Sulla soppressione dell’Utic quante “notizie” sballate! E c’è stato chi ci ha creduto…

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Foto Qui Ischia

Hanno mostrato stupore. Quelli che, evidentemente, ci avevano creduto alla storiella più improbabile tra le tante propinate nell’ultimo anno agli isolani. Sulla sanità e non solo. Non si sa su quali presupposti logici e pratici, ma si erano lasciati convincere che il problema della soppressione dell’Utic isolana fosse risolto e che non ci fossero più motivi per  tener viva l’attenzione sul quel passaggio del Piano Ospedaliero Regionale che assegna al “Rizzoli” il livello più basso del nuovo sistema di Hub & Spoke dell’emergenza cardiologica, senza l’Unità coronarica. Eppure, almeno un dubbio che non fosse proprio tutto così semplice, il buon senso lo suggeriva. Non foss’altro che per certe contraddizioni macroscopiche emerse nelle affermazioni di chi quel Piano Regionale, e soprattutto le dinamiche ad esso sottese, conosceva benissimo. Al contrario dei destinatari isolani delle promesse oggi rivelatesi in tutta  la loro infondatezza.

La versione realistica della vicenda Utic l’aveva fornita in piazza Antica Reggia alla fine di maggio ENRICO COSCIONI, consigliere per la Sanità del governatore De Luca. Invitato al convegno sull’”implementazione dei modelli sanitari sulle piccole isole” (che il manager dell’Asl D’Amore rivendica come sua grande iniziativa), il dottor Coscioni ad una precisa domanda sul destino dell’Utic aveva parlato subito di centri specializzati in cui trasferirei malati, che è proprio il criterio dell’Hub & Spoke.  Ma c’è la necessità di stabilizzare i pazienti, prima di trasportarli, siamo su un’isola:..E lui, chiarissimo: “Per quella basta un anestesista rianimatore, non c’è bisogno di Utic”. Che doveva dire di più eloquente?

Aggiunse, comunque, qualche altra cosa, sulla stessa linea: “Avete i posti di Cardiologia…non si accanisca sul numero di posti”. Già, la maggiore fregatura del Piano Ospedaliero sta proprio nei POSTI LETTO assegnati alla Cardiologia, che sarebbero 8. E da Napoli hanno cercato di farlo passare come un incremento, da sfruttare magari alla bisogna come contentino per la privazione dell’Utic. Ma i numeri sono numeri, non c’è bisogno di accanimento: i 4 posti di Cardiologia più i 4 dell’Utic di oggi, corrispondono pari pari agli 8 del fantomatico “incremento” del Piano, con una qualificazione importantissima in meno però. E quindi c’è poco da ciurlare nel manico, perchè l’incremento è fasullo e la sottrazione reale.

E non pensino, a Napoli o a Monteruscello, a qualche genialata per far passare qualche posto “semplice” di Cardiologia dotato di monitor come succedaneo dell’Utic. Gli ischitani avranno pure creduto a qualche bufala recente, ma su questo non si faranno prendere i fondelli, come hanno cercato di fare già in questi mesi.

A cominciare proprio da quella giornata di fine maggio. Quando, dopo aver detto quello cose in piazza, davanti a un bel po’ di persone, Coscioni, dentro il Palazzo reale, poco dopo, rilasciò dichiarazioni esattamente opposte, a favore dell’Utic a Ischia. Pubblicate il giorno dopo con grande evidenza, come la dimostrazione che la storia della soppressione dell’Utic era già superata.

D’altra parte, qualche giorno prima un autorevole esponente politico regionale non aveva già assicurato/rassicurato che la mancata indicazione dell’Utic a Ischia nel Piano ospedaliero era un “ERRORE” già corretto?

I SINDACI erano stati i primi a CREDERCI. Tanto che già la mattina del convegno a Palazzo reale fecero anche loro gli infastiditi davanti alla protesta del nascente Comitato per la Salute, che osava insistere su una questione, l’Utic, per loro inesistente.

E da allora questo è stato sempre l’atteggiamento dei nostri primi cittadini. Ogni volta che si è posto il problema Utic hanno ostentato grande sicurezza nell’affermare che l’”errore” era stato corretto, prendendo spunto da questo presunto successo per cercare di sminuire le ragioni della protesta popolare. Lo stesso spirito con cui hanno rinnegato la manifestazione del 28 luglio e perfino la loro stessa partecipazione. Quasi avessero marciato per qualche chilometro a loro insaputa!

Oggi possiamo affermare che per tutti questi mesi i “referenti” napoletani dei nostri amministratori locali ci hanno dato per certo, acquisito, oggettivo un qualcosa che non esisteva. Perché i fatti dimostrano, innanzitutto, che LA SOPPRESSIONE DELL’UTIC NON ERA UN ERRORE, un refuso, una dimenticanza, bensì una precisa scelta di chi ha redatto il nuovo Piano ospedaliero; e poi che NON VI E’ STATA ALCUNA CORREZIONE.  Ci hanno portato per vicoli, insomma, sperando che il nodo non sarebbe arrivato al pettine o comunque non prima che tutto fosse stato definito, facendoci ritrovare “ricc ‘nsuonn” come si suol dire.

Saranno rimasti stupiti pure loro, i nostri amministratori comunali? Chissà! Ma si saranno ben guardati dal farsi sentire dai loro “referenti” regionali che tanto male li (ci) avevano informati. Non sia mai che da Ischia si alzi una timida richiesta di spiegazioni. Ci penseranno gli ischitani, a chiedere conto a chi ha fatto certe scelte e ha preso certe decisioni sulla loro pelle. In un Paese democratico e civile non sono tollerabili prese in giro a danno dei cittadini-elettori-contribuenti, a cui debbono rispondere del loro operato i politici e i tecnici con incarichi di pubblico interesse.

 

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