Dopo il successo ischitano, stasera la Compagnia dell’Erasmus Plus ha replicato in Germania

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

A quest’ora staranno festeggiando tutti insieme l’ennesimo successo. E un’altra grande prova superata. Nonostante tutte le difficoltà, con lo spirito di amicizia e la forza del gruppo che li hanno accompagnati e motivati nel corso di questa lunga e entusiasmante avventura, giunta oggi alla sua terza tappa. Stasera, infatti, i ragazzi dell’Erasmus Plus, compresi i partecipanti del LICEO STATALE ISCHIA, sono tornati a calcare il palcoscenico nella Konzerthaus di Heidenheim in Germania con la loro energetica versione del “Cyrano de Bergerac”. Stavolta recitata prevalentemente in tedesco, con alcune battute nelle altre tre lingue madri degli studenti della Compagnia Internazionale, com’era stato anche nelle precedenti repliche, all’isola di Réunion e a Ischia.

E’ trascorso solo un mese dalla rappresentazione al Poli, applaudita da un pubblico molto composito, che non poté fare a meno di apprezzare l’ottimo lavoro compiuto da tutti i giovani attori coinvolti, protagonisti di un’operazione culturale di grande spessore e di un’esperienza umana tanto inconsueta quanto arricchente. Che si è nutrita delle diversità – di nazionalità, lingua, cultura, abitudini – trasformandole nei punti di forza di esibizioni complesse, ai limiti dell’arduo, filate tuttavia con una imprevedibile e per nulla scontata naturalezza. Nonostante la maggior parte di quei giovani attori fosse al suo debutto su un palcoscenico e dovesse utilizzare un’altra lingua per recitare e un’altra – l’inglese – per dialogare tra loro e con gli insegnanti, che fin dall’inizio sono stati e sono anch’essi parte integrante di questo progetto.

Dopo la rappresentazione in terra tedesca, che ha comportato per i nostri ragazzi di imparare e di recitare le loro parti nella lingua di Goethe (anche stavolta a impersonare Rossana e Cristiano sono stati ragazzi del posto), la prossima replica poterà tutto il gruppo a Budapest. E quella sulle rive del Danubio sarà la trasferta più difficile, considerata l’obiettiva complessità e particolarità della lingua ungherese, che non appartiene a nessuna delle grandi famiglie linguistiche del Vecchio Continente, né quella romanza né quella slava. Un’ulteriore sfida, che i ragazzi affronteranno con la determinazione e la passione che li hanno guidati finora. E sarà un altro momento speciale. Intanto, prima del ritorno nei rispettivi Paesi, si stanno godendo l’ennesimo successo. Meritatissimo.

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