Ieri tutti a promuovere la donazione di sangue, che a Ischia resta bloccata ad oltranza!

donasangueIeri era la Giornata mondiale per la Donazione di Sangue e, come di prammatica in queste ricorrenze, si è colta l’occasione per promuovere una forma di volontariato da cui dipendono il funzionamento delle strutture sanitarie nazionali e un numero difficilmente calcolabile di vite. E non sono mancati testimonial famosi che si sono fatti fotografare mentre si prestavano al salasso, per cercare di ampliare, con il loro esempio, la platea dei donatori, a cui sono andati ringraziamenti doverosi anche da diversi rappresentanti delle istituzioni. Tutti a sottolineare l’importanza della donazione di sangue e la necessità di diffonderla e di potenziarla sempre più, per evitare le situazioni di carenza che ancora si verificano in diverse parti d’Italia, con picchi pericolosi soprattutto d’estate. Tutto bello, tutto giusto. Anzi, sacrosanto. Ma a maggior ragione, come la mettiamo con la situazione che si trascina a Ischia da qualche mese?

L’ultima giornata di donazione del sangue sulla nostra isola risale allo scorso 2 APRILE. Da allora sono passati abbondantemente due mesi, che corrispondono a 4 DONAZIONI MANCATE. E volendo calcolare una media di una quarantina di sacche a donazione, ci troviamo con un bilancio, rispetto agli anni passati, di oltre 150 sacche di sangue mancanti. Che è già un segnale eloquente di come gli sproloqui ufficiali delle ricorrenze non trovino sempre adeguata corrispondenza nella realtà quotidiana, sul territorio. Dove le inefficienze organizzative del sistema arrivano a colpire anche le forme di volontariato che a chiacchiere si dice di voler incrementare e valorizzare.

Dopo due mesi, resta bloccato l’importante, motivato, prezioso movimento di donatori che negli anni si è creato e rafforzato a Ischia, grazie soprattutto all’opera encomiabile della Fidas-Advs e dei professionisti (medici e infermieri) che l’hanno affiancata in questi mesi con grande spirito di servizio. Per motivazioni meramente burocratiche si sta rinunciando al contributo di decine di volontari, perdipiù quando è alle porte l’estate che in Campania si accompagna sistematicamente a penuria di sangue ed emoderivati, con correlati appelli alla cittadinanza perché moltiplichi le donazioni. Una vergogna che sarebbe già stata inaccettabile se si fosse verificata una tantum, ma che lo è ancor di più con il suo protrarsi nel tempo. E senza che si intraveda ancora una via d’uscita a breve, con adeguate iniziative da parte dell’organizzazione sanitaria che dovrebbe governare il sistema.

Restano in attesa, i donatori isolani, di cui in terraferma hanno deciso inopinatamente che si possa fare a meno, per ora e chissà ancora fino a quando. E ieri, a vedere tanti sponsor famosi della donazione di sangue, tanti promotori di questa forma di volontariato che tutti dicono di voler e dover incentivare, veniva da chiedersi ancora una volta se Ischia sia ancora parte della Repubblica italiana, quando di mezzo ci sono prestazioni e servizi sanitari.

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