La partenza – Foto Qui Ischia
Si prepara il corteo – Foto Qui Ischia
I ragazzi di Ischia – Foto Qui Ischia
Un’altra giornata intensa, cominciata di buon mattino perchè lo spostarsi dall’isola comporta tempi lunghi. In questo caso, per andare in un posto dove, andando a Napoli, verrebbe assai difficilmente in mente di recarsi. Dopo la zona industriale, gli enormi depositi di carburante disseminati a poca distanza da zone
La presenza ischitana – Foto Qui Ischia
sempre intensamente abitate, terreni coperti dell’erba nuova di primavera che, tra tanto grigiore di cemento, restituisce un po’di armonia, immediatamente offuscata dall’incredibile diffusione di immondizia e materiali di risulta lungo le strade che s’intersecano sotto i ponti dell’autostrada.
A Ponticelli – Foto Qui Ischia
Tra i palazzi – Foto Qui Ischia
Fin quando il cemento si trasforma in palazzoni che si susseguono uno dopo l’altro come una città nella città. Così Ponticelli ha preso forma sotto un sole violento che sembrava già estate. La destinazione finale dei tanti gruppi arrivati da ogni parte della Campania con striscioni, manifesti, cartelli, tamburi e le bandiere dai colori dell’arcobaleno di Libera. Tanti ragazzi, i nomi delle scuole di città e paesi a precederli. E si aggiungono anche gli studenti di Ischia: diverse classi dell’Alberghiero, una del Liceo-Scienze Umane e una terza media del comprensivo “Baldino” di Barano. E i ragazzi del progetto “Scuola Viva” del Telese con Libera in prima fila.
Tanti giovani – Foto Qui Ischia
Nel deserto abitato – Foto Qui Ischia
E’ un quartiere dormitorio, non c’è neanche dove prendere un bicchiere d’acqua, era stato l’avvertimento dell’autista del pullman alla partenza. In effetti, non si può dire che avesse esagerato. I palazzoni sono uguali a quelli di tutte le periferie cittadine sorte privilegiando la quantità dei metri cubi a ogni altro parametro. Almeno le strade sono larghe, infatti sono tutti “viali” intitolati a scrittori e scienziati che avrebbero meritato di meglio. Come le poche, pochissime persone che davanti all’invasione pacifica e rumorosa dei ragazzi non hanno resistito alla curiosità e hanno aperto finestre e balconi per osservare quanto accadeva sotto casa. Le uniche presenze umane che hanno deciso di rivelarsi nel deserto circostante. Tanti appartamenti nei palazzi che arrivano fino a dodici piani, ma dove fossero finiti tutti gli abitanti è rimasto un mistero per tutta la mattinata.
il Presidio isolano di L;ibera – Foto Qui Ischia
Il corteo – Foto Qui Ischia
Piccoli studenti – Foto Qui Ischia
Non c’erano gli abitanti del Rione Colocal di Ponticelli, ad assistere, tanto meno a partecipare alla Giornata della Memoria e dell’Impegno per le Vittime innocenti delle mafie, che quest’anno ha ottenuto anche il riconoscimento ufficiale come manifestazione di valore nazionale. Ma
Le sciarpe di 100Quindici Passi – Foto Qui Ischia
Il gruppone ischitano – Foto Qui Ischia
c’erano tante persone, giovani da ogni parte della Campania che mostravano di essere là consapevoli del valore della PRESENZA e della TESTIMONIANZA. Insieme ai gonfaloni della Regione e di tanti Comuni, ai rappresentanti delle istituzioni locali, ai FAMILIARI DELLE VITTIME, agli esponenti dii Libera e delle realtà civili e produttive formatesi per proporre modelli puliti e diversi da quelli del controllo criminale del territorio. Tanta gente in quel deserto abitato, attraversato da un capo all’altro dall’imponente corteo di ragazzi, suoni e colori che ha poi cinto il palco, su cui si sono succeduti gli interventi di saluto, prima del collegamento diretto con Locri, dove don LUIGI CIOTTI, fondatore di Libera, ha parlato con passione e coraggio, come al solito, il giorno dopo le minacce mafiose della vigilia. E poi, il momento più forte della giornata: la lettura dei quasi 900 NOMI DI VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE, che dà senso a tutte quelle presenze a Locri, a Ponticelli e in tutte le altre piazze d’Italia dove si è svolta la Giornata della Memoria e dell’Impegno. Un giorno di incontro, riflessione, condivisione per dare forza alla battaglia di tutti gli altri 364. E per gettare semi di Speranza e di Bellezza anche tra i palazzoni “deserti” del quartiere-dormitorio, dove gli onesti debbono riprendersi dignità e diritti negati dalla prevaricazione dei violenti.