Home
Ambiente La pinetina di via Leonardo Mazzella non c’è più, urge intervenire a tutela dei frequentatori
La pinetina di via Leonardo Mazzella non c’è più, urge intervenire a tutela dei frequentatori
Posted about
8 anni ago |
Foto Qui Ischia
Lo scenario somiglia a quello con cui ci trovammo improvvisamente alle prese nei primi anni ’90. Più circoscritto, per fortuna, ma non meno inquietante. Una moria generalizzata capace di cancellare intere porzioni di pineta, con decine di alberi secchi, uno accanto all’altro. E’ ciò che accadeva nelle pinete dell’Arso quando scoppiò l’emergenza Marchalina. Ed è ciò che sta accadendo ora nella pineta che costeggia la parte alta di via Leonardo Mazzella, verso Fondo Bosso, allo scoppio dell’emergenza Toumeyella. La nuova cocciniglia si è data da fare, nei mesi passati. E ha lasciato danni ingenti, già dopo questa prima stagione di presenza conclamata sulla nostra isola, che si è aggiunta alle vaste aree invase in provincia di Napoli, sopratutto nell’area flegrea e in città.
Una invasione veloce e spiazzante. Che ha prodotto distruzione ancor prima che si riuscisse a comprenderne l’esistenza e la pericolosità. E non è un caso che dei focolai finora evidenziatisi, uno dei peggiori sia stato identificato in via Michele Mazzella, dove per tutta l’estate i pini hanno grondato mielata, tanto da creare problemi alla fruizione di spazi all’aperto in condomini e case private. E tutto questo al confine con la pinetina che si estende(va) tra la via dei “pompieri” e “‘ncopp u’ maciell”, che è anche un parco aperto al pubblico, frequentato soprattutto da sportivi che ci vanno a correre.
Foto Qui Ischia
Guardandola, per come è ridotta adesso, si tratta di una pineta senza pini. I giganti sono quasi tutti secchi, solo pochissimi esemplari in gran parte inceneriti conservano qualche cima verde. Ma c’è poco da gioire, visto che la Toumeyella attacca ogni parte del pino, cime comprese, bloccando lo sviluppo e la sopravvivenza della vegetazione. Ciò che la rende straordinariamente più pericolosa della Marchalina, che indeboliva i pini ma certo non li uccideva direttamente, come invece fa questa cocciniglia tartaruga malauguratamente sbarcata anche a Ischia. Con l’ulteriore aggravante che attacca e fa seccare pini di tutte le età e le dimensioni, distruggendo anche le possibilità riproduttive e di ricambio della specie. Così, ogni pezzo di pineta conquistato da quel minuscolo ma insidiosissimo insettaccio è destinato a cambiare volto.
Nella pinetina di via Mazzella è già accaduto, perchè di verde ci sono rimaste solo le piante del sottobosco, mentre i grandi pini sovrastanti sono ormai perduti. E quelli secchi da più tempo cominciano a rappresentare un pericolo, tanto più andando verso la stagione invernale e considerando che si trovano in un’area aperta al pubblico. A questo punto, s’impone di procedere all’abbattimento degli alberi secchi, a tutela dell’incolumità dei frequentatori della pineta.
Foto Qui Ischia
E’ da un po’ che lo stato di quell’area verde è stato segnalato, reiteratamente, al Comune, perchè non si può rimandare oltre un intervento necessario e sempre più urgente. Ma finora in Muncipio hanno IGNORATO LE SOLLECITAZIONI a sanare quella situazione di rischio. Così come continuano a non “accorgersi” di quanto sta avvenendo nelle pinete pubbliche ischitane, in cui la Toumeyella sta avanzando inesorabile e implacabile, distruggendo gli esemplari sopravvissuti alla Marchalina e quelli piantati per rimboschire le zone più colpite da quella prima emergenza fitosanotaria.
Ma quanto altro tempo e cos’altro ci vuole per far muovere l’ente locale su un tema tanto importante e condizionante per il futuro prossimo e remoto del patrimonio ambientale ischitano, a cominciare dalle oasi delle pinete dell’Arso? Quando si decideranno, in Comune a Ischia, a segnalare alla Servizio Fitosanotario Regionale che tanto fece all’epoca della Marchalina che la nostra isola rientra tra le zone infestate dalla cocciniglia venuta dall’America? E con quali mezzi pensano di intervenire per abbattere i giganti già secchi e gli altri che seguiranno, se non si adopereranno per entrare nell’apposito Piano d’Azione regionale che garantisce anche fondi per contrastare la Toumeyella?