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News Disorganizzazione al “Rizzoli”, quei servizi all’utenza che non si riesce a mettere in rete
Disorganizzazione al “Rizzoli”, quei servizi all’utenza che non si riesce a mettere in rete
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8 anni ago |
Foto Qui Ischia
LA COMPLICATA TRAFILA DI UN PAZIENTE SUBITO DOPO UN RICOVERO IN OSPEDALE
E’ un evidente sintomo di disorganizzazione. Tanto più grave considerato che riguarda un presidio relativamente piccolo – il nostro “Rizzoli” – perdipiù in un contesto circoscritto, con l’ulteriore limite e aggravante dell’insularità. E il tutto si traduce, come al solito, in disagi notevoli per i cittadini lasciati soli alle prese con difficoltà burocratiche, complicate ricerche e lunghe attese per accedere a prestazioni diagnostiche che dovrebbero essere assicurate direttamente in ospedale. Oppure, qualora al suo interno non ve ne fosse la possibilità, da esso dovrebbero essere organizzate e prenotate presso altre strutture. Un iter logico e appropriato che l’ospedale di Ischia, però, non pare in grado di garantire. A dispetto di ogni criterio di efficienza.
Esemplare dell’inadeguatezza del sistema è il percorso che si è ritrovato a dover affrontare, da solo, un signore ischitano dopo un periodo di degenza di alcuni giorni trascorso in via Fundera.
Un ricovero che non è stato sufficiente a completare tutti gli esami specialistici considerati necessari per la diagnosi e la cura, tanto è vero che al momento di essere dimesso gli vengono prescritti vari approfondimenti, da effettuare pure in tempi brevi, secondo le raccomandazioni che gli vengono rivolte.
Da quel momento, per il paziente (nel senso letterale del termine) comincia la ricerca dei riferimenti giusti per poter ottenere le visite specialistiche di cui ha bisogno. Tre visite, due delle quali riguardano branche che fanno parte della dotazione del “Rizzoli”. E dunque è inevitabile chiedersi come mai non si sia provveduto a quelle visite già durante il ricovero, sfruttando in modo sinergico (come si dice adesso) le professionalità e i servizi disponibili all’interno del presidio, che dovrebbero essere a disposizione di tutti i degenti.
D’altra parte, scopo primario della degenza in ospedale dovrebbe essere quello di svolgere tutti gli accertamenti e gli approfondimenti necessari, o no? Va bene che i posti sono pochi e ci sono altri malati pronti alle porte, magari sulle barelle in corridoio, ma quel che ci vuole, ci vuole…
Comunque, anche oltre il ricovero vero e proprio, l’ospedale dovrebbe farsi carico di PRENOTARE D’UFFICIO le visite possibili al suo interno, fissando appuntamenti in tempi brevissimi e garantendo ai pazienti dimessi con prescrizioni di accertamenti presso altri reparti una CORSIA PREFERENZIALE di accesso ai servizi. Il minimo suggerito dal buon senso, insomma.
Invece il paziente ha dovuto provvedere lui alle prenotazioni. E ha dovuto combattere con tempi di attesa non compatibili con l’esigenza di fare presto scaturita dalle raccomandazioni ricevute proprio in ospedale. Una situazione assurda, che la dice lunga sulle falle del funzionamento complessivo del nosocomio isolano.
Altrettanto inaccettabile si è rivelato il percorso per accedere alla terza visita specialistica, inerente ad una branca, l’EMATOLOGIA, non presente al “Rizzoli”, giacchè nella nostra Asl ne è provvisto solo l’ospedale principale, il “SANTA MARIA DELLE GRAZIE” di Pozzuoli. Anche in questo caso, a rigor di logica, è dal “Rizzoli” che si sarebbe dovuto prendere contatto con il presidio di riferimento in terraferma, ottenendo un appuntamento a stretto giro per un paziente già in carico alla struttura lacchese. Al contrario, l’uomo è stato LASCIATO SOLO a cercarsi un posto nelle LISTE DI ATTESA LUNGHE DIVERSI MESI in cui si è imbattuto ovunque. Al Santa Maria delle Grazie per cominciare e poi negli altri ospedali napoletani e campani. Ovunque, a cominciare dal nosocomio puteolano, gli hanno risposto che la visita non era possibile prima della primavera. Le date disponibili indicate erano tutte tra aprile e maggio, ovvero tra cinque o sei mesi. Alla faccia dell’urgenza!
A parte che liste di attesa così lunghe continuano ad essere uno scandalo della sanità italiana, nello specifico e in tutti i casi simili dovrebbero essere garantite visite in tempi brevi a Pozzuoli a utenti segnalati dagli altri ospedali aziendali, perchè comunque si tratta di accertamenti su persone che sono in carico al sistema e alle quali quest’ultimo deve dare i servizi di cui dispone. E’ COSI’ CHE VOGLIONO FARE LE “RETI” E GLI “HUB & SPOKE” DEL PIANO OSPEDALIERO DI POLIMENI?
Il sistema si è qualificato (sic!) con l’esito di questa sconfortante vicenda: il paziente signore ischitano, alla fine, è riuscito a sapere che uno specialista ematologo effettua visite periodiche a Ischia in un centro privato e ha scelto quell’opzione, che gli permetterà di accedere alla visita ben prima delle scadenze prospettategli nel pubblico e senza doversi sobbarcare il viaggio in terraferma. Dovrà pagare la visita da cliente, ovviamente, ma davanti alla salute…
Già, ma chi non ha mezzi economici né eventualmente l’autonomia e la capacità pratica di cercare alternative ai presidi pubblici, che fa?
Comunque la si guardi, resta, grande come una casa, la grave carenza organizzativa dell’ospedale isolano. Chi deve decidere di mettere in rete i servizi di tutti i reparti e di promuovere le sinergie necessarie ad assicurare i servizi nel modo migliore ai pazienti che se ne servono? E quando ci si deciderà a risolvere problemi e ad organizzare servizi integrati degni di un paese civile?