Home
Ischia racconta Dopo tre anni di precarietà e disagi, finalmente per i “pulcini sperduti” c’è una vera casa
Dopo tre anni di precarietà e disagi, finalmente per i “pulcini sperduti” c’è una vera casa
Posted about
7 anni ago |
Foto Qui Ischia
Finalmente, sono tornati a vedere il mare. E il verde della campagna, sovrastata dall’Epomeo. Ci sono voluti tre anni, interminabili, per recuperare una parte della loro vita messa a soqquadro senza ritegno e senza rispetto. Forse non pensavano più neppure di poterla riavere, una casa da poter chiamare con questa bella, rassicurante parola. E, in effetti, qualcuno non ci è riuscito. Per altri, invece, il desiderio che avevano quasi timore di esplicitare si è materializzato per davvero. In un giorno di luglio, come quello di tre anni fa in cui erano stati allontanati per sempre da quella che era stata la loro casa nei diciassette anni precedenti. Ora, di nuovo, in questo luglio caldo come allora i “PULCINI SPERDUTI” hanno ritrovato una CASA. Anche se nessuno può dire per quanto.
Espropriati della loro normalità casalinga quotidiana, conquistata non senza fatica dopo i devastanti decenni del manicomio, nel luglio 2014 i residenti della SIR “VILLA ORIZZONTE”, con la scusa di una passeggiata pomeridiana, erano stati trasferiti in un ex albergo malamente e costosamente adattato ad alloggiarli. Un luogo che neppure per sbaglio erano mai arrivati a scambiare per una casa. Tanto meno la loro casa.
Questa, per quasi un anno, era stata l’avventura di “VILLA STEFANIA”. Conclusasi nella primavera 2015 per un’emergenza che, in poche ore, aveva portato alla completa dissoluzione di un modello di assistenza. Dalla sera alla mattina, il “sistema” allo sbando, guidato fuori strada dall’allora dirigenza dell’Asl, decretò che quelli che erano stati a lungo identificati come “residui manicomiali”, riconosciuti bisognosi di assistenza e supporto h24, all’improvviso erano guariti e potevano fare da soli. Già in quelle prime ore furono messe le basi per la sciagurata CANCELLAZIONE DELLA SIR ISCHITANA. E niente più casa per quelli che ormai erano dei “pulcini sperduti”.
Dopo vari cambi di alloggio nelle prime settimane del dopo Sir, i “pulcini” furono messi al sicuro sotto al tetto di una pensione che a lungo rinnovò il contratto per l’ospitalità di mese in mese. Una condizione di precarietà assoluta, ma comunque assai meglio del nulla riservato loro da un servizio sanitario in tilt. Perché se non si fosse continuata a prendere cura di loro la COOPERATIVA che ha garantito le prestazioni assistenziali non sanitarie agli ospiti della Sir fin dalla sua fondazione, i “pulcini” guariti d’ufficio sarebbero rimasti in mezzo a una strada. E, invece, seppure con una sistemazione “justa justa”, hanno potuto contare in questi due anni sull’assistenza continua a cui erano abituati e dalle stesse persone che, ormai, sono parte integrante della loro famiglia.
Foto Qui Ischia
La stessa famiglia sottratta a quelli, tra gli ex Sir, che non hanno resistito allo stravolgimento di vita, abitudini, affetti arrivato con la chiusura di “Villa Orizzonte” e le vicissitudini durante e dopo “Villa Stefania”. Chi è stato fatto ripiombare in un disagio bisognevole dell’assistenza intensiva della SIR CHE ISCHIA NON HA PIU’, si è ritrovato trasferito di nuovo in terraferma, in strutture tanto costose quanto alienanti, dove sono tornati alle vecchie abitudini “da manicomio”. SOLI, COME NON SAREBBE MAI DOVUTO PIU’ ACCADERE. E in due sono già volati all’altro mondo, VITTIME DI SCELTE IMPLACABILI, FATTE SULLA LORO PELLE SENZA ALCUNA CONSIDERAZIONE PER I LORO BISOGNI E I LORO DIRITTI. PER LA LORO UMANITA’.
Per fortuna, almeno i “pulcini” rimasti ora hanno una CASA VERA. Da qualche giorno non stanno più in pensione, ma si sono trasferiti nella STRUTTURA RISTRUTTURATA AD HOC, A FORIO. Un posto che consente di riprendere una vita normale, perfino di andare al mare, come facevano sempre di questi tempi quando erano a “Villa Orizzonte”. Il mare ora è più vicino, a pochi metri. Se ne sente la presenza. E affacciarsi alla finestra non è più motivo costante di rimpianto per ciò che si è perduto. E ora ELENA non ha più motivo di dire: “Vuie jat a ‘a casa, ma io ‘a cas nun a teng”.
Finalmente, hanno di nuovo delle camere da letto che non sono dei buchi. E degli spazi per mangiare, stare insieme, trascorrere le giornate, come non li avevano più avuti dall’epoca di “Villa Orizzonte”. Proprio una CASA in cui vivere da FAMIGLIA, accompagnati e seguiti in questo nuovo percorso dagli “angeli” di sempre.
Merito non del “sistema”, purtroppo, che con loro ha fallito, dando il peggio di sé. Di fatto, tradendo tutti gli impegni che si era assunto nei loro confronti, quando li aveva liberati dall’orrore del manicomio. A ristrutturare la nuova CASA, facendosi carico di tutti i permessi e degli adeguamenti è stata la COOPERATIVA che si occupa, oltre che dei “pulcini”, di tutti gli ospiti delle case famiglia presenti sul territorio, che sono stati trasferiti anch’essi nella nuova sede.
Tutto bene quel che finisce bene…Purtroppo, non lo si può ancora dire. L’appalto con l’Asl scade ad ottobre. E dopo quella data, che ne sarà, ancora una volta, dei “pulcini sperduti di Villa Orizzonte”? Un paese civile deve trovare una risposta civile a questa domanda. E sta a tutti fare in modo che non si compia un’altra ingiustizia ai danni di persone che hanno già pagato un tributo altissimo alla sofferenza.