Quel vicolo dietro San Gaetano, pochi passi tra sogno e realtà
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8 anni ago |
Foto Qui Ischia
Una sera d’estate. Calda senza essere afosa, per quel refolo che arriva provvidenziale dal mare di cui si avverte la vicinanza, poco più in là, in fondo al vicolo illuminato. E’ il momento propizio per il racconto di una storia di vita vera, personale, che diventa pubblica per la prima volta al di fuori del suo ambiente naturale, dove si è in gran parte svolta: un magnifico giardino nato dalle rocce vulcaniche e dalla passione di una signora elegante, empatica, capace di trasmettere con ogni parola la sua energia vitale al pubblico che ascolta in silenzio, ammirato e partecipe nel centro della stradina trasformata in un accogliente salotto all’aperto. Lei è una lady che frequenta l’aristocrazia al di là della Manica e si pregia di avere tra i suoi ammiratori il principe di Galles e porta il cognome, Walton, di un grandissimo compositore che ha fatto la storia della musica nel Novecento. Ma il temperamento argentino ha trovato il suo luogo dell’anima a Ischia e la sera d’estate è ideale per la narrazione fluente del primo sbarco sull’isola che sarebbe diventata la sua casa. E per il racconto entusiasta dell’evoluzione, lenta e sempre sorprendente, del suo giardino, creatura di fiori, profumi e colori che attrae a Forio turisti da ogni dove.
Era, quello, uno dei primi incontri estivi nel vicolo, un altro passo verso il recupero di una dimensione culturale che sembrava perduta con la chiusura della Libreria per eccellenza, dove Vito Mattera aveva nutrito di libri e di bellezza diverse generazioni di foriani e non pochi forestieri. Nel locale sotto la pergola, al posto dei libri era arrivato il vino di Pietratorcia, ma il desiderio di racconto e confronto, ascolto e dialogo aveva ripreso a creare incontri, a proporre letture e riflessioni, a produrre cultura in quell’angolo di Forio, al riparo dal clamore, dai rumori e dagli umori del centro di cui è discretamente parte.
Non è di strada il vicolo, per i flussi caciaroni che attraversano il cuore di Forio senza fare neppure troppo caso agli scorci, alle chiese, ai palazzi storici. E’ lì, girato l’angolo, ma a tenerlo “fuori mano” c’è la sagoma dominante e protettiva della chiesa di San Gaetano. Per trovarlo, bisogna aver voglia di andare oltre il percorso più battuto, di scoprire l’identità del luogo, di lasciarsi sorprendere ad ogni passo, di sentire il profumo del mare fino a ritrovarlo al termine della discesa.
Poche decine di metri, tante sollecitazioni per la vista e per la mente. Anche in questi giorni d’inverno, che hanno reso spoglia la vite americana, nelle altre stagioni rigoglioso mantello sui muri, al di sopra dei quali si lascia ammirare la cupola di san Gaetano, rassicurante presenza in pieno sole. Il silenzio è compagno di strada, mentre lo sguardo si sofferma sui punti focali. C’è la nuova libreria – la Libereria – piccolo scrigno di grandi iniziative, che tengono viva la vocazione di far crescere giovani generazioni di lettori. Continua ad esserci, indifferente al passare del tempo, la Galleria EloArt, una lunga e apprezzata serie di mostre di artisti isolani e stranieri che si arricchisce ogni anno di nuove proposte. C’è l’Enoteca di Pietratorcia che è molto più di un luogo di degustazione, con la sua agenda di incontri e racconti che tiene comunque viva la vocazione culturale segnata dalla libreria originaria. C’è la bottega d’arte figulina di Francesco Calise, che onora senza rinunciare al nuovo la plurimillenaria tradizione dell’isola dei vasai. E di fronte ti trovi le creazioni di “Potlac” con i bei tessuti dipinti a mano, i quadri e gli accessori d’arredamento e i monili, tutti pezzi unici di artigianato.
C’è un vicolo, dietro San Gaetano, che porta al mare e racchiude un piccolo universo da scoprire, ammirare, godere. Una discesina inconfondibile con le sue particolarità, i suoi richiami, la sua identità genuina e vitale. In attesa delle riaperture e delle attività della bella stagione, la visione della cupola al di sopra dei muri coperti di vite americana e delle case sembra un sogno divenuto improvvisamente realtà.