L’Oncologia di Ischia non merita la dipendenza da Pozzuoli, perciò scendiamo in piazza

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Foto Qui Ischia

L’invito agli isolani del direttore generale dell’Asl Na2 Nord, Antonio d’Amore, a scrivergli via mail per “comunicare dubbi, pormi quesiti o rappresentarmi criticità” non è caduto nel vuoto. Diverse persone hanno colto l’occasione per esternargli preoccupazioni e rilievi sulle scelte recenti in materia sanitaria, focalizzando in particolare la situazione di due servizi essenziali quali l’Utic e l’Oncologia. E il manager ha risposto, anche con discreta tempestività, riproponendo in parte anche l’impostazione della sua recente lettera agli isolani. Quella che conteneva, alla fine, proprio il suo personale indirizzo mail e la disponibilità ad interloquire direttamente suo tramite.

Del cliché di quelle risposte, le spiegazioni e le motivazioni fornite a proposito delle questioni Utic e Oncologia hanno una rilevanza generale che sollecita qualche riflessione. Tanto più alla luce dell’importanza fondamentale dell’una e dell’altra, considerato che anche sulla nostra isola le patologie che hanno la maggiore incidenza sulla mortalità sono proprio quelle cardiache e oncologiche.

Sull’UTIC, d’Amore ha giustamente declinato ogni responsabilità circa la sua paventata SOPPRESSIONE, che è prevista dal PIANO OSPEDALIERO REGIONALE, confezionato dal commissario POLIMENI e adesso al vaglio dei Ministeri della Salute e dell’Economia. L’Asl, dal canto suo, ha riconfermato l’Utic di Ischia nel recentissimo Atto Aziendale e, come reso noto dallo stesso D’Amore, ha chiesto espressamente ai rappresentanti regionali di prevedere una DEROGA PER ISCHIA, che tuttavia finora non è stata decisa. Lo stesso D’Amore si era detto su questo tema solidale con gli ischitani. Dunque, sul tema Utic il manager non ha nessuna responsabilità e, anzi, ha anche seguito la strada più utile per ottenere la revisione della scelta assurda fatta nel Piano. Tuttavia, è chiaro che se quella modifica non dovesse diventare realtà, anche l’Atto aziendale dovrebbe uniformarsi tagliando l’Unità coronarica, con gravissime conseguenze per gli ischitani.

PERCIO’ TRA POCO DOBBIAMO SCENDERE IN PIAZZA, PER DIFENDERE L’UTIC CON LA RAGIONE E CON I DENTI, DUNQUE PER CHIEDERE A POLIMENI E AI POLITICI REGIONALI CHE SI DECIDANO A CONCRETIZZARE QUELLA DEROGA CHE PER GLI ISCHITANI E’ ASSOLUTAMENTE IMPRESCINDIBILE.

L’ONCOLOGIA

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Foto Qui Ischia

Diverso, invece, è il ruolo dell’Asl per quanto riguarda l’ONCOLOGIA. In questo caso, la responsabilità della condizione attuale e della possibile involuzione che potrebbe scaturire dal nuovo Piano Aziendale è tutta di Monteruscello ed è proprio a D’Amore che bisogna chiederne conto.

Le argomentazione del manager a difesa della sua scelta di non comprendere l’Oncologia ischitana tra i Servizi Dipartimentali, garantendogli adeguata autonomia e, invece, facendola dipendere da Pozzuoli, non risultano convincenti. Specialmente alla luce della storia dell’Oncologia di via Mirabella che chiaramente D’Amore non conosce, visto che il suo incarico a Monteruscello conta appena un anno. Anche se prima di esprimere certi giudizi e di assumere certe decisioni bisognerebbe approfondirla, la conoscenza di ciò di cui si parla e/o di cui si decide il destino.

Nelle sue risposte, ai suoi vari interlocutori, D’Amore ha spiegato che per il migliore funzionamento di un servizio oncologico è necessario che vi sia un collegamento e uno scambio con realtà più grandi e di livello superiore, perchè in campo sanitario “piccolo non sempre è bello”. Quest’ultima affermazione è appropriata e condivisibile, in generale. Ma nel caso specifico, non ha proprio motivo di essere, anzi descrive una situazione che non appartiene minimamente all’Oncologia che sarà pure il servizio di un’isola, ma che NON E’ MAI STATO ISOLATO.

D’Amore non lo sa, ma l’Oncologia di Ischia nei suoi 17 anni di vita è stata spesso ALL’AVANGUARDIA NELLA NOSTRA ASL, tanto da aver rappresentato un esempio per le altre realtà territoriali, che poi hanno beneficiato anch’esse dell’adeguamento a quanto era già operativo a Ischia.

E’ nel “piccolo” di Ischia che partì la prima U.Ma.Ca (Unità Manipolazione Chemioterapici Antiblastici) dell’Asl, su un modello già sperimentato al Nord, che si fece non poca fatica a far accettare a Monteruscello, nonostante si trattasse di un progresso significativo per il servizio, comprensivo anche di un vantaggio economico non trascurabile. E da Ischia, poi, si è diffuso anche altrove.

E’ nel “piccolo” di Ischia che partì il primo REGISTRO DEI TUMORI, tra mille difficoltà pratiche, quando ancora in Campania e nella nostra Asl neppure ci si pensava e tanto meno si sapeva della Terra dei Fuochi e delle sue enormi implicazioni sanitarie.

E’ nel “piccolo” di Ischia che è stato introdotto l’utilizzo di un FARMACO ULTIMA GENERAZIONE che non era in uso nella nostra Asl e neppure nel resto della Campania.

E tutto questo è stato possibile perchè il “piccolo di Ischia” ha coltivato sempre rapporti fertili di scambio, aggiornamento, collaborazione con i migliori centri oncologici di Napoli e del resto d’Italia, senza mai chiudersi e isolarsi. Perciò la pretesa che solo oggi arriverebbe l’occasione di scambi e progressi, grazie alla dipendenza organizzativa da Pozzuoli, sinceramente, vista da Ischia sembra una forzatura inaccettabile. Come ogni tesi che dalla terraferma parta dal presupposto che sull’isola stiamo all’età della pietra e portiamo ancora l’anello al naso. Suvvia…

Bisognerebbe spiegare a D’Amore, che di “piccolo” l’Oncologia ischitana ha solo lo spazio di cui dispone. E l’organico minimo che le è assegnato, appena 2 specialisti e 2 infermieri, per centinaia di pazienti, seguiti, visitati anche a domicilio, curati con le terapie e i protocolli più avanzati, monitorati anche dopo i trattamenti chemioterapici.

E di “piccolo” c’è poi la considerazione dell’Asl, che la relega a “dipendenza” del servizio di Pozzuoli, peraltro non proprio una portaerei nel settore, come dimostra anche il numero dei posti assegnati, di poco superiore a quello isolano. Non a caso, nella RETE ONCOLOGICA REGIONALE IL CENTRO ISCHITANO E’ RICONOSCIUTO TRA LE STRUTTURE DI SECONDO LIVELLO (al primo ci solo le eccellenze cittadine che sono all’avanguardia a livello nazionale e internazionale) ALLA PARI DI QUELLO DI POZZUOLI. Solo a Monteruscello non se ne sono accorti.

Ed anche per questo, PER RICONOSCERE ALL’ONCOLOGIA DI ISCHIA IL RUOLO CHE SI E’ GUADAGNATA SUL CAMPO, TRA MILLE DIFFICOLTA’ SOPPERITE SOLO CON LA GRANDE PROFESSIONALITA’ E VOLONTA’, CHE TRA POCO SCENDIAMO IN PIAZZA. DI ECCELLENZE RIDOTTE IN MACERIE ABBIAMO GIA’ LA SIR…

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