20 anni del Museo del Mare, riconoscimento a Maria Cristina Gambi per gli studi sul nostro mare

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

E’ la tappa imperdibile per chi voglia andare più in profondità nella conoscenza dell’isola nel suo rapporto con il mare. Da vent’anni è questa la “missione” che il Museo del Mare di Ischia Ponte svolge con coerenza, custode di un’identità da preservare, tramandare, raccontare. Con testimonianze, ricordi, oggetti, collezioni e pezzi d’arte che si sono moltiplicati nel tempo, qualificando sempre più la già varia e pregevole raccolta originaria, così da rendere interessante e speciale ogni centimetro dei tre piani dello storico Palazzo dell’Orologio. Dove l’altra sera si è tenuto, per la ricorrenza del ventennale, un incontro pubblico promosso dagli Amici del Museo del Mare, che nell’occasione hanno voluto come ospite d’onore la responsabile del Centro Villa Dohrn –  Ecologia del Benthos, MARIA CRISTINA GAMBI, per la sua lunga e preziosa attività di ricerca scientifica nel e sul nostro mare.

A fare gli onori di casa, ricordando il percorso compiuto in questi vent’anni da una iniziativa culturale su cui, all’inizio, in pochi avevano puntato con convinzione, è stato il direttore del museo, RINO LAURO, che ha evidenziato in particolare l’interesse mostrato dai tanti forestieri, delle più diverse provenienze, conquistati proprio dalla varietà dell’esposizione e dal collegamento di ogni pezzo con l’isola e la sua gente. Il contesto in cui si è prevalentemente formata la storia professionale di Maria Cristina Gambi.

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Foto Qui Ischia

Il presidente onorario degli Amici del Museo del Mare, ALBINO AMBROSIO, ha illustrato l’iniziativa  “100 donne contro gli stereotipi”, una banca dati online, realizzata anche con il supporto della Commissione Europea, che ha selezionato cento tra le migliaia di professioniste che lavorano nelle aree STEM (Scienze, Tecnologia, ingegneria e Matematica). E delle due sole biologhe marine segnalate, una è la ricercatrice della Stazione Zoologica di Napoli, che ha scelto di vivere e lavorare a Ischia. E che, tra l’altro ha diretto il gruppo di lavoro che all’inizio del 2000 elaborò, su incarico del Ministero dell’Ambiente, lo studio di fattibilità dell’Area Marina Protetta delle Isole Flegree. Creata, come ha ricordato Ambrosio, proprio in considerazione dalla straordinaria ricchezza biologica del nostro mare che è al centro da decenni dell’attività di ricerca del Centro Villa Dohrn, l’Acquario come meglio lo conoscono gli ischitani.

A portare il saluto dell’amministrazione comunale è stato il vicesindaco ENZO FERRANDINO, per il quale è importante che la comunità non perda le sue radici e tradizioni, anche perchè nella sfida della globalizzazione è indispensabile caratterizzarsi con la propria identità e sapersi così raccontare anche ai nostri ospiti. In quest’ottica, ha affermato Ferrandino “un plauso va a chi ha profuso questo sforzo negli anni e ha lasciato questo segno”. Poi, a nome dell’Associazione che presiede, Ambrosio ha consegnato alla ricercatrice di origine toscana una targa con la seguente motivazione: “Nel  suo ventesimo anno di vita il Museo del Mare a MARIA CRISTINA GAMBI, ricercatrice del Laboratorio del Benthos di Ischia, che con i suoi studi ha rivelato al mondo  le peculiarità ambientali e scientifiche del nostro mare, a cui continua a dedicarsi con rispetto e amore”.

Commossa perchè “in 35 anni di attività, questo è il primo riconoscimento a Ischia e mi fa particolarmente piacere che mi venga dal Museo del Mare, dove come Laboratorio del Benthos abbiamo contribuito ad allestire la sala al terzo piano, che poi è stata intitolata a LUCIA MAZZELLA. E mi fa piacere anche perchè questo museo è espressione del territorio”. E un forte legame con il territorio caratterizza anche l’attività del Centro Villa Dohrn, che si è sempre avvalso di ampie collaborazioni e contributi di pescatori, associazioni, diving, frequentatori del mare: “Era accaduto durante lo studio per il parco marino e accade anche oggi quando ci segnalano fioriture della Posidonia, presenze di specie aliene e negli ultimi tempi anche le zone con le bollicine, per la nostra ricerca sui siti con emissioni di anidride carbonica dove si studiano gli effetti dell’acidificazione sugli habitat marini”.

NEL MARE DI ISCHIA CONDIZIONI UNICHE AL MONDO PER LA RICERCA SCIENTIFICA

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Anton Dohrn

Nel suo interessantissimo intervento, proposto con toni che non lasciano dubbi sul grande amore per il nostro mare, Gambi, che ha lavorato molto anche all’estero, comprese diverse spedizioni internazionali in Antartide, ha esaltato il valore della ricerca “nell’orto di casa”. Che non venne disdegnata neppure da Darwin, il quale, anzi, trascorse gran parte della sua vita ad affinare le sue teorie e a scrivere i suoi principali trattati scientifici nella sua residenza inglese, osservando i suoi figli e la natura che lo circondava. E a Ischia, come aveva capito per primo ANTON DOHRN, il mare offre una tale particolarità di sistemi e habitat che, partendo dal loro studio, dunque da una DIMENSIONE LOCALE, aprono a intuizioni che hanno valore ben al di là del contesto che le ha ispirate.

Un esempio tutto ischitano riguarda la POSIDONIA OCEANICA, l’”albero del mare” le cui foreste sommerse hanno lo stesso valore per gli equilibri naturali del pianeta delle grandi foreste a terra: prima degli anni ’70 non si sapeva quasi nulla della pianta e tanto meno delle sue interazioni con gli habitat marini come con le altre specie botaniche e con quelle animali con cui coabita. Il Laboratorio del Benthos a Ischia nacque proprio per approfondire questi temi di ricerca e i suoi lavori hanno fatto scuola, tanto da rendere famosissima nel mondo la PRATERIA DI LACCO AMENO, dove sono state compiute osservazioni, misurazioni e verifiche continue nel tempo, che garantiscono oggi la sequenza di dati più lunga (quarantennale) e completa al mondo. punto di riferimento per tutti gli studi sull’argomento.

Altra peculiarità del nostro mare, che vi ha permesso ricerche scientifiche improponibili altrove, è stata la coincidenza con la BARRIERA CLIMATICA E BIOGEOGRAFICA, al di là della quale le specie termofile non potevano vivere. Un limite che era stato sempre di 14 gradi che segnava il confine tra le acque più calde e quelle più fredde del bacino Mediterraneo. Dunque, era fondamentale avere un centro di ricerca in questo specifico luogo, per studiare i comportamenti delle specie endemiche e di quelle aliene. E ora che il confine si è spostato più a nord, giacchè la temperatura media del nostro mare è salita ai 15 gradi, si osservano i cambiamenti che ne derivano nell’insediamento delle specie preesistenti e di altre nuove che compaiono per effetto delle nuove condizioni a loro favorevoli.

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La Posidonia di Lacco – SZN

E ora, da qualche anno, è arrivato un nuovo filone estremamente attuale, addirittura avveniristico, perchè le emissioni di CO2 in fondali e habitat diversi, producono laboratori naturali ideali per lo studio dell’ACIDIFICAZIONE DEI MARI, conseguenza dell’aumento della temperatura del pianeta. Quello che oggi si osserva nel nostro mare serve per elaborare scenari di medio-lungo periodo sui cambiamenti possibili nei mari e negli oceani di tutta la Terra. Su questo  il CENTRO VILLA DOHRN HA GIA’ ALL’ATTIVO 3 LAVORI PUBBLICATI SU “NATURE”, IL PROGETTO CON LA NATIONAL GEOGRAPHIC E TANTE COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI. La dimostrazione di come da un’area relativamente limitata, da un contesto locale, ci si possa aprire a relazioni, scambi, collegamenti di ben più  ampio respiro, nello spazio e nel tempo.

Che poi è anche la dimensione in cui si ritrova il Museo del Mare. Dove un patrimonio di testimonianze ancorate al territorio e alla sua storia, per la frequentazione di visitatori perlopiù forestieri assume una valenza che travalica ampiamente i ristretti dell’isola e del suo mare.

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