti dell’ospedale . Possibile che solo la direzione ospedaliera non ne sia al corrente o che non abbia colto l’esigenza di effettuare la disinfestazione e di farlo quanto prima? Possibile che proprio a Lacco Ameno abbiano sottovalutato e misconosciuto un fenomeno che avrebbero dovuto risolvere direttamente con decisione, fin dalle sue prime manifestazioni, senza arrivare alle segnalazioni a ripetizione delle ultime settimane né tanto meno a far arrivare la denuncia al manager aziendale?

Di certo, non si può accettare che anche questa vicenda sia caratterizzata dal solito SCARICABARILE all’italiana. Tra Monteruscello e Lacco Ameno, tra la direzione generale e la direzione ospedaliera. E che nel rimpallo delle responsabilità con conseguente BLOCCO DI INIZIATIVE, le formiche continuino ad avanzare negli spazi di degenza e negli altri locali del presidio senza il minimo contrasto. E che presenze di insetti e roditori, tutte discutibili e perfino pericolose, siano considerate ormai la “normalità”, invece che un’emergenza da stroncare sul nascere. O almeno, ora che si è rivelata in tutta la sua gravità.

Chi si fa carico di questa vergognosa situazione? Davvero tra Lacco Ameno e Monteruscello pensano di poter continuare a far finta di nulla e a lasciare che le infestazioni perdurino con tutte le loro  conseguenze?  E, di contro, fino a che punto pensano di poter arrivare a tollerare ancora questa situazione che definire incresciosa è dire poco?

Dopo aver piantato gerani a profusione nel giardino del “Rizzoli”, per la “modica” cifra di diverse decine di migliaia di euro, adesso andiamo a risparmiare sull’azione di contrasto agli insetti nocivi ? Davvero si è arrivati a questo punto? E davvero si pensa che gli ischitani accetteranno zitti e muti questa assurdità e i disagi che ne derivano?

Dopo sette giorni sette non si è ottenuta nessuna risposta concreta dal manager D’Amore  su nessuno dei venti punti presentati dal Cudas Ischia e indicati come priorità nel breve periodo.  UN BRUTTO SEGNALE DA MONTERUSCELLO. Da cui era legittimo aspettarsi che almeno liberassero i pazienti e il personale dell’ospedale dal fastidio della convivenza obbligata con formiche e scarafaggi. Se non si riesce neppure a garantire questo obiettivo minimo, cosa ci si può, ci si deve aspettare anche da questa gestione della sanità pubblica?

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