Cancellate le visite dell’ambulatorio di ginecologia, il “Rizzoli” continua a perdere pezzi

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Foto Qui Ischia

Di male in peggio. La capacità dell’ospedale “Rizzoli” di garantire le prestazioni fondamentali alla popolazione isolana continua drammaticamente a ridursi, rendendo sempre più difficile la vita all’utenza, costretta a subire i disagi prodotti a raffica da carenze non più tollerabili. In questo quadro sconfortante, stamattina la brutta sorpresa è toccata alle signore in lista per VISITE ambulatoriali di GINECOLOGIA. Una per una sono state contattate dall’ospedale e avvertite di non presentarsi all’appuntamento, perchè NON SI SAREBBE FATTO AMBULATORIO!

A completare il pessimo quadro della situazione, il particolare che non è stata proposta alcuna data sostitutiva. Nè si è fatto riferimento ai tempi di ripresa dell’attività. Insomma, ci si è limitati a cancellare le visite e a lasciare le utenti ad affrontare da sole il problema di dover trovare un’alternativa. Che, con la chiusura dell’ambulatorio dell’unico presidio isolano, consiste in tutta evidenza a rivolgersi in TERRAFERMA, presumibilmente a STUDI PRIVATI, A PAGAMENTO (per chi se lo può permettere, anche con sacrificio), perché prenotare in strutture pubbliche sarebbe un’impresa quasi impossibile e con tempi che definire biblici sarebbe poco. UN ALTRO SCHIAFFO ALLA SANITA’ PUBBLICA, che sulla nostra isola si sta progressivamente e silenziosamente rarefacendo come neve al sole.

AL “RIZZOLI” SI CONTINUANO A PERDERE PEZZI, A RIDURRE I SERVIZI E LE PRESTAZIONI. A COMPRIMERE I LIVELLI DI ASSISTENZA. Tutto il contrario, insomma, di quello che avevano chiesto le migliaia di cittadini scesi in piazza l’anno scorso, a luglio e ad ottobre, quando la situazione in via Fundera, peraltro, era meno grave di quanto non sia oggi. DA ALLORA INVECE DI ANDARE AVANTI SI E’ ANDATI INDIETRO. Non uno dei problemi di fondo segnalati è stato risolto. Anzi, altri vi si sono aggiunti. Con buona pace del DIRETTORE GENERALE D’Amore e della DIRETTRICE SANITARIA DELL’ASL, che pure avevano assunto impegni diversi anche in occasione dell’incontro di settembre con la delegazione del CUDAS a Monteruscello. E con buona pace pure del DIRETTORE SANITARIO DELL’OSPEDALE, che  sembra aver ricevuto un mandato da commissario liquidatore, seppure assolto con modalità soft e notevole discrezione.

Eh già, perché non basta esibire come uno scalpo l’impianto  di un pace maker e di un defibrillatore (cosa che sarebbe dovuta avvenire già da anni al “Rizzoli”, trattandosi di metodiche ormai largamente diffuse e ampiamente nelle possibilità del presidio isolano) per compensare il tanto che non funziona o funziona a scartamento ridotto.  Tanto meno per compensare i passi indietro fatti quest’anno, i cui effetti si stanno inesorabilmente moltiplicando ora, durante la stagione estiva, giacchè quando hai il personale ridotto al lumicino, nel periodo delle ferie finisci con il dover cancellare i servizi all’utenza.

Pezzo dopo pezzo, fin dove si vuole arrivare con questo smontaggio progressivo? L’ospedale di Ischia deve sopravvivere giusto per tenere buoni gli ischitani o deve svolgere correttamente e efficacemente il suo ruolo 365 giorni all’anno? Domande a cui servono RISPOSTE SERIE. FATTI e NON più solo le CHIACCHIERE di cui ci hanno “abbuffato” in questi mesi…

 

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