Gli appelli continuano a fioccare e i richiami al senso di solidarietà pure. Da giorni si susseguono dichiarazioni e comunicazioni sulla carenza di sangue che affligge, con altre, la nostra regione e che rende necessario un incremento delle donazioni. E il messaggio è arrivato anche ai donatori isolani che stamattina si sono presentati puntuali all’appuntamento domenicale presso il presidio “San Giovan Giuseppe”. Per sentirsi dire, però, dagli amici della Fidas-Advs che dovevano tornarsene a casa, perché per loro non c’era la possibilità di donare. Come anticipato, infatti, hanno potuto sottoporsi al prelievo solo quanti si erano prenotati in anticipo, nel rispetto del tetto massimo obbligato dalle indicazioni del Centro Trasfusionale del “Cardarelli”. Che, anzi, era stato di appena 30 SACCHE DI SANGUE, mentre alla fine ne sono state raccolte 36, utilizzando tutta la dotazione inviata da Napoli per questa prima donazione del 2017. Che è stata accompagnata dallo stupore e dalle comprensibili e più che giustificate lamentele di quanti hanno dovuto fare i conti con quest’assurdità del “numero chiuso” alle donazioni nel bel mezzo di un’emergenza sangue.
“Male, malissimo”. Le due parole, pronunciate con un tono inequivocabile dal presidente della Fidas-Advs di Ischia LUIGI TRANI, sintetizzano alla perfezione il risultato di questa giornata di donazione decisamente sui generis. “E’ stato brutto dover dire ad alcuni amici, donatori convinti e di gran cuore, che, al contrario di sempre, non era possibile procedere con la donazione – spiega Trani – Come si fa a spiegare che è impossibile fare ciò che, invece, si continua a sollecitare perchè in questo momento c’è carenza di sangue in Campania? Questi appelli trovano ricettivi proprio i donatori, che si sentono chiamati in causa e si presentano per dare il loro contributo. E noi li abbiamo dovuti rimandare indietro…Con tutto ciò abbiamo fatto 36 sacche, ma solo perchè tante ne avevamo. Per quanto ci riguarda, siamo intenzionati a tornare al più presto alla nostra normalità, che corrisponde ad una cinquantina di sacche ad ogni donazione”.
E’ un vero peccato che la macchina organizzativa della DONAZIONE DI SANGUE sull’isola abbia dovuto METTERE IL FRENO proprio ora che aveva raggiunto stabilmente risultati importanti, con quantità significative di sangue inviate ogni quindici giorni al Centro trasfusionale del “Cardarelli”. Da dove hanno raccomandato di limitare la raccolta a sole 30 sacche, perchè con le nuove regole scattate dal 1° gennaio bisogna “lavorare” il liquido ematico raccolto entro le 24 ore, mentre fino al 2016 lo si poteva fare entro le 48 ore. E, a quanto pare, il più grande ospedale del Mezzogiorno non si è organizzato in modo da ottemperare a questi nuovi vincoli senza ripercussioni sul quantitativo del sangue trattato. Insomma, per colpa di un deficit di efficienza, qualunque ne sia la causa, si sta riducendo la “produzione” di sangue ed emoderivati proprio quando ce ne sarebbe più bisogno. E si condizionano le potenzialità della raccolta in una fase di piena e dichiarata carenza. Una situazione assolutamente inaccettabile, che è già gravissimo che si sia verificata, ma che si dovrebbe cercare di far durare il meno possibile.
Tanto più che non sembra che gli altri centri trasfusionali della Campania e della stessa città di Napoli siano incorsi nello stesso problema. E come mai gli altri sono riusciti ad adeguarsi senza conseguenze alle novità del 2017 e il “Cardarelli” no? Eppure, che queste nuove prescrizioni sarebbero scattate dal 1° gennaio lo si sarà saputo anche con un certo anticipo, non certo il 31 dicembre, per cui il tempo per riorganizzare e magari potenziare i servizi del Centro trasfusionale ce lo avrebbero dovuto avere e avrebbero dovuto saperlo utilizzare prima di ritrovarsi nell’attuale stato di difficoltà. Ma tant’è, si sono invece fatti cogliere impreparati e l’unica via d’uscita trovata per “apparare” alla meglio l’hanno identificata nell’indurre una riduzione delle donazioni!!!
Indurre, perchè, al di là che vi siano state solo raccomandazioni verbali e non comunicazioni scritte (questione formale sollevata da qualche commentatore del “pezzo” di Qui Ischia nei giorni scorsi), è stata ridotta la dotazione di sacche di sangue inviate da Napoli per la raccolta domenicale a Ischia. Per cui, vuoi o non vuoi, al di là di quel quantitativo non si poteva andare.
Comunque, superata in qualche modo questa prima, accidentata donazione del 2017, cosa accadrà per le prossime, a cominciare da quella in calendario per il 29 gennaio? Per quanto tempo, a Napoli, pensano di andare avanti a scartamento ridotto, senza risolvere il problema che ha causato tutto questo disagio, recuperando la piena funzionalità di un servizio di tale fondamentale importanza? Per quanto tempo ancora pensano di rimandare a casa o di far rimanere a casa le donne e gli uomini di buona volontà disposti e intenzionati a donare una parte di loro per salvare delle vite? Speriamo che il buon senso torni a prevalere già da domani…