Anche al “Rizzoli” è arrivato il tempo del “triage”, come sempre friggendo i pesci con l’acqua

IMG_1453

Foto Qui Ischia

Qualche anno fa, quando ancora era un miraggio negli altri ospedali aziendali, compreso quello di Pozzuoli, proprio su Ischia cadde la scelta per avviare una sperimentazione che somigliava ad un salto nel buio. Nessuno, al di fuori degli addetti ai lavori, sapeva cosa fosse allora il “TRIAGE”, che non era tanto diffuso come oggi, anzi rappresentava una novità decisamente rara. Così, per qualche tempo, il “Rizzoli” svolse un’azione da apripista o almeno questo era stato l’obiettivo dichiarato iniziale. Che non approdò però all’esito preventivato, per cui il tentativo morì in silenzio, senza lasciare tracce. Tanto è vero che sono passati anni prima che si tornasse a riparlarne e che quel sistema di accettazione in ospedale, ormai largamente diffuso e già adottato nei nosocomi aziendali della terraferma, approdasse di nuovo nel nostro presidio isolano. Dove è stato appena ufficializzato, con tanto di post di presentazione sulla pagina Fb dell’Asl Na2 Nord.

Era da circa una settimana che in via Fundera era stata introdotta la novità che rivoluziona l’ingresso in Pronto soccorso e la gestione delle emergenze. Un rodaggio che, nonostante l’annuncio solenne di poco fa, non è ancora finito. E che nei giorni scorsi aveva provocato parecchi disagi e problemi all’utenza, sebbene si sia approfittato per l’avvio di un periodo non ancora caldissimo come sarà di qui a poco, con la Pasqua e l’inizio della nuova stagione turistica. E sarà quello il vero banco di prova, quando il Pronto soccorso isolano dovrà fronteggiare la consueta pressione da “porto di mare” con cui dovrà fare i conti per tutta la stagione.

La partenza è stata – ed è ancora – faticosa. E a dimostrarlo ci sono stati i tempi di attesa e le lunghe FILE sopportati dagli utenti. Il “triage” in fase sperimentale ha rallentato non poco l’accesso al Pronto soccorso. Com’era prevedibile e naturale che accadesse, dovendosi pagare necessariamente un pedaggio alla novità del sistema con cui si è dovuto misurare il personale coinvolto. Ovvero gli infermieri chiamati a fare la prima valutazione del paziente, per assegnargli il colore corrispondente alla gravità del suo stato, che è il criterio in base al quale è definito l’ordine di accesso alla visita medica e alle prime cure. E con la dotazione di personale di cui dispone il Pronto soccorso lacchese, con il “triage” si viaggia stretti, in un equilibrio ancora più delicato e precario.

Il “triage” viene effettuato da due infermieri che effettuano la prima valutazione dei pazienti e poi da un terzo, che funge da secondo filtro, necessario per confermare l’ordine iniziale o per correggerlo. Siccome per ogni turno del Pronto soccorso (l’unico reparto del “Rizzoli” dove si lavora sui tre turni giornalieri) sono in servizio 4 paramedici, è evidente che se 3 sono impegnati nel “triage”, ne resta solo uno a collaborare con i medici  quando vanno prestate al paziente le cure del caso. E un solo infermiere impegnato in questa fase cruciale della presa in carico è un motivo di inevitabile rallentamento e rischia di diventare un problema serio, quando ci si ritroverà con il Pronto soccorso superaffollato dei prossimi mesi.

Certo, c’è voluto coraggio ad avviare il “triage” al “Rizzoli”. Se ne parlava da tempo, ma la realizzazione è arrivata solo con la nomina del nuovo responsabile, il primario della Medicina DE GENNARO, che risolve un paradosso che si trascinava incomprensibilmente da tempo: la mancanza di un dirigente per il Pronto soccorso di un ospedale che è catalogato come Pronto Soccorso Attivo! D’altra parte, non vi è dubbio che il “triage” è una NECESSITA’ PER UN CORRETTO ED EFFICIENTE FUNZIONAMENTO DEL REPARTO DI EMERGENZA e che Ischia non poteva e non doveva rimanerne esclusa ancora. A maggior ragione per razionalizzare gli accessi proprio nei periodi di massima affluenza e di maggiore confusione nell’accettazione in Pronto soccorso. Dunque, ben venga la novità  che dovrebbe rappresentare l’occasione PER UN SALTO DI QUALITA’ DEL PRONTO SOCCORSO.

Tuttavia, proprio in considerazione dell’importanza e della delicatezza del nuovo sistema, non si può ignorare né sottacere che si sta facendo con FORZE IN CAMPO RIDOTTE ALL’OSSO, il minimo indispensabile e forse anche meno. Perché c’è il problema dell’unico infermiere a coadiuvare i medici e perché si dovrà garantire la compresenza dei 4 paramedici a turno, perchè ogni assenza è in grado di mandare in tilt il meccanismo. E bisogna vedere se si riuscirà ad assicurare sempre e comunque questo assetto basico e minimo.

Ancora una volta, al “Rizzoli”, ci si trova a friggere i pesci con l’acqua e pure poca. Al di là dell’enfasi comunicativa e dell’esigenza dei vertici di appuntarsi una medaglia sul petto per dimostrare che a Ischia va tutto a meraviglia nonostante la dotazione (misera) che c’è, si debbono fare i conti con la realtà, con le sue carenze, con i numeri stretti, con una coperta corta e insufficiente. Pure in Pronto soccorso. Speriamo che il “triage” almeno resista alla pressione dei prossimi mesi. Siamo solo all’inizio del viaggio.

 

What Next?

Recent Articles