Finalmente arrivano i fondi per la manutenzione e il restauro della Torre di Cartaromana

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Foto Qui Ischia

Il professor Thomas Danzl, che giovedì sarà a Ischia per presentare la tesi di laurea di una sua allieva dedicata al restauro degli affreschi alla Torre di Guevara, ne sarà soddisfatto. Proprio lui, tirando le fila del lavoro compiuto nell’ultima campagna di restauri a Cartaromana, segnalò pubblicamente le pessime condizioni in cui versava il monumento ischitano, che minacciavano anche la stessa esistenza degli affreschi appena riportati alla luce. Infiltrazioni d’acqua, crepe, macchie di umidità, intonaci e motivi architetttonici precari, l’elenco dei danni alla struttura era ed è lungo. E preoccupante. Tanto che il professore tedesco, che dirige la celebre Scuola del Restauro dell’Università di Dresda, ebbe a commentare: “E’ importante aver riportato alla luce le pitture, ma che senso ha se non si salvaguarda il contenitore?”. Una domanda rimasta senza risposta fino ad oggi, quando il Comune d’Ischia ha reso noto che stanno per arrivare i soldi per effettuare lavori di “restauro e consolidamento della Torre Guevara detta di Michelangelo”.

 Il finanziamento per la Torre proviene dal POC, il Piano Operativo Complementare per i beni e le attività culturali della Regione, e ammonta a 242mila euro. Secondo il progetto elaborato dal Comune,  SI INTERVERRA’ PER LA MANUTENZIONE STRAORDINARIA dell’edificio quattrocentesco con materiali durevoli e adatti all’antichità e all’estetica della struttura e con tecnologie non invasive. Si fa riferimento in particolare ad un intervento di consolidamento in grado di assicurare la fruizione della Torre “al fine – come si legge nel progetto – di rilanciare la struttura quale principale bene del patrimonio culturale campano”.

Insomma, si dovrebbe mettere finalmente mano al lastrico solare, la cui impermeabilizzazione è saltata da anni, un po’ per la lunga assenza di manutenzione ordinaria e poi per i guai ereditati dall’antenna Vodafone,  che anni fa fu sconsideratamente autorizzata, senza premunirsi peraltro dall’imporre al gestore telefonico il ripristino dei danni effettivamente provocati dall’improvvida installazione. Da lì sono arrivate gran parte delle infiltrazioni d’acqua che negli ultimi anni hanno minato anche la parte più antica del tetto e trasformato i muri sottostanti in carte geografiche. Con macchie di umidità che hanno interessato anche le parti dipinte. E poi si dovrà intervenire sui prospetti dell’edificio, anch’essi orfani di cure da parecchio tempo, fin sulla merlatura, che presenta ormai parecchi punti deboli.

Un progetto “bifronte”, quello confezionato per la Torre. Alla faccia necessaria e positiva del restauro, si contrappone quella discutibile e finanche controproducente finanziata con fondi impegnati dall’ente, e descritta dal comunicato del Comune come “una serie di eventi ed attualità culturali mirati alla piena valorizzazione del bene: tra questi, in particolare, è previsto l’evento “Donne, terme e bellezza a Ischia nel Rinascimento”, un viaggio attraverso la storia dell’edificio, le leggende che vi si intrecciano (proprio qui Michelangelo avrebbe escogitato arditi stratagemmi per consumare la segreta relazione amorosa con la castellana Vittoria Colonna, moglie di Francesco Ferrante d’Avalos) e l’ultrasecolare rapporto dell’isola con il termalismo, raccontato attraverso il supporto dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento e dell’Università “Suor Orsola Benincasa”. La solita “ABBUFFATA” DI “EVENTI” INUTILI IN UN LUOGO CHE HA BEN ALTRO DA ESIBIRE E VALORIZZARE E CHE CONTINUA PURTROPPO AD ESSERE SVILITO E OFFESO DALLA STORIELLA SU MICHELANGELO E VITTORIA COLONNA, resuscitata incredibilmente anche a margine di una buona iniziativa (il restauro dell’immobile), che avrebbe meritato ben altro corollario.

Ma tant’è. Anche in quest’occasione non si può non concludere che addò vedono e addò cecano. Spendono soldi pubblici per organizzare “eventi” fondati su falsi storici, quando c’è solo l’imbarazzo della scelta delle pagine di storia della Torre e di quel luogo da valorizzare. Dalla novella del Boccaccio al giardino esotico rinascimentale, alla storia degli affreschi legata al fior fiore della cultura artistica europea del Cinquecento, grazie al coinvolgimento di pittori fiamminghi già operativi nella capitale al di là del mare.

E IN TUTTO QUESTO SBANDIERATO IMPEGNO DI VALORIZZAZIONE CULTURALE DELLA TORRE, CHE FINE HA FATTO IL MUSEO DI AENARIA? Di quello non c’è ancora né traccia (a parte le vetrine già montate da mesi) né notizia. Continuiamo a dilettarci con le “bufale” e gli “eventi”, per fare “cultura”…

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