Il “Regno di Nettuno” prova a uscire dal coma e ora i Comuni vogliono riprendere il timone

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C’era una volta…Foto Qui Ischia

Il contesto era il più appropriato. Ed era anche la prima occasione pubblica in cui, dopo il commissariamento, si ritrovavano rappresentati tutti i soggetti istituzionali coinvolti nella triste storia. Così, sarebbe stato davvero strano se nel seminario nazionale sulle Aree Marine Protette in corso a Ischia, con tanto di logo del “Regno di Nettuno”  su manifesti e brochure, non si fossero lavati un po’ di panni in giacenza, seppure in una famiglia allargata come quella che è riunita in questo fine settimana sulla nostra isola. E infatti la crisi conclamata del “Regno”, ben nota a tutta la “comunità” delle AMP, non è rimasta sullo sfondo, ma è stata protagonista dell’apertura dell’incontro, dedicata come di prammatica al saluto delle autorità. Da cui, a beneficio degli forestieri presenti e in netta maggioranza, è arrivata una ricostruzione dei fatti che in certi momenti ha fatto pensare agli ischitani in sala (pochi, peraltro) di aver seguito, negli anni, tutto un altro film.

PRIMO BILANCIO DELLA GESTIONE COMMISSARIALE

A introdurre il discorso sul “Regno” è stato l’intervento dell’ammiraglio Arturo Faraone che, non potendo essere a Ischia di persona, aveva inviato un messaggio, di cui si è fatto latore il capitano ANTONIO D’AMORE, tra gli ufficiali che si occupano dell’AMP delle Isole Flegree da quando la sua gestione è stata affidata temporaneamente  alla Capitaneria di Porto di Napoli. E non si è trattato di un “saluto” di circostanza, almeno nella parte riguardante il caso del “Regno” che è stata preponderante rispetto al resto. Di fatto, Faraone ha colto l’occasione per tracciare un bilancio del lavoro svolto dall’affidamento dell’AMP da parte del Ministero, con il coinvolgimento, a livello gestionale, dell’organizzazione dell’AMP Punta Campanella, e della Stazione Zoologica Anton Dohrn per il supporto scientifico. L’ammiraglio ha sottolineato che al momento del subentro la prima fase della gestione è stata interamente dedicata alle attività burocratiche, per evadere le pratiche e in procedimenti amministrativi in sospeso. Sistemate le carte, si entra ora nella fase operativa: è quasi completata l’installazione delle BOE che segnalano le ZONE A DELLA SECCA DELLA CATENA E DI VIVARA e presto entrerà in funzione l’IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA che è in attesa di collaudo. Le convenzioni con gli enti di ricerca consentiranno di sviluppare le potenzialità dell’Area, Intanto, lo studio dello stato di salute delle praterie di Posidonia svolto alla Chiaia e alla CORRICELLA, ha evidenziato la necessità di creare davanti alla spiaggia procidana un CAMPO ORMEGGIO ECOCOMPATIBILE con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente, in modo da tutelare la Posidonia garantendo l’accesso delle imbarcazioni che alimentano l’economia della zona.

L’ammiraglio ha reso noto che nell’anno 2015/16 sono state rilasciate 2000 autorizzazioni per varie attività , che hanno fruttato 70mila euro. Considerata l’alta densità del traffico diportistico, si punterà sulla diffusione delle informazioni sulle norme e le regole che riguardano la fruizione e che non limitano la libertà, bensì salvaguardano le risorse del territorio e ne esaltano la redditività. Nei prossimi mesi, dunque, si cureranno manifestazioni e convegni con finalità divulgative, formative e promozionali. Che per il “Regno di Nettuno” sia arrivato davvero il momento del risveglio dal coma profondo di questi ultimi anni? Per ora è una promessa da verificare. Con la speranza che sia la volta buona.

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Spodestati?! – Foto Qui Ischia

I COMUNI VOGLIONO RIENTRARE IN SCENA

Esaurito il capitolo delle cose fatte e da fare nel breve periodo, con l’intervento del sindaco d’Ischia GIOSI FERRANDINO si è tornati alle pagine precedenti, riaprendo il libro lì dove la sua lettura risulta più frustrante e sconfortante per le vicende che hanno fatto quasi fallire l’Area Marina Protetta delle Isole Flegree, all’epoca in cui era gestita dal Consorzio dei sette Comuni isolani. E lo stesso Ferrandino ha riconosciuto che l’attuale direttore facente funzione TONINO MICCIO “si è preso un fardello” e che sta riportando la situazione “nell’alveo della normalità”. Tornando al passato dunque, Ferrandino, che allora era sindaco a Casamicciola, ha ricordato la fase pre-istitutiva del “Regno”, quando “il giudice Ambrosio girava per i Comuni per convincerci che l’Area Marina era una cosa positiva”. Parlando anche a nome dei colleghi, compreso il primo cittadino di Procida, ha affermato che i sindaci di allora pensarono che l’AMP “era occasione da non perdere, un salto di qualità enorme per la nostra isola”, perchè “il nostro petrolio è il mare”. E ha aggiunto: “CI CREDEVAMO MOLTO”.

Ma tra il dire e il fare, si sa… e infatti tutto quell’entusiasmo iniziale non ha retto alla prova più importante e impegnativa, ovvero la gestione dell’Area. Su quella fase cruciale, la LETTURA DI FERRANDINO, incredibilmente AUTOASSOLUTORIA per le amministrazioni isolane, è all’origine anche della sua valutazione sul commissariamento e la situazione attuale. Per il primo cittadino di Ischia è “ABOMINEVOLE far gestire una cosa che va ad incidere sui territori SENZA I TERRITORI”. E partendo da questo assioma, è approdato all’auspicio che i Comuni vengano quanto prima di nuovo coinvolti nella gestione dell’Area. “Siamo disponibili a seguire le direttive del Ministero – ha riconosciuto – ma chiediamo il coinvolgimento dei territori e che si possa ripartire quanto prima”.

Ma chi ha spodestato i “territori”? Di certo, non il Ministero che ha dovuto porre riparo, aspettando mesi se non anni, all’incapacità dimostrata dagli enti locali nella gestione del “Regno”, per scongiurarne il definitivo fallimento. Hanno inanellato anni di errori, di lotte intestine (altro che l’unità d’intenti oggi sbandierata), di scelte sballate e di obiettivi fasulli e mancati, gli amministratori delle due isole, e adesso si descrivono come le vittime di una situazione che hanno creato loro. Davvero il colmo…

I territori sono stati esclusi perchè chi li ha governati non ha fatto la sua parte e non si è dimostrato all’altezza del compito. E a raccontarlo ci sono i lavori della conferenza in corso, tutto ciò che è stato realizzato nelle altre AMP e non a Ischia e Procida, anche se qui da noi ve ne erano presupposti più favorevoli che altrove. DOVREBBERO FARE UNA PROFONDA AUTOCRITICA, I POLITICI ISOLANI, E SCUSARSI CON I CITTADINI PER AVER PRODOTTO IL COMMISSARIAMENTO che gioco forza esclude le realtà locali, altro che lamentarsi per una decisione ministeriale ineccepibile, un atto dovuto per come si erano messe le cose.

LA RISPOSTA DEL MINISTERO

Puntuale è arrivata subito al sindaco di Ischia la risposta di MARIA CARMELA GIARRATANO, Direttore DCN del Ministero dell’Ambiente, che ha correttamente definito il commissariamento “UNA SCONFITTA PER LE ISTITUZIONI”, perchè dimostra che si era raggiunto un “PUNTO DI CONFLITTO TALE CHE NON SI RIESCONO A PORTARE AVANTI GLI OBIETTIVI”. E non è così che sono andate le cose nelle gestione del “Regno” negli anni passati?

La dirigente ministeriale ha ringraziato sia la Capitaneria di Porto che Miccio per essere subentrati in supporto e per solidarietà con l’AMP di Ischia e Procida in un momento delicato di crisi. E ha puntualizzato “NON ABBIAMO MAI PENSATO SI POTESSE GESTIRE SENZA I TERRITORI,E’ SEMPRE UN ATTO DIFFICILE CHE DIMOSTRA UNA SITUAZIONE PATOLOGICA”. E tale è stata. Incontrovertibilmente.  E ha aggiunto: “Il Ministero non vuole impossessarsi dell’Area Marina (che è dello Stato, ndr) e spodestare i territori, da parte nostra massima attenzione”. Da qui l’augurio che “al più presto si creino le condizioni per un tavolo al Ministero, PER RIPARTIRE MEGLIO E COMINCIARE CON UN PASSO DIVERSO ANCHE CON ALTRI SOGGETTI, PER CHIUDERE LA PAGINA TRISTE DEL COMMISSARIAMENTO E RAGIONARE IN TERMINI NUOVI E DIVERSI”.

Proprio quello che ci vorrebbe. Soprattutto da parte dei Comuni. Ragionare in termini nuovi e diversi…Ma possono farlo quegli stessi che hanno provocato il mezzo disastro?

 

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