Da Napoli chiedono di limitare la raccolta sangue, per domenica i donatori devono prenotarsi

donasangueAnche in questi giorni non sono mancati gli appelli alla donazione nelle regioni colpite dal maltempo. E anche in Campania è segnalata una situazione di carenza, come normalmente si verifica durante l’estate e in altri periodi critici. Proprio per questo, considerato poi che la disponibilità di sangue ed emoderivati solitamente è tutt’altro che eccessiva, non si può non rimanere spiazzati dall’ennesima, macroscopica contraddizione della nostra sanità regionale. E contraddizione è perfino un eufemismo, per definire l’appello al contrario che è arrivato addirittura dalla dirigenza della Banca del Sangue del “Cardarelli”. Già, perchè mentre da una parte si invitano i volontari a recarsi a donare, dall’altra, nello specifico dall’ospedale napoletano a cui afferisce anche il sangue donato sulla nostra isola, stanno sollecitando le associazioni che curano la donazione volontaria a ridurre drasticamente i quantitativi di sangue da inviare a Napoli nelle prossime settimane. E così, per la prossima donazione prevista per domenica prossima, la Fidas-Advs di Ischia ha deciso di ricorrere alla prenotazione, per limitare a 30 il numero dei volontari. Come richiesto espressamente da Napoli.

La storia (come tante altre della sanità, purtroppo) ha dell’incredibile. In senso letterale, cioè che si fa davvero fatica a crederci. Tutto è stato originato da nuove disposizioni normative, entrate in vigore dal primo gennaio scorso, che impongono di “lavorare” il sangue raccolto non più entro le 48 ore successive alla donazione, ma entro le 24. Con i tempi a disposizione dimezzati, per trattare lo stesso quantitativo di sangue sarebbe necessaria una dotazione di attrezzature e di personale superiore a quella esistente, per cui con le forze in campo si deve ridurre l’afflusso di sangue, perchè se ne arrivasse com’era fino a dicembre, dunque poche settimane fa, si correrebbe il rischio di sprecare una materia prima tanto preziosa. A complicare le cose, poi, si è aggiunta anche una diversa fornitura di sacche di sangue, con differenti modalità d’uso rispetto a quelle precedentemente utilizzate. Ed ecco confezionate le complicazioni organizzative che hanno rischiato di far perfino saltare l’appuntamento di domenica 15, al presidio “San Giovan Giuseppe”!

Da Napoli, davanti a tutte queste novità e controindicazioni, hanno comunicato alle associazioni di volontariato di ridurre a non più di 30 a seduta le sacche raccolte. E ad Ischia, al fine di garantire comunque il corretto svolgimento delle operazioni domenica prossima,  si sono adeguati all’input del “Cardarelli”. Inoltre, la direzione del “Rizzoli”, stavolta particolarmente attiva, ha provveduto ad aggiornare il personale adibito alla raccolta su come utilizzare le nuove sacche fornite da Napoli. Insomma, nonostante tutte le difficoltà, si sta facendo in modo di mantenere viva la raccolta sull’isola, sia pur con numeri ridotti al minimo. Tanto più alla luce degli ottimi risultati che si erano raggiunti nel corso del 216, chiuso con un bilancio in netto aumento del quantitativo di sangue raccolto rispetto al 2015.

Perciò si sta facendo ricorso ad una sorta di NUMERO CHIUSO DELLE DONAZIONI. Che varrà almeno per le due giornate stabilite per questo mese, ovvero la prossima domenica e quella del 29 gennaio.

I volontari interessati a donare possono TELEFONARE AL PRESIDENTE LUIGI TRANI PER PRENOTARSI AL  3286942613. in modo da evitare di far affluire più persone del necessario al “San Giovan Giuseppe”, creando inutili disagi a chi già si alza presto e impegna l’intera mattinata della domenica per compiere un atto di altissimo valore civile.

Resta tutta l’ASSURDITA’ DI QUESTA SITUAZIONE, che si spera sia superata in tempi brevissimi. Perché sarebbe davvero imperdonabile se per motivi meramente organizzativi o per le solite carenze del comparto sanitario, si dovesse ridurre e perfino disincentivare la donazione volontaria di sangue, che invece va potenziata e favorita. Anche in Campania, dove ancora qualche anno fa bisognava acquistare sangue e emoderivati fuori regione. E auguriamoci che il disservizio di oggi non lo si debba pagare in estate, quando ci si accorge che il sangue disponibile non è sufficiente al fabbisogno della popolazione.

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