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Sanità Ormai le formiche hanno preso casa al “Rizzoli”, da mesi non si riesce a fare una disinfestazione!
Ormai le formiche hanno preso casa al “Rizzoli”, da mesi non si riesce a fare una disinfestazione!
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8 anni ago |

da mesi sono sempre là
Di questi tempi sembrano scomparse. Non se ne vedono in nessuno dei luoghi che solitamente frequentano nel periodo caldo. Anche le incursioni in casa si sono interrotte da tempo e certamente non se ne sente la mancanza. Ma c’è un posto da dove non si sono mai allontanate. E non si tratta di fugaci, episodiche apparizioni, ma di una presenza fissa, persistente. Massiccia per quantità e infatti non passa inosservata, anche perché lì non ci si aspetterebbe di vederla, quella sorpresa in movimento. Lunghe file sui muri, sui mobili, fin sul controsoffitto e concentrazioni improvvise sul pavimento. Al “Rizzoli” le formiche hanno trovato casa e non sembrano disposte a sloggiare autonomamente. Anzi, più tempo passa e più spazi conquistano, fino a fare dell’ospedale una parte del loro habitat. Che non è una cosa proprio normale, sebbene a Lacco sia ormai l’incontestabile realtà.
Sono passati cinque mesi esatti, oggi, dal primo incontro di una delegazione del Cudas Ischia con il direttore generale dell’Asl, ANTONIO D’AMORE, a Monteruscello, presso la sede dell’Asl prima del trasferimento a Frattamaggiore. E la prima, pressante richiesta presentata al manager fu quella di una DISINFESTAZIONE nell’ospedale ischitano, dove già si era manifestata una presenza assai al di là del massimo tollerabile di formiche. Ma anche di scarafaggi, senza farsi mancare neppure qualche incursione “sorcina”. Le formiche, però, erano il problema più serio, neppure scalfito dai consueti interventi – più che altro tentativi inutili . per contenerne la veloce espansione.
Di regola, la lotta alle formiche non sarebbe dovuta neppure entrare in una conversazione come quella, sia perchè in un paese normale un ospedale non dovrebbe essere invaso da insetti sia perchè, nel caso quell’invasione si verificasse, si dovrebbe essere in grado di bloccarla con efficacia d’ufficio, senza dover scomodare il responsabile di tutta l’Azienda. Ma siccome a Ischia in ospedale l’infestazione c’era – E C’E’ – e visto che continuava nell’indifferenza di chi avrebbe dovuto porvi rimedio sul posto, i rappresentanti del CUDAS NE PARLARONO ECCOME A D’AMORE. Anzi, cominciarono proprio da lì il loro elenco di priorità da affrontare e risolvere con urgenza. Che nel caso delle formiche equivaleva a qualche giorno, tanto più che erano già volate le settimane senza che si prendesse alcun provvedimento capillare.
Forse un po’ stupito, ma meno irritato di quanto non lo avessero reso alcune delle altre questioni prospettate, D’Amore ASSICURO’ CHE A QUELL’INTERVENTO AVREBBE PROVVEDUTO GIA’ ENTRO IL LUNEDI’ SUCCESSIVO, questione di pochi giorni insomma. A patto, però, che dalla direzione dell’ospedale gli arrivasse conferma che il problema era reale e bisognava risolverlo. Quella conferma, però non dovette arrivare e la DISINFESTAZIONE NON FU PIU’ FATTA nè il giorno dopo all’incontro, né in quello successivo né negli altri ancora. Si fece un lavaggio più a fondo qua e là, qualche spruzzata di insetticida e via…Tanto che anche in seguito le file di formiche continuarono ad intrattenersi nelle stanze di degenza, facendo compagnia ai pazienti (?), o nei locali adibiti ad attività di assistenza, diagnostica e quant’altro. Insomma, il contrasto fu pari a zero e il risultato idem.
C’è chi, davanti alle foto di formiche sgambettanti in giro per il “Rizzoli” ha minimizzato, sostenendo che in fondo stanno ovunque e che le nostre case non fanno eccezione. E magari, a forza di vederle, anche in ospedale qualcuno ci avrà fatta l’abitudine, arrivando a considerarle parte dell’ambiente, come i flaconi e i tubi delle flebo o le sacche per i cateteri. Ma non è così: NON E’ NORMALE, IGIENICO, ACCETTABILE CHE LE FORMICHE – e qualunque altra concentrazione di insetti – SIANO DI CASA IN UN OSPEDALE, a contatto con i pazienti, i tavolinetti per i pasti, le apparecchiature e i presidi.
Il protrarsi del problema e la mancanza di un contrasto deciso hanno fatto proliferare le presenze a sei zampette. E l’invasione non si è fermata, semmai si è allargata. Stanno, forse, nelle controsoffittature. E il calore di apparecchi e dispositivi medicali, come degli impianti, le attrae e le spinge a stanziarsi ancora di più. Ma NON POSSONO ESSERE, queste, delle GIUSTIFICAZIONI NE’ I MOTIVI PER ADATTARSI E RASSEGNARSI A QUESTA SITUAZIONE. Che è oggettivamente INTOLLERABILE. Da quinto mondo, altro che chiacchiere. Il video postato oggi sulla pagina Fb del Cudas è più che eloquente.
Perciò la disinfestazione mancata a settembre va fatta ora. Senza altri temporeggiamenti, senza ulteriori perdite di tempo, senza continuare a far finta che tutto sia a posto. Possibile che non si riesca a venire a capo neppure della più piccola e semplice delle criticità che affliggono il nosocomio lacchese? A chi bisogna rivolgersi per avere un risultato utile almeno sul formicaio di via Fundera? Avessm a disturbà ‘a Lorenzin pe’ caccià ‘e furmicul!