L’Unione int’u cunvent, quel “Nuovo Cinema Paradiso” di Ischia Ponte

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Foto Qui Ischia

Solo tredici anni prima i fratelli LUMIERE avevano brevettato il loro primo proiettore cinematografico. E sul Monte Lee sopra Los Angeles non c’era ancora traccia delle enormi lettere che compongono la scritta Hollywood. Era il 1908. E la settima musa era un mistero, per i più. Ma a Ischia qualcuno se n’era già lasciato conquistare. Al punto di ispirarvisi per un investimento che, tanto più su un’isola, a quell’epoca poteva sembrare un vero azzardo. Poteva diventare anche un successo però. Nessun ripensamento, dunque: Ischia avrebbe avuto la sua sala cinematografica!

A raccontarmi  la storia dell’origine del cinema a Ischia fu nel 2000 GUIDO CASTAGNA, figlio di  LUIGI, che aveva avuto l’idea con altri tre amici carissimi: nessuno di loro aveva esperienza specifica in un settore agli albori e tutto da sperimentare, ma erano animati da una grande determinazione che li spinse a tentare l’impresa, nonostante le difficoltà. A cominciare dal posto. Nel gruppo nessuno disponeva di un terreno di proprietà, ma ce n’era uno che sembrava perfetto, situato proprio al centro del paese: il giardino dell’antico convento degli Agostiniani di fianco alla Cattedrale. Riuscirono ad affittarlo e in poco tempo ci costruirono una sorta di baraccone di legno, che subito battezzarono CINEMA UNIONE, perché era il frutto della loro amicizia.

Dopo un paio d’anni, l’unione umana si sciolse, la maggior parte dei soci si ritirò, ma il cinema rimase in funzione, portato avanti dal solo Castagna. Così l’impresa era ancora più difficile, ma la passione originaria non era stata neppure scalfita e la sala Unione superò brillantemente la prova. Il suo artefice, d’altra parte, ci metteva tutto il suo impegno, anche fisico. Il proiettore funzionava solo girando la manovella per tutto il tempo e l’energia elettrica necessaria per la proiezione si produceva con il gas. Ma la fatica era ampiamente ricompensata dall’interesse del pubblico.

La novità aveva ben presto conquistato anche gli ischitani. Lo spettacolo al cinema era ben diverso da come lo conosciamo oggi, ovviamente. Sul grande schermo passavano in apertura le NOTIZIE di attualità, , poi seguivano le “COMICHE”, quelle di Ridolini andavano per la maggiore. Solo dopo arrivava il FILM, relativamente breve e muto. Le diverse scene erano accompagnate da un commento musicale “live” come si direbbe oggi, con il pianoforte in sala. A eseguirlo era il “marchesino” IACONO, che sceglieva di volta in volta i brani più adatti, cercando di rendere ancora più emozionanti le immagini che scorrevano sullo schermo. Erano gli anni di produzioni rimaste mitiche: “Gli ultimi giorni di Pompei”, “Quo vadis?”, realizzati negli studi romani della CINES, la prima casa cinematografica italiana, soppiantata solo negli anni Trenta dalla nuova “città del cinematografo”, Cinecittà appunto.

Il SONORO arrivò con dei dischi, su cui erano registrate le poche battute dei film realizzati con la nuova tecnica. “L’arca di Noè” fu tra i primi ad essere presentato all’Unione. E poi un altro grande successo fu “La tunica”. Agli ischitani, dopo un primo periodo di diffidenza, il cinema era cominciato a piacere e lo frequentavano numerosi. Le famiglie intere si recavano nella sala “int’u cunvent”, alcuni ci andavano quasi tutte le sere. Il prezzo era popolare e ne valeva la pena, appena DUE SOLDI a spettacolo. E l’affluenza crebbe quando cominciarono ad arrivare i film in serie, delle storie a puntate che di solito duravano una settimana e tenevano tutti con il fiato sospeso davanti al grande telo bianco. Anche durante la guerra, il cinema continuava ad essere seguito e amato dall’intera comunità. Come un rito collettivo serale, un’occasione per riunirsi e ritrovarsi, in qualunque stagione. E spesso dei film si parlava anche usciti dalla sala e il giorno dopo, commentando con amici e parenti.

Da passatempo per i soli paesani di Ischia, con la fine della guerra si trasformò in RITO DI MASSA. E il cinema di Ischia Ponte, unico sull’isola cominciò ad attrarre anche spettatori dalle altre località. Tanto che per i film di maggior successo, la fila per entrare arrivava fino alla scalinata dello Spirito Santo.

Sarà stata la vicinanza con la sala, proprio di fianco e davanti alle chiese del borgo, o magari la proiezione di film giudicati allora “audaci”, ma la chiesa non rimase indifferente alla programmazione dell’Unione. Per ogni nuovo film, fuori alla chiesa, il prete scriveva “visibile” o “NON VISIBILE”. Del famoso “CAMPANE A MARTELLO”, girato proprio a Ischia Ponte, fu apertamente sconsigliata la visione dal pulpito con un eloquente: “Suoneremo le campane a martello per chi lo vedrà!”. Ma fu lo stesso un SUCCESSO.

Tuttavia, proprio per evitare grane, venivano tagliate senza pietà prima della proiezione tutte le scene a rischio. “Vi ricordate “NUOVO CINEMA PARADISO” di Tornatore? – mi domandò Castagna nell’intervista – Quando l’ho visto, per l’emozione mi è venuto da piangere. Sembrava la storia del nostro “Unione” tanto era perfetta la ricostruzione di fatti avvenuti davvero: il taglio delle scene, l’incendio e la storia delle “pizze” che, man mano che finivano di essere proiettate in un cinema, venivano portate in bicicletta nelle sale dei paesi vicini. Capitava anche a noi, se a Napoli non avevano più di una copia disponibile: toccava portare le pellicole in gran fretta negli altri cinema, che nel frattempo si erano aperti in altre parti dell’isola”.

D’ESTATE, il cinema si faceva ALL’APERTO. I macchinari dell’Unione venivano trasferiti in arene estive. All’inizio, allo stabilimento Colucci, sulla spiaggia del Lido, dove andavano ischitani e forestieri. Poi, dopo diversi anni, si spostò al “Giardino d’Italia” e poi alla “Pineta”.

Quando venivano girati film a Ischia, l’Unione spesso era affittato dalle produzioni. Anche per  “CLEOPATRA” fu utilizzato come sala trucco e sartoria per le comparse. Per “DELITTO IN PIENO SOLE” con ALAIN DELON, invece, fu trasformato in set per gli interni di uno yacht. E le macchine del cinema, poi, erano spesso usate per rivedere il materiale girato, per decidere la ripetizione di alcune scene.

Con gli anni Sessanta, due anni dopo l’apertura, i Castagna presero la gestione anche del nuovo e modernissimo Cinema “Excelsior”, ma l’Unione continuò a resistere a Ischia Ponte, per diversi anni. Sembra di vederli ancora, i manifesti colorati all’ingresso di Largo Convento. Dove era nato il cinema a Ischia. Ormai, quasi 110 anni fa…

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