Una telefonata sembrava aver risolto tutto. Era arrivata provvidenzialmente nel bel mezzo di una conferenza pubblica, dall’atmosfera molto ovattata e bon ton che quei “discoli” del Cudas avevano violato, portando dentro la sala dell’Excelsior in gran spolvero il loro striscione e la realtà decisamente non paludata né rassicurante della sanità isolana reale. Proprio mentre il direttore generale dell’Asl, D’Amore, rispondeva visibilmente irritato alle domande di un esponente del Cudas sul destino nebuloso dell’Utic del “Rizzoli”, il cellulare aveva squillato imperioso. Dopo lo scambio telefonico, il manager aveva rivelato pubblicamente che a chiamarlo era stato addirittura il governatore De Luca, che si era premurato di avvisarlo che ormai il riconoscimento di ISCHIA ZONA DISAGIATA ERA COSA FATTA. Era il 30 novembre scorso. Sono passatii più di due mesi e mezzo. Ma di quel provvedimento “sicuro” non si è saputo più nulla. Si è perduto nelle brume invernali, chissà dove.
Eppure, se non è certo una panacea per i tanti problemi della nostra sanità, quel riconoscimento è per Ischia UN’ASSOLUTA PRIORITA’, perchè da esso dipende il superamento delle difficoltà che oggi s’incontrano nel riempire i vuoti di organico sempre più seri che decimano il personale medico, paramedico e socio-sanitario dei servizi sia ospedalieri che territoriali. UNA BOCCATA D’OSSIGENO PER LA NOSTRA SANITA’ CHE CONTINUA AD ESSERCI NEGATA. Mentre a CAPRI è stata già riconosciuta da un pezzo. E non si capisce perché, quando fu adottato il provvedimento per l’Isola Azzurra, non si pensò di farlo contemporaneamente per TUTTE E TRE LE ISOLE dell’arcipelago, come sarebbe stato logico e giusto.
Possibile che in Regione non abbiano ancora capito che urge sanare questa difformità di trattamento, che penalizza fortemente gli abitanti di Ischia e Procida?
Un semplice interrogativo senza risposta. Finora. UNA RISPOSTA SOLLECITATA, RILANCIATA, GRIDATA STAMATTINA DAL CUDAS DURANTE IL SIT IN DAVANTI ALL’EX MATERNITA’ DI ISCHIA, DOV’E’ IL DISTRETTO SANITARIO DI ISCHIA E PROCIDA. Luogo scelto perchè quella è la sede istituzionale dell’Asl Na2 Nord sulla nostra isola e, dunque, una manifestazione là davanti era la scelta più appropriata per lanciare un messaggio forte e chiaro a chi decide della e sulla nostra pelle al di là del mare.
All’appello del Cudas hanno risposto varie associazioni, presenti con i loro rappresentanti. A cominciare dalla UILDM con Raffaele Brischetto per proseguire con l’Associazione dei familiari dei bambini autistici, la Croce Rosa, l’Autmare, il Teatro stabile. E c’era anche Elena, che ha parlato a nome dei “pullicini sperduti”, chiedendo il RIPRISTINO DELLA SIR e chiosando con la sua consueta saggezza: “Voi andate a casa, io una casa non ce l’ho”. Che sintetizza alla perfezione la distruzione della Salute mentale, altra priorità su cui il Comitato per la salute resta fortemente impegnato.
Ieri, era arrivato il messaggio del sindaco di Procida, Dino Ambrosino, di sostegno all’iniziativa del Cudas. Che oggi ha ringraziato pubblicamente nel suo comunicato il primo cittadino procidano, a cui ha ribadito l’appoggio e la piena solidarietà alla battaglia per l’ospedale dei “fratelli procidani”.
Dopo la prolungata sosta sui due lati di via Alfredo De Luca, nel tratto antistante la sede del Distretto, il gruppo si è spostato verso il Municipio d’Ischia e nel piazzale si è svolto un veloce colloquio con il vicesindaco Enzo Ferrandino. All’interlocutore comunale la presidente Cudas, Gianna Napoleone, ha illustrato i motivi del sit in, sottolineando la necessità del riconoscimento di zona disagiata e sollecitando anche gli amministratori locali a fare la loro parte presso gli organi competenti in terraferma. Da parte dell’esponente del Comune d’Ischia sono arrivate le solite generiche rassicurazioni sull’impegno dell’ente locale, sul coinvolgimento dei referenti politici, senza trascurare il solito rimprovero al Cudas di atteggiamento “strumentale”. Insomma, tutto come di prammatica: un pour parler da cui difficilmente uscirà qualche risultato utile…
Comunque, l’iniziativa pubblica di protesta di oggi del Cudas sarà seguita già nei prossimi giorni da altre, volte ad ottenere un confronto diretto con i responsabili dei servizi caratterizzati dalle maggiori criticità. Mentre prosegue la mobilitazione per ottenere che la REGIONE SI DECIDA A DARE COMPIMENTO ALL’ANNUNCIO TELEFONICO DEL GOVERNATORE DEL 30 NOVEMBRE SCORSO.