“La nostra missione è finita”: la Scuola di Dresda lascia 4 volumi sugli affreschi della Torre Guevara

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Foto Qui Ischia

Anche in questi giorni, montato un ponteggio, sono tornati al lavoro al secondo piano della Torre. Il professor Thomas Danzl e i suoi collaboratori non hanno voluto perdere l’occasione di verificare direttamente gli effetti della “cura” pazientemente messa a punto nei laboratori della Scuola di Restauro di Dresda. La sintesi del lungo lavoro compiuto negli anni dall’équipe tedesca non solo per far riemergere i dipinti nascosti sotto decine di strati di intonaci, ma anche per raccogliere, analizzare e approfondire tutti i dati utili per conoscerne tutte le caratteristiche, fino all’ultimo millimetro. Una messe di informazioni che è confluita nella tesi di specializzazione di MARIA GRUEMBAUM, ben 4 volumi che riepilogano la storia delle cinque campagne di restauro condotte a Cartaromana dal 2011 e descrivono ogni momento del lavoro compiuto dai giovani esperti di Dresda. E quel ponderoso compendio, in gran parte già tradotto in italiano, è stato consegnato poche ore fa da Danzl al vicesindaco di Ischia Enzo Ferrandino, a conclusione della collaborazione tra la Scuola di Dresda e il Comune di Ischia di cui ha fin qui beneficiato il monumento di Cartaromana.

Per l’occasione ufficiale, in Municipio si sono ritrovati gran parte dei protagonisti della CONVENZIONE grazie al quale si è riaccesa l’attenzione sul grande valore storico-artistico della Torre Guevara: il Comune d’Ischia come proprietario dell’edificio quattrocentesco, l’Università di Dresda, che ha trovato a Ischia una realtà ideale per far svolgere stage annuali ai suoi laureandi e specializzandi in restauro, e il Circolo Sadoul, che ne ha promosso la collaborazione, supportando poi attivamente gli ospiti tedeschi durante i loro soggiorni di lavoro sull’isola. E proprio la presidente del  Sadoul, ILIA DELIZIA, ha sottolineato il valore dell’esperienza maturata alla Torre, i cui sviluppi sono stati costantemente comunicati all’esterno con le conferenze tenute al termine di ogni annualità e ancor più tenendo APERTE LE PORTE DEL CANTIERE e diffondendo così la conoscenza di quanto, di volta in volta, andava emergendo.

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Foto Qui Ischia

Orgoglioso per i frutti dell’accordo con l’Università, auspice il Sadoul, si è detto il vicesindaco ENZO FERRANDINO, che ha ricordato la passione con cui hanno lavorato i giovani tedeschi e con cui Maria Gruembaum ha elaborato la sua tesi. Il rappresentante dell’amministrazione ha colto l’occasione per parlare dei fondi da destinare alla struttura della Torre (“di Sant’Anna, detta anche di Michelangelo e di Guevara, a seconda della sensibilità di chi ne parla”), dove “tra un po’”, in collaborazione con la Sovrintendenza Archeologica sarà allestito uno spazio museale per rendere fruibili i reperti di Aenaria. “Nascerà un polo culturale di alta valenza – ha detto – che poi dovremo avere la capacità di curare e promuovere, per FARLO DIVENTARE UN GRANDE ATTRATTORE”.

Per la Sovrintendenza ai Beni culturali (dopo la riforma un cantiere di burocrazia in evoluzione) è intervenuta GINA CARLA ASCIONE, che ha lodato l’iniziativa, evidenziando come per i nuovi ruoli di oggi, non ci potrebbe essere più una convenzione come quella del 2010 a cui pure il suo ente di appartenenza partecipò. Dal canto suo,  la professoressa MONICA MARTELLI CASTALDI dell’Università Suor Orsola Benincasa ha rivelato di aver avanzato per il triennio 2016-18 una RICHIESTA FINANZIAMENTI PER SALVARE GLI AFFRESCHI ISCHITANI, seriamente a rischio.  Proprio di recente, ha saputo che potrebbero essere riconosciute due annualità, per l’anno in corso e il prossimo, del valore complessivo di 200MILA EURO, da destinare soprattutto alle pareti dipinte in altre parti della dimora dei Guevara, diverse dalle stanze oggetto dell’attività dei tedeschi. I risultati di questi ultimi, comunque, dovranno guidare qualunque altro intervento che si andrà a realizzare.

A presentare la tesi “molto meticolosa e puntuale” non poteva che essere il professor THOMAS DANZL, entusiasta come sempre di questa collaborazione ischitana e dei risultati che ha prodotto, grazie all’impegno della Scuola che dirige e dei circa 40 ragazzi che hanno svolto il loro stage alla Torre. Tutto il loro lavoro, quello compiuto a Ischia e quello che invece è stato fatto nei laboratori di Dresda, lo ha messo insieme, trasformandolo in 4 volumi di senso compiuto, la giovane Maria, creando uno strumento di lavoro prezioso e ormai imprescindibile per chiunque si occuperà in futuro dei dipinti di Cartaromana.

Danzl ha illustrato le conclusioni dellattività del suo gruppo, rivelando che nell’edificio sono stati identificati 3 periodi diversi e 3 o 4 mani differenti nella realizzazione degli affreschi. Il primo periodo riguarda i dipinti lungo la scalinata interna, di un ignoto, databili 1540. Poi, ci sono le sale dove si è lavorato in questi anni, che nella parte più bassa sono ispirate a modelli pittorici che gli ignoti artisti all’opera non avrebbero potuto conoscere prima del 1594. La volta, infine, è coeva e presenta riferimenti evidenti all’arte di Hans Vredemann de Vries. Si tratta di pitture che si legano a modelli nordici del Rinascimento, a loro volta mutuati da artisti italiani. Danzl ha spiegato i vari passaggi del ritorno alla luce degli affreschi delle sale esplorate e ha evidenziato gli interventi fatti nel passato, che hanno lasciato tracce pesanti, in qualche caso coompromettendo l’originale. In particolare, il “beverone” del Settecento con il tempo ha scurito ampie parti dei dipinti, che non sarà facile tentare di recuperare, almeno parzialmente. E qualche saggio è in corso proprio in questi giorni.

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Ora che Dresda ha completato la sua opera, bisognerà intervenire per l’ultima fase, quella della ripulitura finale e dei ritocchi, che potranno restituire anche buona parte del fascino estetico originario degli affreschi. E per chi verrà dopo, come ha spiegato Danzl, i 4 volumi della tesi saranno la guida da seguire per portare a compimento l’azione di recupero del ciclo delle pitture murarie rinascimentali, “molto raffinate e di buona fattura”.

Senza nascondere la sua commozione per la bella esperienza vissuta a Ischia, Danzl ha consegnato al vicesindaco Ferrandino la tesi di MARIA GRUEMBAUM, sia nella versione originale che in quella tradotta in italiano da Rosario De Laurentiis (che dovrà essere ulteriormente revisionata). E, a sua volta, il rappresentante del Comune ha affidato i volumi e i cd alla direttrice della Biblioteca Comunale Antoniana, perchè è lì che sarù custodita la sostanziosa eredità dell’èquipe dei restauratori tedeschi. Con la speranza che non resti quello l’ultimo intervento a favore dei dipinti della Torre, che hanno bisogno ancora di cure. Come l’edificio tanto a lungo trascurato che li ospita da cinque secoli.

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