Procida salva l’ospedale, mentre a Ischia crescono le voci sulla chiusura dell’Utic a Capodanno

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Foto Qui Ischia

Una grossa iniezione di fiducia. E di speranza. Arrivata quasi alla fine di un anno decisamente travagliato, nel corso del quale è stato seriamente  messo in discussione il DIRITTO ALLA SALUTE degli isolani da scelte compiute a tavolino al di là del mare, da esperti lontani non solo fisicamente, che non sanno nulla della vita su un’isola e che la immaginano come una continua vacanza in cui non si ha bisogno di nulla oltre al sole e al mare. La vittoria per via giudiziaria di Procida nella strenua difesa dell’ospedale isolano è il primo segnale incoraggiante dopo mesi bui di preoccupazione, a tratti finanche di scoraggiamento, alimentati da un Piano ospedaliero regionale che ha trattato Ischia e Procida come se non fossero circondate dal mare e come se questa condizione non incidesse minimamente sulle esigenze delle popolazioni locali. Dalle quali ci si aspettava pure che si adeguassero senza fare una piega, che soggiacessero a tutto, che non opponessero resistenza alla sottrazione di servizi vitali e irrinunciabili. Ma è andata male: sulle isole le voci si sono alzate eccome e a Procida, oltre a tutte le altre forme di protesta civili e pacifiche, hanno anche adito le vie legali. E hanno vinto. Hanno vinto – bella novità e enorme paradosso – il diritto a livelli di assistenza che dovrebbero essere scontati, sempre e comunque, nel rispetto del principio fondamentale di uguaglianza dei cittadini della Repubblica. Quali sono a pieno titolo anche gli ischitani e procidani, benché tra Monteruscello, Napoli e perfino Roma sembra non ne siano ancora perfettamente consapevoli.

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Foto Qui Ischia

Procida, dunque, ha messo a segno un colpo decisivo per salvarsi dal ko già stabilito della sua dotazione sanitaria pubblica. Il PIANO POLIMENI non poteva e non potrà sottrargli il presidio ospedaliero conquistato dopo il sacrificio di due persone, quando sull’isola non vi era neppure una medicheria da campo.

Ma quello stesso Piano continua ad essere uno spauracchio per noi ischitani. Perché la sottrazione gravissima che prevede per il nostro ospedale, ovvero la SOPPRESSIONE DELL’UTIC, E’ ANCORA LI’, scritta nero su bianco, malgrado le rassicurazioni circa la sua correzione che si sono succedute per disinnescare le proteste che tra luglio ed ottobre hanno fatto scendere in piazza migliaia di ischitani. Rassicurazioni che il tempo ha dimostrato essere assolutamente infondate, vuote parole prive di sostanza, nonostante che a spenderle siano stati personaggi di primo piano a livello regionale. Ai quali gli AMMINISTRATORI LOCALI HANNO CREDUTO A PRESCINDERE, senza prendersi la briga – troppo fastidio! – di compiere semplici ed essenziali verifiche della loro concretezza. Così, al contrario dei colleghi procidani, la pletora di amministratori comunali ischitani non ha ritenuto di assumere alcuna forte iniziativa politica, men che meno di seguire la via giudiziaria. In compenso, non hanno perduto le occasioni per attaccare i cittadini partecipanti alle manifestazioni e il CUDAS, reo di aver sollevato questioni ed evidenziato problemi di cui avrebbero dovuto farsi carico loro.

E così a Ischia non c’è alcun motivo di esultare, tutt’altro. Il bubbone dell’Utic non è stato sanato, ma continua a crescere. E a testimoniarlo ci sono le VOCI SEMPRE PIU’ INSISTENTI ALL’INTERNO DEL “RIZZOLI” CHE PARLANO DELLA CHIUSURA DELL’UNITA” CORONARICA DAL PRIMO GENNAIO PROSSIMO. Possibile che nessuno dei dirigenti dell’ospedale le abbia raccolte? Possibile che le si stia lasciando lievitare e moltiplicare senza alcun intervento chiarificatore, in un senso o nell’altro da parte di chi di dovere?

Di sicuro, l’UTIC DEL “RIZZOLI” RESTA SERIAMENTE A RISCHIO. UNA SPADA DI DAMOCLE DA CUI NESSUNO CI HA LIBERATI, AL CONTRARIO DI QUANTO E’ AVVENUTO CON LA PRONUNCIA DEL TAR SULL’OSPEDALE DI PROCIIDA. Perciò, per gli ischitani, questa fine d’anno non ha ancora portato alcuna novità incoraggiante, alcuno spiraglio di luce. Speriamo che al giro di boa il nuovo anno non ci riservi la paventata brutta sorpresa, il regalo amaro di Polimeni. SAREBBE DAVVERO UNA BEFFA INSOPPORTABILE!

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