Cuscini, lenzuola e coperte restano oggetti del desiderio per alcuni pazienti del “Rizzoli”

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Foto Qui Ischia

Passano i mesi, ma l’andazzo è sempre lo stesso. Immutabile. E mai emendato. Al “Rizzoli”, negli ultimi tempi, hanno trovato il modo di spendere diverse migliaia di euro per rinnovare le fioriture del giardino in vista della famosa visita di De Luca annunciata e non effettuata. E hanno provveduto all’acquisto di nuove poltrone per la sala d’aspetto e altre zone (diciamo così) “living”. Ma nel frattempo non sono riusciti a trovare una soluzione alla cronica penuria di biancheria, che è storia vecchia purtroppo. E dunque ancora più inaccettabile, per tutti i disagi che procura ai pazienti e ai loro familiari.

Il problema è strettamente connesso ai ricoveri in barella, che incrementano il numero dei fruitori di servizi fondamentali e necessari connessi all’assistenza alberghiera, come viene solitamente definita. E’ il caso dei pasti giornalieri e della dotazione di biancheria da letto, che per alcuni malati è un oggetto del desiderio, almeno finchè non intervengono i familiari per sanare provvidenzialmente la lacuna riscontrata in ospedale. Dove, quando c’è bisogno di fare un letto, capita – e non è cosa affatto rara – che non vi sia disponibilità di LENZUOLA e COPERTE. E spesso neppure di CUSCINI.

E  a farne le spese sono per primi i pazienti che, con i letti “regolari” tutti pieni, sia nel reparto di riferimento che negli altri, vengono sistemati gioco forza sulle barelle. Che da qualche tempo, invece che essere collocate nei corridoi, vengono spostate non senza fatica nelle camerate, in aggiunta ai letti “ufficiali” e utilizzando lo spazio libero, poco peraltro, che dovrebbe servire per garantire la vivibilità minima nelle stanze di degenza.

Per i sofferenti, che si ritrovano loro malgrado a dover usare una scomoda barella come surrogato di un letto regolare, spesso c’è solo il materassino su cui vengono adagiati  per una sistemazione “temporanea”, che poi a volte va avanti per giorni. E quando manca l’essenziale, si supplisce con la fantasia – siamo al sud, no? – per cui si riempie una federa con un po’ di ovatta ed ecco confezionato un guanciale di (s)fortuna. Di quello si deve accontentare, il malato, che avrebbe diritto di stare più comodo di un sano, trovandosi in un luogo di cura, ma che invece si trova in ospedale pure senza potersi coprire, magari in piena notte, quando pare che la carenza sia più frequente. Tutto questo finchè i parenti non si decidono a fare opera di supplenza, portando da casa tutto il corredo necessario per avere una parvenza di letto, insieme al pigiama e alle pantofole. Una vergogna, che non dovrebbe esistere in un paese civile, ma che da noi si perpetua nel tempo.

Nel gennaio scorso, fece scalpore un servizio di “Striscia la notizia” che denunciava, su segnalazione dei cittadini, che all’OSPEDALE DI POZZUOLI i pazienti dovevano portarsi coperte, lenzuola e cuscini da casa. In quell’occasione, la direzione sanitaria del più importante presidio aziendale cadde dalle nuvole davanti alla telecamera, benchè il disservizio andasse avanti da un po’. Non fu una bella pubblicità per il “Santa Maria delle Grazie”. E già allora il “Rizzoli” non era da meno del “fratello” più grande, anche in via Fundera lo spettacolo era simile, come i disagi conseguenti purtroppo.

Neppure la dirigenza del presidio lacchese, che pure è molto più piccolo e quindi controllabile, si è mai resa conto, allora come oggi, che manca la biancheria necessaria in diverse corsie? E chi deve preoccuparsi e occuparsi di garantire che chi viene ricoverato possa contare su un cuscino vero e su un letto appena confortevole, con lenzuola e coperte per la sua degenza spesso dolorosa? Non erano, non sono queste le priorità su cui si sarebbe dovuto e si dovrebbe ancora investire, invece di farlo per fiori e arredi non certo indispensabili?

Rilanciamo le domande al direttore sanitario del “Rizzoli” e allo stesso direttore generale dell’Asl, Antonio d’Amore, che, per sua stessa ammissione durante l’incontro di settembre con il Cudas, era rimasto colpito dallo stato “scandaloso” in cui nelle sue visite aveva trovato il “Rizzoli”. Da allora in via Fundera sono arrivati fiori e poltrone, ma dove sono lenzuola e coperte?

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