L’anno scorso il blocco era partito con un mese d’anticipo, all’inizio di luglio, invece di essere limitato come sempre al solo mese di agosto. Ci si erano messi pure i lavori per sistemare le “zelle” dei lavori precedenti fatti da poco, ma comunque la sospensione estiva della chirurgia di elezione era raddoppiata. Colpa della carenza di personale, nello specifico degli anestesisti, che era esplosa non a caso nel periodo in cui le ferie, obbligatorie per legge in quel periodo, incidono ulteriormente su un organico già insufficiente. Quest’anno il problema si è posto con largo anticipo, già ora, e a prescindere finanche dall’effetto delle ferie, che scatterà a giugno. Segno che la situazione è peggiorata. E che, se non dovesse intervenire una qualche soluzione in tempi brevi, sarà IMPOSSIBILE RIPRISTINARE presso l’ospedale isolano l’ATTIVITA’ OPERATORIA NON DI URGENZA. L’ennesima emergenza per l’ospedale isolano, che sta vivendo un altro dei suoi momenti critici. Mentre la lista delle difficoltà continua ad allungarsi.
Allo stato, nella carenza generale che colpisce tutte le professionalità e tutti i reparti del presidio isolano, l’ANESTESIA E’ OBIETTIVAMENTE IN SOFFERENZA, con un organico ridotto ai minimi termini, al di sotto della metà del personale di cui avrebbe bisogno. Una carenza che esplode ora, ma che si è venuta a formare nel tempo e che non si è sanata perchè, se in generale gli anestesisti sono pochi e non facili da trovare, per Ischia è ancora più vero.
L’ospedale isolano, infatti, non è assolutamente attrattivo e la fuga, così come l’enorme difficoltà di reclutamento, non risparmia gli specialisti in Anestesia e Rianimazione, da cui dipende non solo il reparto sotto la loro diretta responsabilità, ma anche tutta l’attività operatoria, sia chirurgica che ortopedica che ginecologica. Dunque, il lavoro di ben quattro reparti, che operano tutti al massimo (e oltre) delle loro possibilità. Perciò, a fronte di condizioni di lavoro complicate, a maggior ragione per le implicazioni note dell’insularità, non vi è un’offerta appetibile e forse neppure minimamente accettabile. Non si spiega altrimenti come mai buona parte dei rinforzi inseriti nel 2016, per assicurare il funzionamento minimo del reparto, non abbiano resistito neppure un anno: ben tre su cinque hanno già preso il volo verso altri lidi più favorevoli. O comunque meno penalizzanti.
E con questo esodo, che si è aggiunto alle carenze pregresse non sanate, non c’è da stupirsi che ai primi di maggio si sia già arrivati alla decisione, evidentemente inevitabile, di bloccare l’attività chirurgica di elezione. Senza scadenza, perchè al momento non è prevedibile quando si riuscirà a rimpolpare l’organico degli anestesisti. Di incoraggiante c’è, per ora, il CONCORSO BANDITO DALL’ASL per reclutare medici specialisti in varie branche, compresi 6 ANESTESISTI (oltre a 2 ortopedici, 2 psichiatri, 6 radiologi, 20 specialisti di Medicina generale e 1 pediatra). E’ fissato per il prossimo 25 maggio il sorteggio, presso l’Asl, dei componenti la Commissione che dovrà condurre in porto la selezione.
Bisogna riconoscere che questo CONCORSO, DOPO ANNI, E’ UNA NOVITA’ POSITIVA E IMPORTANTE. Soprattutto perchè, trattandosi di assunzioni di durata almeno quinquennale, si tratta di una risposta di medio periodo, che garantirà un minimo di stabilità. Ma anche se quei sei anestesisti fossero diretti tutti a Ischia, e non dovrebbe proprio essere così, NON SARANNO SUFFICIENTI A TAPPARE LA FALLA. Inoltre, considerati i tempi per completare l’iter del concorso, prima delle assunzioni PASSERANNO MESI.
E nel frattempo, con l’incombere del grande lavoro estivo e al contempo delle ferie, come si farà?
Qualcosa a Frattamaggiore devono inventarsi al più presto. Prima di adesso. E per l’occasione dovrebbero anche cominciare a immaginare delle forme di incentivo che incoraggino la scelta della sede isolana. Tanto più che in questi mesi si sono create opportunità interessanti in terraferma, a cominciare dalle assunzioni per il nuovo Ospedale del Mare, per cui il “Rizzoli” rischia di essere ancora più marginale e marginalizzato.
Ci sono i soldi riconosciuti dal Cipe per l’”OTTIMIZZAZIONE” dei livelli di assistenza sulle isole? Cosa impedisce di destinarli al sostegno di un SERIO RECLUTAMENTO o di una MOBILITA’ INTERNA supportata da adeguati incentivi per chi accetterà di venire a Ischia? Si attende dai VERTICI AZIENDALI UNA RISPOSTA FORTE E ADEGUATA ALLA SERIETA’ DEL PROBLEMA E ALLA SUA URGENZA. Ischia non può permettersi “pannicelli caldi” né tanto meno il prolungarsi del blocco di tutta la chirurgia non di urgenza sine die. SI MUOVANO, A FRATTAMAGGIORE!!!