Milioni di euro, centinaia di migliaia di metri cubi di sabbia per riportare gli arenili ischitani alla linea di costa di qualche decennio fa, prima che l’erosione producesse i suoi effetti negativi su ogni versante dell’isola. In attesa che i grandi progetti comincino a concretizzarsi, le spiagge ischitane non sfuggono all’abbandono invernale che le rende
impresentabili, motivo di imbarazzo costante nei confronti dei turisti che pure in questo periodo si trovano a Ischia. Ai quali sarebbe forse il caso di vietare tassativamente l’accesso ai lidi da novembre a maggio, per evitare di proporre uno spettacolo indecente proprio lì dove dovrebbero – e potrebbero – trovare solo bellezza. Una provocazione, certo, che per come stanno
le cose ci sta tutta,
purtroppo.
Come al solito, le mareggiate di gennaio hanno scaraventato sulla battigia una quantità incredibile e un vario assortimento di “reperti” di PLASTICA. Un campionario che la dice lunga sui materiali inquinanti che finiscono regolarmente
nel nostro mare oltraggiato e che, com’è inevitabile, le correnti restituiscono periodicamente al mittente, da una sponda all’altra del golfo. Visto che non si riesce ancora a bloccare questo sversamento in mare di tanta plastica, bisognerebbe almeno sforzarsi di recuperarla quando le onde tornano ad adagiarla a terra. Sarebbe utile e importante toglierla di mezzo prima che le prossime burrasche se la riprendano, riportandola a insozzare il mare. E al tempo stesso si garantirebbe un aspetto decente e presentabile alle spiagge, che sono una risorsa strategica per l’isola in qualunque stagione, non solo per sei mesi all’anno. Tanto più che ormai la destagionalizzazione è una realtà e una località di mare non può tollerare che i propri lidi si presentino come delle pattumiere, per non dire discariche a cielo aperto sullo sfondo di un panorama che toglie il fiato.
Al di là del problema in sé, c’è l’aggravante che si tratta di una STORIA VECCHIA, che si ripete ogni anno tra l’INDIFFERENZA GENERALE, mentre il buon senso e l’interesse comune, anche economico, suggerirebbero di intervenire con tempestività ed efficacia per tirar via quella “monnezza” di plastica dalle spiagge. Ma, a parte qualche raro volontario che si prende la briga di fare qualcosa contro gli sconci sotto gli occhi di tutti, non c’è un’azione definita, continuativa e organizzata per liberare la battigia dalla “fetenzia” che la invade. Non se ne occupa il Comune, attraverso Ischiambiente, per quanto riguarda Ischia; non se ne occupano perlopiù i titolari degli stabilimenti, che in questo periodo sono chiusi ma che dovrebbero avere interesse a presentare un’immagine decorosa della risorsa al centro dell’offerta turistica ischitana.
Eppure, ne sono stati prodotti e sbandierati negli anni di delibere e di ordini di tener pulite le spiagge anche “fuori stagione”!!! Tutti caduti nel nulla, irrealizzati, con buona pace dei visitatori forestieri, che scattano foto della “monnezza”, destinate a tornarci indietro come pugni sul muso sotto forma di pubblicità negativa e figuracce pubbliche con tutti i mezzi di comunicazione possibili.
D’altra parte, chi dovrebbe controllare, il Comune d’Ischia? E con quale autorevolezza, se non riesce ad intervenire direttamente neppure nei tratti sotto la sua diretta responsabilità?
E che dire del tubo che, ancora come negli anni precedenti, è uscito di nuovo da sotto alla sabbia su un ampio tratto della Spiaggia dei Pescatori alla Mandra? Si tratta della condotta fognaria insabbiata un paio di anni fa, durante mesi di lavori sull’arenile, che ci hanno regalato questo “successo” così evidente e clamoroso? Un’altra dimostrazione di come vengono effettuati i lavori pubblici a Ischia, fin sulla riva del mare. Un altro scempio annuale, che resterà esposto fin all’inizio della prossima stagione turistica, per poi riapparire come il coniglio dal cilindro con le brume autunnali. Nel frattempo, il tubo si è già rotto, tanto per non farsi mancare nulla e con tutte le ricadute del caso. Davvero, un lavoro a regola d’arte, di quelli che il nostro Comune ci regala con prodigioso impegno.
Un cattivo esempio e precedente da tenere ben presente quando si avvieranno i progetti da grandi numeri annunciati nei giorni scorsi. Speriamo…
E a proposito di restauro degli arenili, in che condizioni li terremo, quando saranno disponibili? Ci dobbiamo aspettare una ancora più grande distesa di “monnezza” di plastica da novembre a maggio, tanto per onorare la spesa plurimilionaria di denaro pubblico?