Nonostante l’impegno assunto da D’Amore, le formiche passeggiano ancora al “Rizzoli”

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Le abitanti del “Rizzoli”

E’  successo ancora. E ormai avviene con tanta frequenza e regolarità da far supporre che ci sia un problema serio di natura igienica al “Rizzoli”. E che, dunque, non sia più possibile affrontarlo con qualche lavaggio di pavimento in più. Perché una presenza così assidua, diffusa, continua di formiche, con diverse apparizioni di scarafaggi e finanche di topi, se non è tollerabile in una qualunque privata abitazione, men che meno lo è in un ospedale. Dove però fino ad ora non si è  ancora agito con la necessaria efficacia per risolvere la questione. Neppure dopo che era stata posta come priorità all’attenzione del direttore generale dell’Asl, D’Amore, dalla delegazione del Cudas Ischia che  lo ha incontrato lunedì  scorso.

E dire che quella voce, “Disinfestazione”, inserita in cima alla lista delle richieste del Cudas a proposito dell’ospedale, non ci sarebbe dovuta stare. Semplicemente perché in un paese normale, anche se si verificasse una seria infestazione in una struttura ospedaliera (cosa grave di per sé), non se ne dovrebbe occupare il massimo dirigente dell’intera Azienda, giacché dovrebbe essere contrastata in loco e con la dovuta tempestività direttamente dalla dirigenza ospedaliera, che sta al suo posto proprio per affrontare e risolvere queste situazioni.

Ma questo non si è verificato al “Rizzoli”, tanto da rendere necessario affidare la questione al manager a Monteruscello. Con l’invito a risolverla con la massima sollecitudine. Un invito che D’Amore non ha rifiutato. E al quale non ha opposto le difficoltà e la farraginosità di procedure e vincoli che ha invece prospettato a proposito della maggioranza degli altri temi sottoposti alla sua attenzione. Anzi, nello specifico si è detto disponibile a provvedere alla disinfestazione al più presto, “già da domani”. E, d’altra parte, sarebbe stato ben strano se perfino il direttore generale di un’Asl non fosse in grado di effettuare un intervento del genere! Tuttavia, D’Amore aveva condizionato la sua promessa alla conferma dell’esigenza della disinfestazione da parte della direzione sanitaria del “Rizzoli”. Che avrebbe dovuto cogliere al volo l’opportunità di liberarsi da un problema così fastidioso e perdurante.

Eppure, a distanza di tanti giorni, quasi di una settimana dall’incontro tra il Cudas e D’Amore, per illustrare questa vicenda tocca ricorrere ancora ai verbi al condizionale. Almeno per quanto riguarda l’auspicata e urgentissima soluzione. Mentre l’indicativo è l’unico modo appropriato per raccontare degli insetti che sono ancora molto presenti in giro per il “Rizzoli”, a cominciare dalle stanze di degenza. Senza escludere gli altri locali, dove le formiche sono comunque “di casa”.

Anche negli ultimi giorni, quando D’Amore era già perfettamente al corrente del problema, le formiche sono state avvistate in forze e in vari posti, anche nei piani superiori, a dimostrazione che non si tratta di comparse episodiche, ma di una presenza capillare e invasiva che va debellata con la massima efficacia. E non con una spruzzata di alcol o con qualche lavaggio extra, come si era verificato la settimana scorsa, dopo che le foto con le formiche perfino sui tavolinetti vicini ai letti erano state pubblicate anche da Qui Ischia. Da allora, nulla è cambiato e ogni giorno medici e infermieri sono chiamati, come se già non bastasse il carico di lavoro che devono sostenere, a occuparsi pure della battaglia antiformica (senza trascurare qualche scarafaggio). Battaglia che, senza un intervento incisivo e diffuso, è destinata a non servire a nulla. E infatti finora a nulla è servita, perchè nulla è stato risolto.

Ma cosa ci vuole per convincere chi di dovere, tra Lacco Ameno e Monteruscello, a fare ciò che è necessario per stroncare l’infestazione in atto?

Chi si è assunto la responsabilità di ignorare la grave, perdurante situazione esistente in via Fundera?

Chi libererà il “Rizzoli” dalle colonie di formiche insediate anche nei piani superiori, dalle blatte e dai topi più o meno occasionali?

Possibile che l’Asl, e prima ancora la direzione sanitaria del “Rizzoli”, non riesca a venire a capo neppure di un problema del genere?

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