E’ stata aggiunta qualche anno fa nella piazzola antistante la chiesa di Sant’Antonio alla Mandra, solo per evitare che fosse utilizzata come campo da pallone. Una motivazione (anche discutibile) per giustificare un’aggiunta di cui non c’era di certo bisogno per abbellire o migliorare un largo che era perfetto nella sua versione originaria, dominata dalla scenografica scala della chiesa e dal prospetto di quest’ultima. Ma a Ischia, si sa, c’è la mania di aggiungere il superfluo e così qualcuno ebbe l’idea di costruire l’aiola rotonda in pietra al centro dello spazio libero e davanti all’ingresso della Biblioteca Antoniana. Pochi anni e, com’era facilmente prevedibile, quell’”abbellimento” si è trasformato in un elemento di degrado, peggiorativo del contesto in cui è inserito e che è complessivamente in uno stato di trascuratezza piuttosto evidente.
C’è da dire che nei primi anni l’aiola era abbastanza curata. C’era una palma bassa al centro e intorno piante che garantivano fioriture tutto l’anno, ciclamini compresi. Una condizione di normalità che ormai è diventata un ricordo. Già da diversi mesi l’aiola è completamente priva di piante che non siano erbacce. Non c’è il minimo segno di cura, anzi è in completo abbandono. Dimenticata e indecorosa davanti ad un punto di riferimento culturale importante per tutta l’isola, che ospita di continuo iniziative e incontri anche con ospiti non ischitani. E già questo dovrebbe essere un motivo sufficiente per assicurare la pulizia della piazzola e la cura del verde che vi si trova.
Già nei vasi vi sono piante (dovrebbero essere aranci) a dir poco malmesse, decisamente rachitiche, che fanno una pessima figura. Qualche fondo di vivaio che non si è mai ambientato e che non è neppure appropriato in vasi che ne accentuano la sofferenza, specie per la mancanza d’acqua estiva. E se ci si aggiunge pure l’aiola abbandonata, il quadro è completo. Con l’aggiunta, e l’aggravante, dei lavori infiniti della chiesa, chiusa da anni, con i vasi all’ingresso impacchettati e un cantiere in sospeso.
C’era una volta il paese dei ciclamini, in cui spesso i fiori servivano da coprimiserie. Ormai non ci sono più neppure i ciclamini, spariti, e così sono rimaste solo le miserie. Ma un po’ di decoro davanti alla Biblioteca, la Città d’Ischia è in grado di ripristinarlo o è diventata anche quella un’impresa impossibile?