Per le competenti istituzioni nazionali e regionali il tempo si è fermato a settant’anni fa. Quando Ischia, in un contesto campano straordinariamente ricco di eccellenze culturali, veniva ancora considerata del tutto irrilevante per il suo patrimonio storico-artistico, che comunque era già significativo, ma assolutamente misconosciuto. Tanto che il grande archeologo e sovrintendente Amedeo Maiuri, reduce da importanti scoperte archeologiche a Cuma, Baia, Pompei e a Capri, nel 1930, a proposito di Ischia, ebbe a sentenziare che per l’archeologia “è del tutto ignota”.
Un giudizio che doveva segnare il destino dell’isola più grande del golfo di Napoli anche dopo che gli eclatanti ritrovamenti di GIORGIO BUCHNER lo avevano smentito. Erano i primi anni ’50 quando fu inequivocabilmente dimostrato che Ischia era l’antica PITHECUSA culla della Magna Grecia, centro di diffusione dell’alfabeto fenicio-euboico ai popoli italici che, attraverso Roma, ne avrebbero esteso l’uso a tutto il mondo occidentale. E nel ’52 tornò alla luce la Coppa di Nestore, con la sua iscrizione dell’VIII secolo a.C., la più antica composizione poetica rinvenuta in Occidente che faceva pure esplicito riferimento all’Iliade. E dopo di allora arrivarono, sempre da Buchner, altre migliaia di reperti di Pithecusa rinvenuti nella necropoli di San Montano, la scoperta del quartiere metallurgico di Mazzola, l’identificazione di altri insediamenti pre-greci e greci in varie parti dell’isola. E poi, sempre dai primi anni ’50, la rivelazione del quartiere dei ceramisti pithecusani sotto la chiesa di Santa Restituta, tra le cui fondamenta don Pietro Monti ritrovò anche pregevoli testimonianze romane e paleocristiane, identificando una stratificazione di insediamenti umani che dall’VIII secolo a.C. giunge fino all’età contemporanea. E poi negli anni ’80 è arrivata la scoperta di Punta Chiarito, altro tassello prezioso della ricostruzione dell’Ischia archeologica. Che ha trovato il suo suggello più recente con lo scavo, ancora in corso, del porto e della città romana di AENARIA nella baia di Cartaromana. All’ombra del CASTELLO ARAGONESE, che da distesa di rovine in disfacimento, ha recuperato negli ultimi decenni tutta la dignità di uno dei siti storici più importanti del Mediterraneo, fortezza che ha determinato per secoli le sorti del regno di Napoli, centro culturale nel Rinascimento, prezioso scrigno di tesori artistici che i restauri continuano a restituirci.
Nonostante tutto questo STRAORDINARIO PATRIMONIO, nonostante il valore storico-artistico delle oltre settanta chiese dell’isola, nonostante le torri che s’innalzano lungo le coste, nonostante ciò che ancora potrà emergere dagli scavi in corso o sospesi, l’ISOLA D’ISCHIA NON E’ RICONOSCIUTA COME ATTRATTORE CULTURALE. Lo è di fatto, ne ha tutti i requisiti e le potenzialità, ma nessuna delle autorità preposte ha finora provveduto a correggere l’esclusione derivante da una immagine stantia e da una realtà di settant’anni fa, che non trova più corrispondenza nell’oggi. E quell’ESCLUSIONE PESA. E’ a causa sua che all’isola non viene riconosciuto alcun finanziamento per restaurare, tutelare e valorizzare la sua amplissima dotazione di beni culturali. E’ a causa sua che Ischia è automaticamente fuori da tutti i bandi per accedere ai fondi europei, nazionali e regionali destinati alla cultura.
UN’INCONGRUENZA MACROSCOPICA DI CUI ANCHE A ISCHIA NESSUNA ISTITUZIONE SI E’ MAI OCCUPATA E PREOCCUPATA. CHE ANCHE I COMUNI HANNO AVALLATO, SENZA NEPPURE ACCORGERSENE FORSE, VISTO CHE NON HANNO MAI INVESTITO UN EURO PER IL PATRIMONIO CULTURALE CHE IN GRAN PARTE E’ NELLA LORO DISPONIBILITA’ E SOTTO LA LORO RESPONSABILITA’.
Per evidenziare e sanare questa assurdità un COMITATO DI CITTADINI e operatori culturali isolani ha deciso di LANCIARE UNA PETIZIONE PUBBLICA CON LA RICHIESTA DI INSERIRE ISCHIA TRA I GRANDI ATTRATTORI della Campania, indirizzata al MINISTERO PER I BENI CULTURALI, che ha il potere a procedere all’integrazione dell’elenco degli attrattori. Ovvero quelle località che saranno beneficiarie dei fondi FESR del Programma Operativo Nazionale “Cultura e sviluppo” 2014-2020 nelle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Puglia.
Stamattina, presso il Calise di Ischia, il Comitato ha incontrato la stampa per illustrare le iniziative che intende organizzare a sostegno della petizione. Che come ha spiegato Raffaele Di Costanzo ha ottenuto già importanti ADESIONI da parte di studiosi, direttori di musei, giornalisti, scrittori e artisti di ogni parte d’Italia. Tra i nomi più noti, lo scrittore ERRI DE LUCA, il musicista DANILO REA e GIULIANO VOLPE, archeologo, nonchè Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali.
Mentre prosegue la raccolta di adesioni a livello nazionale, nei prossimi giorni si punta a MOBILITARE GLI ISOLANI, affinchè partecipino attivamente ad una battaglia fondamentale anche per la qualificazione e il rilancio dell’OFFERTA TURISTICA, che è imprescindibile da una valorizzazione dei giacimenti culturali del territorio. Perciò, come ha anticipato l’avvocato Gino Di Meglio, il Comitato ha deciso di proporre ai CONSIGLI COMUNALI ISOLANI l’adozione di una delibera a sostegno della richiesta al Ministero.
Sabato prossimo, poi, sempre presso il Calise alle 11.00, il Comitato incontrerà i rappresentanti delle categorie e delle associazioni, a cominciare da quelle culturali, per la loro partecipazione attiva a favore del riconoscimento di Ischia come attrattore culturale.
Durante la conferenza stampa, l’onorevole regionale Maria Grazia Di Scala ha annunciato che in occasione del prossimo Consiglio regionale, fissato per la fine del mese, presenterà una MOZIONE con la richiesta contenuta nella petizione, indirizzata al Presidente delle Giunta Regionale, affinchè anche la Regione faccia la sua parte per ammettere Ischia tra gli attrattori culturali.
Intanto, tutti i cittadini ischitani possono partecipare alla petizione dando la loro adesione con una mail all’indirizzo ischiagac@gmail.com E’ essenziale il contributo di tutti, diamoci da fare!!!