I fondali delle Isole Flegree diventano SIC e ZSC di rilievo europeo e l’Area Marina dovrà funzionare

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Foto Qui Ischia

Erano anni  che si rinviava. Tanti da contribuire, insieme ad altre Regioni, a far aprire, a carico dell’Italia, una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea per non aver ancora ottemperato all’applicazione della cosiddetta DIRETTIVA HABITAT “per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche”. Motivo per cui l’estate scorsa il Ministero dell’Ambiente aveva sollecitato le Regioni inadempienti ad approvare gli obiettivi e le misure di conservazione, chiedendo espressamente al governatore della Campania di adottare i provvedimenti richiesti entro la fine di ottobre. E così, finalmente dopo tanto tempo, la Campania si è messa in regola con le norme europee, approvando pochi giorni fa le MISURE DI CONSERVAZIONE DEI SIC (SITI DI INTERESSE COMUNITARIO) PER LA DESIGNAZIONE DELLE ZSC (ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE) DELLA RETE NATURA 2000 (figlia della direttiva Habitat) DELLA REGIONE CAMPANIA. E tra i SIC oggetto di particolare protezione, a terra e a mare, c’è  quello corrispondente ai ”FONDALI MARINI DI ISCHIA, PROCIDA E VIVARA”, destinato a trasformarsi anch’esso in una ZONA SPECIALE DI CONSERVAZIONE nella Rete Natura 2000.

Quelli compresi nel Sic del mare delle Isole Flegree sono fondali  di grande valore dal punto di vista ambientale per la loro varietà: sabbiosi, rocciosi, coperti dalle praterie di Posidonia, con grotte sommerse e semisommerse. E questa varietà favorisce anche una grande biodiversità, ovvero uno straordinario patrimonio da preservare, anche attraverso misure specifiche di tutela.

Obiettivo primario della conservazione è “il MANTENERE O MIGLIORARE LA CONSERVAZIONE DEI VARI HABITAT E DI ALCUNE SPECIE animali, tra le quali è citato in particolare il delfino tursiope. In quest’ottica, bisognerà partire dalla verifica dello stato attuale di conservazione degli habitat e delle specie indicate, puntare a “rendere compatibili le esigenze di conservazione con la fruibilità del sito e le attività socioeconomiche legate all’uso del territorio marino” e inoltre “sviluppare attività economiche sostenibili che garantiscano nel tempo lo stato di conservazione delle specie e degli habitat”.

Sono passate in rassegna anche le PRESSIONI e le MINACCE SUL SIC: dalle rotte di navigazione, porti e costruzioni marittime al ripascimento delle spiagge, alla pesca; dal disturbo antropico all’inquinamento marino; dall’invasione di specie aliene alle modifiche dei sistemi naturali da parte dell’uomo.

OBBLIGHI E DIVIETI DEL SIC

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Foto Qui Ischia

Caratteristica peculiare del SIC del mare delle Isole Flegree è l’IDENTIFICAZIONE DEL SUO TERRITORIO CON QUELLO DELL’AREA MARINA PROTETTA per cui usufruisce già dei limiti e delle regole previsti dal Regolamento di esecuzione e di organizzazione del “Regno di Nettuno”, in vigore già da nove anni. Ma l’esistenza del Sic comporta anche OBBLIGHI E DIVIETI AGGIUNTIVI:

è VIETATA LA MOVIMENTAZIONE E/O RIMOZIONE DI FOGLIE DI POSIDONIA OCEANICA accumulati sulle spiagge (banquettes) tranne il caso in cui si verifichino oggettive condizioni di incompatibilità fra ammassi di foglie di Posidonia oceanica e la frequentazione delle spiagge (fenomeni putrefattivi in corso, mescolamento dei detriti vegetali con rifiuti), in tal caso l’Ente Gestore può autorizzare la loro movimentazione in zone di accumulo temporaneo, oppure, la loro rimozione definitiva e il loro trattamento come rifiuti, nel rispetto della normativa vigente.

è fatto obbligo ai concessionari dei pontili e dei punti di attracco nei porti di dotarsi di SISTEMI DI RACCOLTA DELLE ACQUE NERE E DI SENTINA dai serbatoi delle imbarcazioni;

è fatto obbligo ai concessionari dei pontili e dei punti di attracco nei porti di dotarsi di SISTEMI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA, compreso tossici e nocivi, sotto il coordinamento dell’Autorità Marittima e il relativo piano portuale di raccolta;

 è VIETATO il DANNEGGIAMENTO E PRELIEVO DELLA Pinna nobilis.

E’ evidente che si tratta di vincoli che dovrebbero appartenere alla normalità già in un contesto di seria tutela dell’ambiente marino, quale dovrebbe essere garantito da un’Area Marina Protetta. Ciò che finora non ci sembra si sia verificato nel “Regno di Nettuno”: un sintomo innegabile dell’inconsistenza della nostra AMP, abbandonata a sé stessa da troppo tempo. Condizione che adesso, in virtù del ruolo che vengono ad assumere i SIC e i ZSC nella Rete Natura 2000, dovrebbe essere definitivamente superata, restituendo all’AMP la piena operatività a lungo negata.

LE AZIONI ASSEGNATE ALL’ENTE GESTORE DELL’AREA MARINA

A maggior ragione alla luce delle ulteriori azioni che l’esistenza del SIC impone di svolgere all’ENTE GESTORE DELL’AREA MARINA: dalla realizzazione della carta degli habitat al monitoraggio dello stato di conservazione di questi ultimi; dal monitoraggio della presenza e dello stato di conservazione delle specie animali espressamente indicate all’aggiornamento del formulario del sito; dal monitoraggio della presenza di specie aliene all’installazione di dissuasori anti-strascico; dalla dotazione di sistemi di raccolta delle acque nere e di sentina nelle strutture portuali alla sensibilizzazione e formazione delle comunità locali al fine di garantire lo stato di conservazione delle specie e degli habitat e, dulcis in fundo, la promozione di attività di servizi legate alla fruibilità eco-naturalistica dei beni naturali.

Insomma, tutto ciò che anche solo in funzione della gestione dell’Area Marina Protetta si sarebbe già dovuto cominciare a fare negli ultimi nove anni. Ma adesso che i fondali di Ischia Procida e Vivara sono un SITO DI INTERESSE COMUNITARIO e una ZONA SPECIALE DI CONSERVAZIONE bisognerà necessariamente cominciare a fare sul serio nella gestione ecologica ed economica della risorsa mare. La stagione dei comodi alibi per mandare in malora il “Regno di Nettuno” è finita.

 

 

 

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