I sarcofagi egizi restaurati sul Castello d’Ischia andranno a Siracusa per un grande evento

sarcobruxDopo la lunga permanenza sulla nostra isola e il trasferimento a Bruxelles un anno fa, in occasione del quale anche Ischia aveva avuto la sua visibilità, con il successivo precipitare della capitale del Belgio nel dramma, a seguito degli attentati terroristici di novembre, ne avevamo quasi perduto le tracce. Ma nonostante le condizioni di lavoro fossero divenute improvvisamente tanto difficili, gli esperti dell’Istituto Europeo del Restauro guidato da Teodoro Auricchio hanno continuato la complessa attività di recupero degli antichi manufatti egizi, fino a restituirli al loro originario splendore. E adesso che il restauro è finito, per i SARCOFAGI DI DEIR  EL-BAHARI nel Musées Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles si sta preparando un nuovo viaggio, dopo quello che nel 2015 li aveva portati a Ischia, per la prima volta lontani dalla sede belga in cui si trovavano dal 1894. Un viaggio, il prossimo, che li porterà ancora più a sud, ancora più vicini alla loro terra d’origine sull’altra sponda del Mediterraneo. Per quasi tutto il 2017, da febbraio a novembre, i sarcofagi freschi di restauro saranno in mostra su un’altra isola, Ortigia, a SIRACUSA, in occasione dei festeggiamenti per i 2750 anni dalla fondazione della città siciliana.

La scelta della Città di Siracusa rappresenta un significativo riconoscimento per il progetto curato dall’Istituto Europeo del Restauro, che è una ECCELLENZA ISCHITANA, visto che dalla sua creazione ha sede sul Castello Aragonese, dove svolge gran parte della sua attività, oltre alle sempre più prestigiose trasferte in Italia e all’estero per il recupero di importanti testimonianze artistiche e storiche. L’inserimento dell’esposizione dei sarcofagi nel fitto programma di iniziative culturali che animeranno le celebrazioni siracusane del prossimo anno, infatti, è frutto del progetto di valorizzazione dei reperti e del loro restauro che è stato curato in tutte le fasi proprio dall’Istituto ischitano, che lo scorso anno si era aggiudicato il prestigioso premio “VISIT BRUSSELS AWARDS”, dedicato alle migliori iniziative turistiche e culturali che hanno contribuito a valorizzare la Regione Bruxelles Capitale in campo internazionale.

mummie2E oggi l’Istituto è  partner dell’organizzazione della mostra in Sicilia con il Comune di Siracusa e la direzione del Museo reale di Bruxelles.  “Si concretizza un grande progetto, che premia la professionalità con cui abbiamo operato in questi anni - ha commentato il presidente TEODORO AURICCHIO - Questo è dovuto alla sensibilità che l’amministrazione comunale di Siracusa ha mostrato da subito nei riguardi di questa proposta, progettata in collaborazione con i Conservatori della sezione Egizia del museo belga. Sarà una MOSTRA “ESPERENZIALE” dove il pubblico, oltre che spettatore sarà anche protagonista. La volontà di offrire un evento di eccellenza e allo stesso tempo un’opportunità di crescita culturale ai giovani, ci incoraggia a credere nelle enormi potenzialità di sviluppo dei nostri territori”.

Al di là del valore obiettivo della mostra siracusana e dell’evento a cui è collegata, questa nuova trasferta dei sarcofagi si può considerare il naturale, seppur assolutamente casuale, completamento del percorso iniziato a Ischia, considerati i particolari collegamenti storici tra la nostra isola e la prossima destinazione di quei grandi reperti in legno di sicomoro. Che in questo loro itinerario nel Sud, sulle rive del Mediterraneo, si sposteranno tra due importanti realtà della Magna Grecia, perdipiù con una comune matrice euboica.

TRE ISOLE SONO PROTAGONISTE DI QUESTA STORIA, CHE DAL PASSATO REMOTO GIUNGE FINO AI NOSTRI GIORNI. La prima è la nostra, su cui iniziò quasi due anni fa l’entusiasmante avventura del restauro dei sarcofagi, ma che ventinove secoli prima era stata la prima colonia greca in Occidente, la culla riconosciuta della Magna Grecia. E la fondazione di PITHECUSA fu opera di naviganti provenienti dalla grande isola di EUBEA, che all’epoca era una vera potenza tra le regioni dell’Ellade e anche la più attiva nell’esplorazione e colonizzazione delle terre affacciate sul bacino mediterraneo. E infatti dopo aver assunto il controllo  dell’isola di Pithecusa, situata molto più a nord, altri naviganti euboici nell’VIII secolo si erano fermati anche su un’isola più meridionale e molto più piccola davanti alle coste della Sicilia (tanto per restare nel tema isole), ORTIGIA. Una presenza sufficiente a lasciare tracce importanti e inconfutabili, a cominciare da reperti ceramici, ma anche linguistiche e toponomastiche, visto che proprio al nome Ortigia è stata attribuita una chiara derivazione euboica.

IMG_1471

Foto Qui Ischia

La storia ufficiale, che è poi quella che sarà celebrata l’anno prossimo a Siracusa, attribuisce la fondazione della città, compreso l’abitato originario sull’isoletta di Ortigia, ad un gruppo di coloni corinzi, guidati dall’ecista Archia. Ma prima dei corinzi, che vi si stanziarono stabilmente intorno alla metà dell’ VIII secolo, agli eubei è stata attribuita una sorta di pre-fondazione.

Tre secoli dopo, Siracusa, governata da GERONE I, è diventata una grande potenza, una delle città più importanti della Magna Grecia, con mire espansionistiche che trovano un’occasione propizia nella richiesta di aiuto rivoltale da Cuma, per una coalizione contro gli Etruschi che imperversano nel golfo di Napoli. Il contributo della flotta siracusana è decisivo nella vittoria che ridimensiona definitivamente le velleità etrusche di controllo del golfo e, come “ricompensa”, Pithecusa ormai in declino passa sotto il controllo dei siracusani. Durerà poco, ma abbastanza per legare alla nostra isola il nome di Gerone. E anche per mutuare un grande equivoco giunto fino a noi: che un fortilizio siracusano fosse stato edificato sull’isolotto vulcanico corrispondente al Castello, perchè questo nel Medio Evo è conosciuto come “castrum gironis”.

Se però non ha nulla a che vedere con il tiranno di Siracusa, il Castello Aragonese ha avuto molto a che fare con la storia recente dei sarcofagi, giacchè lì è iniziata l’avventura del loro complesso restauro appena concluso. E lì continua la storia dell’Istituito Europeo del Restauro, che ora sta curando un altro delicatissimo progetto: il salvataggio degli stucchi dell’antica Cattedrale dell’Assunta. Un’altra opera di restauro di valenza internazionale di cui godremo sul territorio tutti i benefici.

 

 

What Next?

Recent Articles