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Sanità Donna nella camerata maschile, la carenza di posti letto al “Rizzoli” è ormai oltre il limite
Donna nella camerata maschile, la carenza di posti letto al “Rizzoli” è ormai oltre il limite
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8 anni ago |

Foto Qui Ischia
La versione definitiva è stata approvata solo pochi giorni fa. E ora l’obiettivo è scritto nero su bianco nell’Atto Aziendale dell’Asl Na2 Nord. Un’ufficializzazione che non basta, tuttavia, a renderlo concreto. Per adesso appare ancora in alto mare l’impresa di dotare l’ospedale “Rizzoli” dei 114 POSTI LETTO che rappresentano il nuovo traguardo definito a Frattamaggiore. E nel frattempo, la realtà quotidiana racconta tutta un’altra storia. Fatta di carenze di posti che creano seri problemi e forti disagi agli addetti ai lavori e ai fruitori del presidio isolano. Con situazioni di emergenza che stanno diventando usuali. E con “casi limite” che segnalano l’urgenza di ampliare l’ospedale, perché la capacità ricettiva dell’ospedale lacchese è ormai assolutamente sottodimensionata rispetto alle esigenze attuali dell’isola.
I fine settimana, in particolare, sono diventati la cartina di tornasole dell’insufficienza di letti al “Rizzoli”. E quello passato lo è stato più degli altri, visto che nel reparto di degenza che a fatica si dividono la Chirurgia e l’Ortopedia si è arrivati a sistemare una PAZIENTE DONNA in una STANZA DI UOMINI! Una situazione assurda e non ci vuole una particolare perspicacia per comprendere al volo il peso di questa novità e il disagio che deve aver creato a coloro che si sono ritrovati a subirla. Ancora peggio, alla fine, della pur non invidiabile condizione di chi viene ricoverato in barella nei corridoi. Una sistemazione ovviamente di ripiego, quest’ultima, che si sta trasformando dall’eccezione alla regola, sempre più frequente in ogni periodo dell’anno.
Se una volta, infatti, al “Rizzoli” capitava che si facesse fatica a garantire posti adeguati alle necessità reali durante la stagione estiva, quando l’ampliamento significativo del bacino d’utenza faceva saltare tutte le proporzioni fra il numero dei letti disponibili e quello dei pazienti da ricoverare, adesso il PROBLEMA è diventato CRONICO. E, d’altra parte, come potrebbe essere altrimenti se al posto dell’ampliamento che si sarebbe dovuto realizzare all’inizio degli anni Duemila, ci fu invece servito solo il restringimento conseguente alla ristrutturazione, che sarebbe dovuta essere soltanto il primo atto dell’ammodernamento programmato del nosocomio lacchese? Quella follia ci è costata già carissima in tutti questi anni e ogni giorno trovano conferma i suoi effetti devastanti.
Tutti i tentativi di rimpolpare un po’ la misera dotazione iniziale sono stati esperiti. Nelle camerate sono stati già aggiunti tutti i letti che le dimensioni consentivano e anche di più, visto che ormai non c’è più neppure lo spazio per spostarli, i letti, né per muoversi agevolmente tra di essi, come sarebbe necessario per far lavorare al meglio medici e infermieri e quei pochissimi Oss ancora in servizio. Si sfruttano al massimo gli “appoggi” in altri reparti, appena si libera un buco da qualche parte. E si fa ricorso a dosi sempre più massicce di BARELLE NEI CORRIDOI, con azzeramento della tranquillità e della privacy dei malcapitati e aggravio di lavoro per gli operatori in numero spesso già insufficiente rispetto ai posti ufficiali.
D’altronde, non c’è alternativa a questo carnaio, se non i TRASFERIMENTI in terraferma, con costi più elevati per il sistema e per le famiglie coinvolte, disagi enormi per i cittadini. Peraltro, trovare posti liberi in terraferma, dopo i tagli di posti letto generalizzati compiuti in questi ultimi anni, con la chiusura di interi ospedali, non è affatto semplice. Nè tanto meno scontato. Anzi è un TERNO AL LOTTO giocato sulla pelle dei cittadini. Senza contare l’impossibilità di procedere quando le condizioni meteo-marine sono avverse , le navi non escono dai porti e magari sono inutilizzabili in sicurezza pure gli elicotteri.
In questo quadro sconfortante, la novità del Piano aziendale è, per ora, solo un capitolo del LIBRO DEI SOGNI che ogni tanto i dirigenti sanitari ci propinano, convinti che bastino promesse e giuramenti per tenere buona e (soprattutto) passiva la massa degli isolani.
QUANTO SI POTRA’ ANDARE ANCORA AVANTI IN QUESTA SITUAZIONE?
Adesso che sono scritti nero su bianco, urge attivare tutto l’armamentario burocratico necessario a riprendere al più presto il percorso per arrivare alla DOTAZIONE PROMESSA DEI 114 POSTI LETTO. Con i tempi biblici di qualunque intervento realizzato in Italia, con la necessità di ricominciare daccapo per l’acquisizione di tutti i pareri e i permessi necessari per costruire, con le lungaggini prevedibili per l’apertura del cantiere a cui si aggiungono i tempi necessari per edificare la nuova ala, la SCADENZA DI FINE 2018 APPARE UN’UTOPIA. Ma se non si comincia l’iter, si allontana anche inevitabilmente la conclusione dell’opera e la sua consegna alla cittadinanza. I SINDACI HANNO MESSO MANO AL PROBLEMA, SI STANNO ATTIVANDO PER RISOLVERE LE QUESTIONI DEI PERMESSI, STANNO CERCANDO DI ACCELERARE I TEMPI, PER METTERE MANO AI LAVORI IL PRIMA POSSIBILE E CONSEGNARE II NUOVO SPAZI COME PREVISTO?
Tanto più dopo l’episodio dell’altro ieri, non si può più aspettare. Lo spirito di sopportazione e di sacrificio non è illimitato ed in gran parte esaurito. SE NON L’HANNO ANCORA FATTO, I SINDACI VOGLIONO DARSI UNA MOSSA O INTENDONO CONDIVIDERE LA GRAVISSIMA RESPONSABILITA’ DELL’ENNESIMA PROMESSA MANCATA?