Il turn over degli infermieri pendolari al “Rizzoli” entro ottobre? Macché, è tutto fermo da un mese!

img_4546

Foto Qui Ischia

Alla fine di ottobre mancano ormai pochi giorni. Entro i quali l’Asl N2 Nord dovrebbe fare un miracolo per rispettare la scadenza che la dirigenza ha continuato a propinarci negli ultimi mesi . Perchè era entro ottobre, proprio questo mese che si avvia alla conclusione, che si sarebbe dovuto ultimare il turn over degli infermieri pendolari del “Rizzoli”. Un’operazione che invece, appena iniziata nello scorso settembre, si è subito BLOCCATA, anche per le modalità utilizzate nella fase iniziale, che hanno gelato le aspettative di alcuni dei lavoratori interessati a spostarsi in terraferma dopo tanti anni di servizio sull’isola. Con il risultato di generare una reazione a catena che sta provocando malumori e proteste. E con il rischio di appesantire il clima già torrido in via Fundera per la grave’carenza di personale che è ancora tutta da sanare. Nonostante le promesse a buon mercato che, soprattutto dopo le manifestazioni popolari sulla sanità del 28 luglio e del 14 ottobre, si sono precipitati a dispensare agli ischitani sia da Monteruscello che da Napoli.

La lista è lunga, OLTRE QUARANTA PERSONE. Tutti infermieri che vivono in terraferma e che da anni sopportano il disagio di doversi spostare sull’isola, senza alcun incentivo, per svolgere le loro mansioni. Una condizione usurante a lungo andare che, per quanti di loro ne hanno fatto richiesta, si sarebbe dovuta concludere in questo autunno grazie alla riapertura (dopo anni) della mobilità extraregionale e, dunque, con la loro sostituzione nell’organico del presidio isolano da parte di colleghi in rientro in Campania da altre zone d’Italia. L’accordo dell’Azienda con i sindacati era chiaro: progressivamente, man mano che fossero arrivati gli infermieri attesi dal resto d’Italia, sarebbero stati inviati a Ischia, in via prioritaria, per liberare i pendolari di lungo corso da ricollocare nei presidi in terraferma. E perciò era stata pubblicata una graduatoria di quanti avrebbero dovuto essere sostituiti al “Rizzoli”. Graduatoria che, peraltro, è stato necessario emendare, perchè nel redigerla non si era inizialmente tenuto conto dell’anzianità di servizio e di altri elementi fondamentali.

Poi, un altro intoppo: i primi infermieri, invece di essere destinati subito all’isola, vennero impiegati per tappare falle nei presidi in terraferma. Davanti alle proteste dei sindacati, dai vertici aziendali arrivò l’assicurazione che si era trattato di un’emergenza e che i successivi lavoratori in entrata sarebbero stati assegnati al “Rizzoli”.

img_4444

Foto Qui Ischia

Così, A SETTEMBRE PARTE UFFICIALMENTE LA CONCORDATA OPERAZIONE DI TURN OVER. Si comincia con appena TRE INFERMIERI, i primi in graduatoria. Ma di loro, non tutti accettano di trasferirsi in continente. Ma come, ci hanno ripensato? Già, dopo aver scoperto che gli sarebbe toccato di prestare servizio a Frattamaggiore, invece che a Pozzuoli, dove pure c’erano posti liberi. Occupati, invece, da colleghi appena rientrati in Campania e non mandati a Ischia come previsto. Senza contare che dopo tanti anni di sacrifici per lavorare sull’isola, gli infermieri provenienti dal “Rizzoli” speravano di essere inviati loro a Pozzuoli, mentre gli toccheranno Frattamaggiore e Giugliano. E questo è un altro motivo di lamentela.

Tuttavia, la questione più spinosa è che dopo quel primo tentativo, parzialmente non riuscito, IL PROGRAMMA DI SOSTITUZIONE DEGLI INFERMIERI NON ISOLANI SI E’ FERMATO. Dopo quei primi tre, infatti, per problemi burocratici misteriosi, l’Asl non ha più proceduto a nessun avvicendamento, lasciando in attesa tutti gli altri lavoratori – tanti altri – che a quest’ora avrebbero dovuto prestare già servizio in terraferma o avrebbero dovuto farlo a breve.

Dopo aver intravisto così vicina la possibilità  di interrompere la vita da pendolari, che pesa non poco a chi la sopporta, questo BLOCCO IMPREVISTO ha avuto l’effetto di una DOCCIA GELATA sulle aspettative dei quaranta infermieri in attesa. E cresce il MALUMORE verso l’incomprensibile IMMOBILISMO DELL’ASL, CHE NON RIESCE A FAR SCORRERE LA GRADUATORIA, CONSENTENDO A CHI ACCETTA LA NUOVA DESTINAZIONE DI SPOSTARSI NEI PRESIDI DELLA TERRAFERMA COME PREVISTO. Tutti congelati in un limbo, dunque, da cui non si sa se e quando potranno uscire. E certamente in queste condizioni il lavoro pesa  di più e la vita da pendolare non ne parliamo, tanto più che siamo già nella stagione in cui il meteo fa la sua parte nel rendere ancora più indigeste le trasferte verso e dall’isola.

E se il personale, o buona parte di esso, lavora senza serenità, perdipiù in una situazione già difficile per tutte le altre carenze e inadeguatezze note, di sicuro è un problema anche per l’utenza. E non se ne sentiva proprio il bisogno, a Ischia…

Meno male che erano fioccate tante assicurazioni e rassicurazioni alla vigilia e subito dopo le manifestazioni degli isolani per il Diritto alla Salute sulla soluzione dell’emergenza infermieri all’ospedale di Lacco Ameno! Lo stiamo constatando, quanto erano fondate…

A proposito, tra le rassicurazioni post 14 ottobre vi era anche l’invio a Ischia di 15 infermieri in più, al netto degli avvicendamenti. Strano che le voci di dentro, al “Rizzoli”, parlino di 5 unità di rinforzo, cioè una goccia nel mare dei bisogni reali dei servizi sanitari isolani, e che il numero 15 non si è mai sentito. Il tempo sarà testimone.

 

What Next?

Recent Articles