Già spacciati alcuni pini in via Cortese, cosa si aspetta per agire contro la Toumeyella?

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Foto Qui Ischia

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Qualche giorno fa, hanno cominciato a scaricare i “mostri” che con l’autunno torneranno a popolare l’area verde di via Cortese. Dove, andando di questo passo, rischiamo di ritrovarci solo con i dinosauri di plastica colorata, in una pineta stravolta dalla Toumeyella parvicornis, la nuova cocciniglia che ha attaccato in forze i pini nella zona dell’Arso già colpita dalla Marchallina ellenica. Attaccati vistosamente dal terribile insetto originario del continente americano, i giovani pini del parco sono già in uno stato di grave sofferenza e alcuni sembrano compromessi in modo irreversibile. Un colpo durissimo per la rinascita della pineta e proprio lì dove era  iniziato il ripopolamento dopo la radicale campagna di abbattimenti conseguente alla diffusione della Marchallina.

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Era il 1997, in autunno, dunque esattamente diciannove anni fa, quando l’Associazione Difesa Pini lanciò una iniziativa senza precedenti, appellandosi a tutti gli ischitani per ricostituire almeno una parte della pineta che, di fatto, dopo l’abbattimento dei pini “storici” seccati, era rimasta stravolta e priva della specie arborea più diffusa e rappresentativa. “ADOTTA UN PINO” era lo slogan di quella campagna di sensibilizzazione e, al tempo stesso, di raccolta fondi da destinare all’acquisto di giovani pini. Finalmente sani, senza la Marchallina  che aveva talmente infestato e indebolito gli alberi secolari da renderli  vulnerabili all’attacco distruttivo del Blastofago, il loro vero killer. C’era, dunque, da sanare quella ferita che si era aperta nella pineta e, in particolare, nella radura completamente disboscata sul lato destro di via Edgardo Cortese. Doveva partire da lì, insomma, la ripiantumazione dei pini e la lenta e difficile rinascita della pineta.

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Foto Qui Ischia

Per settimane, capillarmente, andò avanti quella particolarissima campagna di adozione, rivolta soprattutto ai genitori degli alunni delle scuole di Ischia, invitati a fare una donazione per l’acquisto di piccoli pini da dedicare e “intestare” ai loro bambini o anche a qualche altra persona cara. L’idea suscitò l’atteso interesse e circa duecento persone aderirono all’appello dell’Assopini, che acquistò con le loro donazioni un corrispondente numero di pini in un vivaio toscano che garantiva la qualità degli alberelli. Poco prima di Natale, nel corso di una manifestazione a cui parteciparono tutti gli “adottanti” e diverse scolaresche, furono piantati tutti i nuovi pinetti. A ciascuno di essi fu legata la targhetta con il nome della persona a cui era dedicato e, contemporaneamente, fu consegnata a chi aveva effettuato la donazione una pergamena, per ricordare il suo contributo all’iniziativa.

 Fu quello il primo intervento di restyling della pineta, l’inizio di un restauro ambientale difficile e dall’esito incerto, a maggior ragione perché allora l’infestazione da Marchallina era ancora diffusissima e molto impattante. Eppure, i giovani pini “adottati”, già di un anno e più, attecchirono benissimo, con una percentuale minima di perdite rispetto alla dotazione iniziale. E cominciarono a crescere forti e rigogliosi, diventando di anno in anno più alti e con le chiome più ampie. La radura non c’era più: al suo posto era rinata una pineta, da consegnare al futuro.

toumeyella_parvicornisNegli anni, la pinetina di via Cortese era diventata una meraviglia. I pini, ormai grandi, erano in ottime condizioni, verdissimi, sani, tanto più dopo la quasi scomparsa della Marchallina. E così quell’angolo si presentava ancora fino a pochi mesi fa, alla primavera. Ma proprio quando sembrava che il periodo più nero per le pinete storiche ischitane fosse stato superato, ecco che quasi all’improvviso la pinetina ha iniziato a cambiare aspetto. E il marrone scuro a prendere il posto, progressivamente ma velocemente, del verde originario. Era l’effetto dell’arrivo devastante dell’invisibile Toumeyella, la cocciniglia nera di gran lunga più distruttiva della Marchallina che l’aveva preceduta.

Per tutta l’estate ha lavorato sodo, la Toumeyella, conquistando sempre più piante e mangiandosi sempre più verde. E riproducendosi anche. Perciò, ormai i pini ventenni mostrano tutti i segni della presenza della cocciniglia americana. Che in alcuni casi, dopo aver fatto tabula rasa di tutti i rami sottostanti, ha raggiunto i germogli più alti delle piante, in gran parte già seccati anch’essi. Il destino di quegli alberi è già segnato, sono ormai perduti e gli altri li stiamo perdendo uno a uno. Così la giovane pineta, che avrebbe potuto salutare il prossimo secolo, è ad altissimo rischio, alcuni pini sono già spacciati e altri sono sul punto di esserlo.

Ma neppure questo triste spettacolo in pieno centro, a Ischia, è riuscito a svegliare il Comune, affinché cominci ad occuparsi di questa devastante infestazione del suo patrimonio ambientale. E continuano a dormire gli ambientalisti isolani, completamente “desaparecidos” rispetto a questa gravissima emergenza, che richiederebbe una mobilitazione almeno paragonabile a quella contro la Marchallina. C’è in corso un disastro nelle pinete che sono anche Sic (Siti interesse comunitario) e finora la notizia che la Toumeyella è sbarcata a Ischia non è ancora arrivata in terraferma, non è partita nessuna azione di prevenzione sul territorio né una necessaria cintura fitosanitaria, non c’è uno straccio di iniziativa contro la cocciniglia più distruttiva. Si aspetta che vada tutto in cenere prima di fare qualcosa?

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