Una notte di mezza estate tra il sogno del cinema e la realtà da sogno del Castello d’Ischia

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Foto Qui Ischia

E’ la star da incontrare. Il personaggio internazionale da non perdere. Il richiamo che spinge la piccola folla sudata a mettersi in fila pazientemente nella galleria che offre finalmente refrigerio, dopo una giornata bollente. Nonostante le numerose proiezioni in programma, tutta l’attenzione è sulla presenza all’ISCHIA FILM FESTIVAL  di JOHN TURTURRO e dopo la salita in ascensore, tutti prendono la direzione della Chiesa dell’Assunta. E’ lì, tra le mura dirute dell’antica cattedrale che è previsto l’incontro con l’attore americano innamorato di Napoli, a Ischia per ritirare un premio alla carriera. Ma il massiccio portone di legno è sbarrato. Sugli scalini di pietra i ragazzi dell’organizzazione, con l’inconfondibile t-shirt rossa annunciano che all’interno tutti i posti sono occupati, non c’è spazio per altri. Niente Turturro, insomma, da lì non si passa. C’è chi ha scritta sul viso la delusione. Qualcun altro resta fermo sulle scale, non si capisce in attesa di cosa. “Ci sono le altre proiezioni”, ricordano i ragazzi. Già, la scelta è ampia e poi, arrivati qua sopra, ci si può bloccare davanti a un portone chiuso, con il Castello a disposizione?

Basta girare lo sguardo per ritrovarsi oltre. Il mare e l’isola grande compaiono incorniciati da una sorta di finestra senza vetri, un contorno di pietra scura avvolta dall’edera. Se la rinuncia all’evento della serata avesse lasciato un’ombra di delusione, quella vista improvvisa l’ha dissolta. Il sole si è già tuffato in mare dall’altra parte dell’isola e del suo passaggio restano in cielo delicati bagliori rosati, ma ci vuole ancora tempo prima che faccia buio. E la baia, sul far della sera, si offre con una bellezza delicata, calma e avvolgente. Il luogo comincia ad imporsi. E a proporsi come protagonista di un film che non è nel cartellone del festival, ma li comprende tutti.

Nell’azzurro del mare sempre più scuro, in primo piano si staglia la sagoma di un grande veliero che fa correre la fantasia. Lo schermo sul terrazzo della Casa del Sole racconta una storia in francese davanti a pochi appassionati. La pellicola va, mentre in cielo si compie il passaggio definitivo tra il giorno, che si perde dietro le colline dell’isola grande, e la notte, che avanza dall’orizzonte lontano, dove appaiono le luci di Capri. Dal terrazzo ci si ritrova al centro di una grande scena in notturna dalle mille suggestioni. In basso, dal tetto scoperchiato dell’antica cattedrale, insieme alla luce che rompe l’oscurità, escono prepotenti i suoni e le voci della Napoli raccontata da Turturro. E a tratti si sente anche la sua voce. Mentre da un altro dei luoghi delle proiezioni un ritmo jazz si fa strada nel silenzio della notte, in cui di tanto in tanto irrompono pure gli stridii dei gabbiani, ancora alla ricerca dei loro nidi tra le rocce.

La notte ormai si è impadronita dolcemente del cielo. Ma è una notte straordinariamente luminosa. Calma, di piena estate, senza una nuvola. Con le stelle e uno spicchio di luna che sembrano una trovata scenografica e invece sono reali. Come la cupola illuminata della chiesa dell’Immacolata che da sola dà spettacolo e merita la salita sull’isolotto. Altre luci brillano sul mare, creando ricami scintillanti. Sul grande schermo bianco l’opera francese ha lasciato il posto ad un intrigante film iraniano, “IMMORTALITY”. Ci si ritrova a seguirlo numerosi e il film funziona. Dal punto di vista narrativo, scorre convincente nonostante qualche difficoltà di comprensione da sottotitoli. E il linguaggio cinematografico regala parecchie sorprese. Finalmente è la storia che cattura tutta l’attenzione, fino ai titoli di coda. Prima di lasciar tornare protagonista la scena viva che circonda il terrazzo. Sempre mutevole, in costante evoluzione.

Nel tempo del film, lo spicchio di luna si è nascosto in qualche punto del cielo invisibile dall’isolotto. Che rifulge con i suoi chiaroscuri notturni tra il cielo disseminato di stelle e il mare che riflette le luci dell’isola grande. In mezzo alla baia, placida, i due alberi illuminati del veliero continuano a promettere viaggi e terre lontane. Ma l’emozione del sogno è qui e ora. Sull’isolotto che non smette di raccontare le sue storie, con i suoi silenzi, le sue ombre, i suoi scorci, il suo magnetismo. Non solo una cornice, per il Festival dedicato ai luoghi del cinema, ma bellezza reale che impone le sue regole. Quando la “location” crea la magia…

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