Sorpresa sul lungomare Aragonese! Ma chi decide e con quale visione il futuro di Ischia Ponte?

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Foto Qui Ischia

In un posto speciale e pieno di bellezza come questo non c’è bisogno di aggiungere, semmai di sottrarre. Sono passati molti anni da quando quel commento di un isolano sinceramente amante del suo paese mi fece riflettere su una verità tanto semplice ed evidente, seppure per nulla ovvia. A suggerire quelle parole era stata, allora, la presenza “aliena” di un’aiola posticcia, al centro del piazzale Aragonese. Un elemento sciatto e inutile, che non sapeva di nulla come un piatto di pasta scotta e scondita, del tutto senza senso e fuori luogo. E infatti ci pensò poi il mare, durante l’inverno, a toglierlo di mezzo, senza che la perdita suscitasse alcun rimpianto. Perché il piazzale proteso sul mare e circondato da un paesaggio unico e inconfondibile, oltre che delizioso, era  ed è perfetto così com’era e com’è, nella sua semplicità, ideale per far risaltare la sontuosa bellezza del contorno: dal Castello alla sagoma verde di Vivara, passando per le terre al di là del mare, per poi tornare con lo sguardo sulla linea di costa dell’isola, fino a Punta Molino.

Eppure, periodicamente, tornano le tentazioni di intervenire in quell’equilibrio con aggiunte che sanno di intromissione, di stravolgimento dell’esistente. E tanto è grande la bellezza del luogo tanto è pesante l’impatto delle novità calate in quel contesto, senza valutarne appieno l’impatto, l’effetto, la portata. Come la sorpresa che si sta materializzando in questi giorni sulla scogliera nell’ultimo tratto del lungomare Aragonese, dove è lievitata una imponente STRUTTURA METALLICA che ha lasciato di stucco la maggioranza di coloro che se la sono trovata sotto gli occhi. Una piattaforma che s’innalza sugli scogli, e di parecchio, con le lamiere metalliche rilucenti sotto il sole a formare un recinto che sicuramente non passa inosservato. E lo sarà ancora meno quando la struttura sarà trasformata in non si sa bene cosa, con l’aggiunta di altri tavolini e sedie e lettini prendisole e chissà cos’altro.

Ma chi ha deciso e con quali criteri di consentire una modifica così significativa in un contesto tanto particolare e delicato? E fino a che punto si è riflettuto sull’impatto finale di quell’aggiunta che, in quel contesto, c’azzecca come i cavoli a merenda?

Dopo che il lungomare, per una buona parte, è stato già trasformato negli anni in una distesa di tavolini, che bisogno c’era di esorbitare anche oltre il muro di confine con il mare, colonizzando perfino la scogliera e necessariamente con una struttura sopraelevata?

Sul foglietto di autorizzazione dei lavori si legge - in caratteri più grandi del resto della comunicazione - la scritta “Comune d’Ischia”. A occhio e croce, viste le competenze sul territorio, dovrebbero essere coinvolti anche altri enti. Ma, come al solito, ora che la novità sta facendo discutere, ora che suscita qualche interrogativo e pure parecchie critiche, nessuno ne rivendica la paternità, anzi c’è la tendenza a scrollarsi da ogni responsabilità e a NEGARE di saperne alcunché. Tutti cadono dalle nuvole, scendono dalla stelle, arrivano da Marte…ma intanto la sorpresa è servita. E che sorpresa!

Ma a quale visione del presente e del futuro del centro storico risponde questa “colonizzazione” della scogliera?

E’ opportuno e appropriato procedere con interventi  estemporanei, scoordinati e invasivi in quel contesto fondamentale per l’immagine di Ischia, che va preservato e protetto come risorsa primaria per comunità? Perchè anche stavolta ci troviamo con la sorpresa, senza che alcun pubblico amministratore si sia preso la briga di attivare un DIALOGO/CONFRONTO con i residenti e la cittadinanza in generale per  verificare, tutti insieme, se vi fossero o meno ragioni sufficienti e condivise per consentire certe novità alquanto discutibili?

C’è un aggettivo, “provvisorio”, che viene utilizzato ormai ogni volta che si autorizzano strutture di qualche impatto, per cercare di minimizzarne gli effetti. Ma NON E’ LA PROVVISORIETA’ GARANZIA DI SOSTENIBILITA’. Ed è, invece, proprio sulla SOSTENIBILITA, a maggior ragione  nel contesto particolare del centro storico, che va focalizzata l’attenzione e valutato a fondo ogni intervento, progetto e aggiunta sull’esistente.

Altro che sottrarre! A Ischia Ponte si  continua ad aggiungere a capocchia come e dove capita. Proprio lì, dove abbiamo la fortuna rara di poter vantare una prospettiva del paese rimasta pressochè intatta negli ultimi secoli.  Senza saperla né rispettare né valorizzare. Tanto, per “fare turismo”, bastano tavoli e sedie…o no?

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