Ma quella discarica sotto e intorno al Polifunzionale è proprio necessaria?

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Foto Qui Ischia

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In lontananza, al di sopra della linea verde creata dalle ampie chiome dei pini, emerge nell’azzurro del cielo il cono inconfondibile del Vesuvio. Una delle tante cartoline sulla bellezza che Ischia riesce a regalare anche nei luoghi più imprevisti e improbabili. Perchè mentre il bel panorama bisogna cercarlo con lo sguardo, ben altri spettacoli si offrono immediatamente agli occhi, anche dei passanti più distratti. Nonostante si moltiplichino i servizi e le attività che ospita l’enorme palazzone sempre più grigio, ultima la sede del centro antiviolenza appena ufficializzato, l’area del Polifunzionale di via Morgioni continua a rappresentare un’isola di degrado sull’isola che non la merita. E il tempo che passa non segna alcun progresso significativo rispetto all’abbandono caratteristico di uno spazio sempre più simil Scampia, seppure per nulla periferico.

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L’impatto è forte, ovunque ci si volti, fatta eccezione per gli ingressi del Liceo e dell’attiguo Teatro. Due eccezioni di normalità in un complesso complessivamente indecoroso. A cominciare dagli spazi verdi che contornano l’edificio, dove si alza qualche raro alberello rachitico in mezzo, nel punti migliori, ad un mare di erbacce, che si possono considerare un abbellimento visto il resto. Per fortuna, stanno ricrescendo rigogliosi i ciuffi di canne, che almeno segnano una rivincita della natura e contribuiranno, quando saranno più alte, a schermare un po’ di bruttezza.

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La maggior parte dell’area esterna è ancora occupata da materiali edili e funge da deposito per i lavori delle fogne realizzati sul territorio. Enormi cataste di tubi inutilizzati giacciono  là, da tempo, ad occupare spazio e a fare brutta mostra di sé. E intorno ai tubi, che fungono da “richiamo”, si

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accumulano ferraglie,

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materiali di risulta, “monnezza”. Non un semplice deposito all’aperto, ma una discarica che peggiora costantemente e che ormai è diventata parte del paesaggio, intorno al parcheggio regolarmente utilizzato.

E agli sconci en plein air si accompagnano

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quelli al coperto, nel ventre del grande edificio. Un ventre disastrato, malmesso e maltenuto. Con i locali sporchi e scrostati utilizzati anch’essi come deposito, in gran parte di roba rotta – arredi d’ufficio, materiali per le manutenzioni, arredi stradali e via elencando – da buttare. Per non parlare della robaccia ammucchiata in ogni angolo del piano terra, con mucchi di cartoni che fanno pensare anche a qualche rifugio di fortuna. E perfino un’imbarcazione probabilmente annessa a una “barca” di Sant’Anna, anch’essa mezza rotta. E tutt’intorno tanto sporco, a completare il quadro desolante.

Si è saputo giorni fa che il Comune, per recuperare gli spazi sotterranei del Polifunzionale, ha presentato un progetto per la costruzione di una piscina per disabili. Ma, nell’attesa di sapere che  fine farà quel progetto e  la relativa richiesta di finanziamento milionario, deve restare tutto quello schifo? Non si può cercare di fare l’essenziale per restituire un po’ di decoro a quell’area, con interventi di pulizia e di ordinaria  manutenzione che  avrebbero dovuto già essere svolti da tempo e garantiti con continuità? Niente di complicato, costoso, proibitivo. Né milionario. Ma allora, perchè non si riesce mai a provvedervi?

E tutti quei tubi accatastati, per quanto ancora dovranno restare là, visto che di lavori per le fogne in giro non se ne vedono più?  E quando si provvederà a bonificare l’area esterna dai rifiuti, anche speciali, che si è lasciato venissero abbandonati là come se fosse una discarica? Ma visto che il Comune sta assegnando spazi e locali del palazzo, perché non dà pure una sistemata?  C’è una scuola in quel palazzo, le aule affacciano sul quel degrado, che segnale educativo si dà ai ragazzi abituandoli a  crescere in quella Scampia in versione ischitana?

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