Comunicato Stampa
La vertenza ORSA per la corretta applicazione delle leggi che regolamentano la vita dei marittimi imbarcati – in particolare nel parte riguardante il rispetto dei tempi di riposo, in uno a quelle del rispetto delle sentenza definitive e della rivisitazione dell’accordo di secondo livello in contrasto con il risultato referendario promosso e vinto dalla stragrande maggioranza dei marittimi Caremar - ha oggi avuto un sussulto positivo nel presidio organizzato dall’ORSA davanti la sede Caremar, nei pressi di Porta di Massa.
I marittimi presenti – anche in rappresentanza di tutti quelli che vivono e subiscono la triste esperienza di avere un datore di lavoro che nega il riposo e che determina con scelte insensate, se non illegittime, pericolose condizioni di stress per effetto di improponibili turni massacranti - hanno onorato il proprio impegno civile e sindacale con un’iniziativa difficile, quella del presidio, ma estremamente significativa e produttiva sul piano della informazione e della politica, avvalorando nei fatti i pericoli di svolte di liberiste non controllate da uno Stato attento ed efficiente.
L’Autmare, presente al detto appuntamento, regista un’inaccettabile sordità aziendale ed avversione al confronto in un assurdo atteggiamento di chiusura e di discriminazione nei confronti di chi tra i marittimi legittimamente la pensa diversamente dimostrandone le ragioni, oltre una pericolosa impennata antidemocratica e discriminatoria nei confronti della Stampa allorquando mantiene fuori la porta un affermato giornalista di Ischia che pur chiedeva di poter fare il proprio dovere di cronaca.
L’Autmare rilancia la sua vertenza che, a questo punto, sulla scorta di quanto ha verificato nella mattinata odierna sopra denunciato, assume anche un valore etico- costituzionale e, coerentemente ad esso, agirà nelle sedi opportune perché nell’Italia democratica si rimuovano gli ostacoli che derivano da arroganza di posizione e si faccia un passo in avanti nell’affermazione dei diritti dei cittadini nel confronto e rispetto e nei limiti della Carta Costituzionale.
Nicola Lamonica