‘Na purpett co’ e’ pisell, continua lo sfascio della Salute mentale sulle isole della Na2 Nord

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Foto Qui Ischia

Due panini grandi, una polpetta con piselli, una porzione preconfezionata di formaggio Prealpi, una mela, una bottiglietta d’acqua e qualche tovagliolo di carta. Il tutto dentro una busta bianca trasparente. In questo è consistito oggi il pasto distribuito nel parcheggio di via Antonio Sogliuzzo agli utenti della Salute mentale dagli addetti della cucina del “Rizzoli”, da cui provengono i pasti. Da mesi ormai, quello che per tutti è il pasto più importante della giornata è stato riconvertito in un paio di panini ripieni, di cui vengono forniti agli interessati gli ingredienti base, da comporre sul posto o a casa. Alla fine, una sorta di pranzo al sacco – anzi, al sacchetto – che è una “soluzione” obbligata visto che non c’è più a disposizione uno spazio dedicato e neppure un tavolo per mangiare tutti insieme, com’era prima che il Centro diurno smettesse di esistere. E una consumazione sul muretto dello stesso parcheggio di Villa Romana o, nel migliore dei casi, su una panchina, non è certo compatibile con un pasto normale, con minestra o pastasciutta.

Quel pasto frugale, ridotto al minimo, che ha l’aspetto e forse anche il sapore della provvisorietà, sintetizza magistralmente le condizioni in cui sono ridotti i SERVIZI PSICHIATRICI della nostra isola. Le macerie lasciate oltre un anno fa dall’ex commissaria Iovino sono rimaste finora tali, non sono più state ricomposte. E, d’altra parte, non si registrano neppure tentativi seri di riportare l’assistenza psichiatrica ad un livello accettabile in un paese civile. E minimamente adeguato alle esigenze del territorio, sempre più disattese, incredibilmente ignorate.

E dire che quando era arrivato al vertice dell’Asl Na2 Nord come commissario, ANTONIO D’AMORE aveva riconosciuto lo stato pessimo del Dipartimento di Salute mentale ereditato dalla gestione precedente, fino a scrivere parole inequivocabili anche sulla soppressione della SIR ischitana. Di conseguenza, già un paio di mesi dopo il suo insediamento, nel dicembre 2015, era stata insediata una COMMISSIONE DI ESPERTI per verificare ogni aspetto dell’assistenza psichiatrica e gettare le basi per una completa riorganizzazione del Dipartimento, senza guida ormai da molti mesi. E dopo la Commissione, nel marzo 2016, era arrivato un GRUPPO DI LAVORO formato da esperti, chiamato ad occuparsi anche della SIR ischitana e delle RSA. Dulcis in fundo, nel giugno dello scorso anno, la nomina del nuovo dirigente del Dipartimento, nella persona del dottor LORIS PETRONE, che fino ad allora aveva diretto l’Unità Operativa di Salute Mentale di Giugliano.

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Foto Qui Ischia

Ben tre passaggi, dunque, che avrebbero dovuto contribuire a rimettere in piedi un settore devastato negli anni precedenti, con carenze pesantissime per l’utenza. Ma nessuno di essi ha prodotto l’esito sperato. Ed è un NULLA DI FATTO IL RISULTATO DELLE DECISIONI ADOTTATE PER OLTRE UN ANNO DA D’AMORE IN ACCORDO CON I DIRETTORI SANITARIO E AMMINISTRATIVO.

A Ischia, mentre in terraferma si studiava (a vuoto), non si progrediva di un millimetro. Accanto al disastro umano procurato dalla scellerata chiusura della SIR, non si può ignorare che l’assistenza psichiatrica complessiva è rimasta al palo. Ristretta in due “stanzulelle” a Villa Romana, con un organico nettamente al di sotto del minimo indispensabile, dell’Unità operativa di Salute mentale resta un contenitore quasi vuoto. E la CHIUSURA DEL CENTRO DIURNO ha azzerato le possibilità di integrazione, riabilitazione, socializzazione della maggioranza degli utenti in carico, a cui non è rimasto altro che la somministrazione quotidiana delle terapie all’interno di Villa Romana e di quella specie di pasto di mezzodì direttamente, e VERGOGNOSAMENTE, nell’attiguo parcheggio.

Unica nota di continuità dell’assistenza e della riabilitazione resta il GIARDINO DELL’AMICIZIA, l’oasi al confine della Pineta Nenzi Bozzi, dove si riesce a tenere insieme un gruppo di utenti, che là possono anche continuare a godere di un pranzo normale tutti intorno a un tavolo, nella casetta regalata dal Rotary e recentemente illuminata dal Comune d’Ischia.

Ma al di fuori di quella piccola eccezione positiva, sul territorio di Ischia e Procida i bisogni di assistenza psichiatrica non riescono a trovare in gran parte risposta. La nuova utenza è bloccata da mesi e tanti familiari alle prese con situazioni di sofferenza più o meno grave non hanno più un riferimento né un supporto adeguato alle loro reali esigenze. Di fatto, persone che avrebbero bisogno di assistenza specialistica, non la trovano. E tutto questo in un contesto insulare dove, statisticamente, l’INCIDENZA di disagi e patologie psichiatrici di varia natura e di diverso grado di gravità è PIU’ ALTA CHE IN TERRAFERMA. MA CHI SE NE FA CARICO NELLO SFASCIO ATTUALE?

Dobbiamo affidarci ai Santi protettori o alla buona sorte per chi non è credente che non capiti mai nulla in conseguenza di questa incapacità di seguire chi ne ha bisogno. MA CHI SI PRENDE LA RESPONSABILITA’ DI CONTINUARE A LASCIARE TANTO SGUARNITO UN SERVIZIO SANITARIO COSI’ IMPORTANTE ED ESSENZIALE ANCHE PER LA GESTIONE DI SITUAZIONI A RISCHIO E LA PREVENZIONE?

Dopo commissioni, gruppi di lavoro e nomine che non hanno cavato un ragno dal buco, cosa intende fare il direttore generale D’Amore per ripristinare i servizi psichiatrici dell’Asl Na2 Nord, in particolare a Ischia e Procida, in tempi accettabili? O aspettiamo che accada qualcosa di grave, per ricordarci di questa emergenza/carenza dimenticata?

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